La libertà di Bernini. La sovranità dell’artista e le regole del potere
- Autore: Tomaso Montanari
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2016
Come riportato nelle “Avvertenze” che seguono la premessa al libro, l’autore Tomaso Montanari precisa che La libertà di Bernini. La sovranità dell’artista e le regole del potere (Einaudi, 2016) non è una monografia su Bernini, ma piuttosto:
“Questo libro non è una tradizionale monografia su Bernini, di quelle accompagnate da un catalogo: è anzi possibile che alcune sue opere capitali non vi siano, non dico esaminate in dettaglio, ma forse neanche citate. In un senso meno ovvio, il libro vuole invece essere proprio una monografia, autosufficiente: per questo è costruito il Bernini giovane e quello della fine, lo scultore e l’architetto, il ritrattista e l’autore sacro, e così via.”
L’intento del libro è quello di farci apprezzare Bernini superando la visione stereotipata dell’artista al completo servizio dei suoi committenti. Scopriamo, così, un personaggio dotato di autonomia di pensiero e di giudizio, oltre che uno straordinario scultore e disegnatore, acuto osservatore della società, abile al punto da essere capace di cogliere con le caricature le caratteristiche principali dei personaggi contemporanei e di utilizzare la satira e le rappresentazioni teatrali per liberare completamente il suo acuto spirito critico.
Leggendo il libro e apprezzando la sua ampia documentazione bibliografica e di immagini, scopriamo un artista molto più vicino alla modernità e affrancato dai suoi committenti, rispetto ai quali è stato troppo spesso ritenuto organico. Bernini, colto, raffinato, eccezionalmente abile, non sarebbe stato mai succube, ma libero e finanche spregiudicato e così moderno che ancora oggi le sue opere sono straordinariamente piene di vita.
La storiografia che tendeva a ritenere Caravaggio moderno, “assonante al neorealismo e a Guttuso” e Bernini come la “controparte conservatrice, reazionaria: papalina” viene messa in discussione attraverso “le crepe” che compaiono nelle biografie ufficiali. Ne scaturisce un Bernini che non è in continua “luna di miele” con il potere, ma un artista
“capace di sacrificare una parte del proprio successo pur di difendere la sovranità della sua arte, in un confronto serrato e spesso anche duro con i più augusti e potenti tra i committenti”.
Un’autonomia che Bernini persegue con una delle prime opere come Apollo e Dafne, commissionata dal Cardinale Scipione Borghese, pur accettando l’inserimento di un distico, nel piedistallo, per giustificare “una figura troppo nuda per stare nella casa di un cardinale”. E si tratta di un’autonomia che lo porta a realizzare per sé la “Verità scoperta dal Tempo”, opera allegorica che rivendica la libertà dell’artista, al pari della figura nuda dipinta da Courbet nel suo Atelier dell’artista. Bernini in più occasioni ha dimostrato autonomia e libertà, generando scandalo e velenose critiche che culminano nell’anonimo autore del “Costantino messo alla berlina”, il cui testo è inserito per intero nel libro.
L’opera di Montanari rappresenta una straordinaria pietra miliare nell’interpretazione di un Bernini che stupisce e meraviglia ancora oggi con quella libertà di pensiero che è moderna in ogni tempo.
La libertà di Bernini. La sovranità dell'artista e le regole del potere
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