La madre scomparsa
- Autore: Emily Gunnis
- Genere: Psicologia
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2022
Stress da combattimento: una nevrosi cronica che rende mentalmente instabile e patologicamente aggressivo il padre della tredicenne Rebecca, a sedici anni dallo sbarco in Normandia nel quale l’uomo si è battuto. Depressione post-partum: nel 2014 la trentanovenne Jessie scompare dall’ospedale con la figlia neonata, spinta dalla convinzione che in clinica vogliano avvelenare la piccola. È un nuovo bestseller La madre scomparsa, proposta da Emily Gunnis per Garzanti nella primavera 2022 (collana Narratori moderni, 312 pagine) e tradotto da Elisabetta Valdré.
Esordendo con La figlia del peccato (sempre Garzanti, 2020), la sceneggiatrice televisiva che vive a Brighton col marito e due figlie ha conquistato i lettori e soprattutto le lettrici, scalando le classifiche inglesi con oltre 300mila copie vendute.
Nel 1960, qualcosa di terribile è accaduto al padre e alla madre di Rebecca e ha sconvolto la vita della ragazzina. Nel 2014, Jessie è turbata dal terrore che vogliano fare del male alla sua bambina appena nata. Si bombarda di antidepressivi da quando due anni prima è morta la matrigna Liz, cui era legatissima per essere stata cresciuta amorevolmente. Solo alla notizia della gravidanza ha ricontattato la madre naturale: il papà le aveva detto che a suo tempo anche lei era andata in depressione nello scoprire d’essere rimasta incinta, poco dopo la laurea in medicina. Ma l’incontro ha riaperto soltanto vecchie ferite, perché il rapporto tra Jessica e la mamma Rebecca è stato sempre difficilissimo e condizionato dall’invadenza di Liz.
La stampa ha in mano poche notizie: Jessica Roberts, trentanove anni, al primo figlio, dalla sua pagina Facebook risulta che abbia perso di recente la madre, Liz, cancro al seno. Sul “Telegraph” il necrologio è datato ottobre 2012. Il compagno è lontano, per un servizio fotografico in Nigeria. Dall’insieme, è il profilo di una donna al limite, aprendo il telegiornale all’ora di pranzo farà un botto enorme.
Non si sa se abbia fratelli o sorelle da intervistare e qualcuno ha detto di avere visto una donna con una neonata a Chichester, dice il caporedattore alla giornalista Iris. È lì che riesce a farsi inviare dalla sua testata, anche se sta vivendo una fase delicata. Non ce la fa a portare avanti le gravidanze e questo ha minato l’unione con l’esuberante marito James, dal quale sta divorziando.
Iris decide di chiamare la mamma a Seaview Cottage, anche se non è mai facile rapportarsi a lei, lontana da sempre, assente.
Il romanzo è molto ben costruito tra presente e passato, ma per non fare errori e per non scivolare in spoiler involontari, è il caso di limitarsi a segnalare quanto Emily Gunnis scrive in appendice.
La stesura ha richiesto l’annotazione frenetica di tanti appunti, mano a mano che raccoglieva informazioni fondamentali da un gran numero di specialisti. Ha voluto perciò ringraziare l’ostetrica che ha passato ore a parlarle delle sue esperienze nei reparti neonatali e delle sue intuizioni affascinanti sulla psicosi puerperale. Un grazie anche alla consulente in materia di divorzi, “l’avvocato che vorreste avere al fianco, dopo aver deciso di fare del proprio marito un ex”.
Esprime riconoscenza al pediatra che le ha sviscerato i segreti della sua materia e al nobile assistente sociale emerito, che le ha parlato del suo lavoro nel Greenways Psychiatric Hospital di Chichester durante gli anni Sessanta.
Si dice anche grata alla suocera, che l’ha messa a parte della vasta esperienza come ispettrice di polizia, lavoro svolto con determinazione e tanta pazienza. Rivolge ringraziamenti ancora commossi all’oncologa pediatrica in pensione, che l’ha fatta piangere spesso, parlandole dell’impegno incessante per salvare le vite dei bambini malati di cancro, da prima specialista a Southampton a sua volta costretta a misurarsi con maternità e allattamento.
Un sentitissimo thank you so much alla legale che le ha inviato infinite email in risposta ai quesiti sul matrimonio e sui diritti delle donne oltre mezzo secolo fa. È stata una rivelazione scoprire quanto fosse difficile ottenere il divorzio tra la fine degli anni Quaranta e i Settanta e apprendere gli espedienti ai quali si era costretti a fare ricorso per liberarsi da un matrimonio infelice.
Decisiva la collaborazione dello specialista di psichiatria perinatale, nel mettere in luce il duro trattamento che una neomamma affetta da psicosi puerperale avrebbe ricevuto negli anni Quaranta. E anche il supporto della dottoressa che le ha diligentemente spiegato tutto ciò che c’è da sapere sui pronto soccorso, la polmonite, l’ipotermia e di chi l’ha istruita sulla quotidianità in un reparto ospedaliero, sui metodi adottati per proteggere mamma e bambino, sulla fototerapia pediatrica e l’arteterapia.
Tutti elementi che possono dare un’idea della storia certamente attraente raccontata da Emily GUnnis, che ha dedicato teneramente il libro al marito Steven: il suo amore, scrive, la sua vita, l’uomo che le ha fatto raggiungere grandi obiettivi. “Non sapevo di essermi smarrita finché non ti ho trovato”.
La madre scomparsa
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