La generazione degli anni perduti. Storia di potere operaio
- Autore: Aldo Grandi
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Chiarelettere
- Anno di pubblicazione: 2023
Mezzo secolo fa a Rosolina, Rovigo. Potere Operaio si dissolve in congresso, nei giorni 31 maggio e 1, 2 e 3 giugno. Un convegno malinconico fra delegati, che di fatto acutizza le fratture politiche del gruppo. Prima che la stagione di piombo raggiunga il suo acme, il movimento operaista-insurrezionalista di Potop si estinguerà per spinta centrifuga.
Per la rivoluzione rivolgersi altrove, ed è un peccato: dalla coda furoreggiante degli anni Sessanta – Piazza Fontana, omicidio Pinelli, autunno caldo - fino a che è durato, Potere Operaio è stato il nucleo estremista meglio strutturato per la lotta antisistema. Secondo l’analisi di Cecco Bellosi, militante “storico” del movimento, che firma la prefazione di La generazione degli anni perduti. Storia di Potere Operaio di Aldo Grandi (Chiarelettere 2023):
Il problema vero è che, in quella lotta senza quartiere tra classe operaia e capitale, ha vinto il capitale. E ha perso tutta la sinistra.
La dichiarazione va presa alla lettera: le derive nefande del neoliberismo attuale discendono dalla rivoluzione mancata di quegli anni. Lo scontro ci stava, l’Italia non era il migliore dei mondi possibili: in assenza di contraltari anticapitalisti, per gli stati occidentali adesso è anche peggio.
Sugli slanci delle lotte studentesche del 1968 e di quelle studentesco-operaiste del 1969, la generazione “degli anni perduti” di cui scrive Aldo Grandi è stata una generazione legittimamente in rivolta, votata alla sovversione di un potere politico violento in modo palese e sotteso. Con forze armate e miriadi di organizzazioni occulte dalla sua.
Scrive l’autore Aldo Grandi:
Il problema della violenza, del confine tra ciò che era lecito e illecito non fu una prerogativa di Potere operaio. All’epoca una certa violenza era una dato di fatto di tutti i gruppi, ma, allo stesso tempo, era una cosa molto distante dalla lotta armata degli anni successivi. Almeno fino agli inizi degli anni Settanta, all’interno delle componenti della sinistra rivoluzionaria hanno convissuto legalità e illegalità, dove quest’ultima era, nelle iniziative di piazza, l’uso delle bottiglie incendiarie. Erano quelli, anni di tensioni socialmente forti e diffuse, con la polizia che non esitava a caricare provocatoriamente i cortei.
Rieditato vent’anni dopo una prima edizione Einaudi, La generazione degli anni perduti è dunque la storia di Potere Operaio inquadrata “dal di dentro” e in parallelo ai tratti di una società italiana irrisolta, col beneplacito dell’America persino a un passo dalla svolta reazionaria e militare. Cosa non fa fare lo spauracchio comunista!
Fissato dal focus di Potop, e in forza al taglio oggettivo che Grandi assegna alla narrazione, la storia degli anni di piombo diventa in parallelo contro-storia e memento salubre per questi tempi ignavi.
Le fabbriche occupate, la violenza organizzata, i Gap di Giangiacomo Feltrinelli, la marea operaia, la Fiat, Negri-Piperno-Scalzone-Morucci, il prologo della lotta armata, delineano, tra le pagine, la foto di gruppo di un nucleo di giovani, paradigma di un generazione in lotta (dura e senza paura). Per legittima difesa.
Senza apologismi ma nemmeno abiure fuori tempo massimo, Aldo Grandi affresca piuttosto un quadro storico-sociale più stratificato di quello solitamente restituito-svilito dalla locuzione Anni di piombo.
Certo allora di piombo ce n’era - c’era soprattutto il tritolo delle stragi di Stato - ma c’erano anche il solidarismo di classe, l’impegno, il senso civico e del collettivo, definitivamente smarriti, quindi immolati all’altare del Capitale.
Il corposo volume, di 450 pagine, si avvale di una introduzione nuova di zecca, una conclusione inedita focalizzata sul convegno di Rosolina, e di un ampio contributo di Cecco Bellosi. Era lui il “Cocco Bill” appuntato nell’agendina di Giangiacomo Feltrinelli. Avrebbe dovuto incontralo il giorno successivo a quel 14 marzo 1972 in cui l’editore rivoluzionario trovò la morte vicino a un traliccio di Segrate.
Uno dei tanti misteri irrisolti - o risolti funzionalmente al mantenimento dello status quo - della storia italiana.
La generazione degli anni perduti. Storia di Potere Operaio
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