La maggioranza invisibile
- Autore: Emanuele Ferragina
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Rizzoli
- Casa editrice: BUR
- Anno di pubblicazione: 2014
Nel 2013 la scena politica italiana è stata scossa da un terremoto di dimensioni epocali: una nuova forza politica si è affermata prepotentemente perché è stata capace di intercettare il voto di gran parte di quella che Emanuele Ferragina definisce La maggioranza invisibile .
Maggioranza perché di numero sempre crescente e invisibile perché incapace di riconoscersi e rappresentarsi come gruppo coeso e perché ignorato dalla classe politica che, nel corso degli ultimi decenni, ha sempre difeso gli interessi di altri, dei cittadini più abbienti o già garantiti dall’attuale sistema economico.
Di questa maggioranza invisibile che negli anni ha rinunciato sempre più spesso al diritto di voto, non sentendosi più rappresentata, Emanuele Ferragina traccia il profilo e l’anatomia mettendo in luce la sua composizione eterogenea. In essa confluiscono disoccupati, giovani che non studiano e non lavorano (i cosiddetti neet), pensionati meno abbienti, immigrati e precari; portatori di esigenze e bisogni diversi
"tutte le componenti di questa maggioranza sono accomunate dall’esclusione e/o dalla marginalizzazione sul mercato del lavoro e soprattutto dal fatto di pagare, più di chiunque altro, il prezzo della grande trasformazione che stiamo vivendo, a causa del malfunzionamento del welfare"
Basta fissare lo sguardo allo scenario internazionale degli ultimi decenni per capire quale sia questa grande trasformazione: la crisi del fordismo e l’affermazione del liberismo hanno condotto alla finanziarizzazione dell’economia e a delle agende politiche sempre più spregiudicate dove settori produttivi sempre più ampi sono stati deregolamentati, sono state privatizzate aziende pubbliche e, soprattutto, sono stati messi in campo tagli sempre più consistenti alla sanità e al welfare, associati a una riduzione del costo del lavoro con conseguente precarizzazione di una parte sempre crescente di occupati.
Non si tratta di una prospettiva solo liberale perché le agende politiche di Thatcher e Reagan sono state mutuate anche dalla terza via di Tony Blair e, grazie alle regole economiche (leggi Trattato di Maastricht) europee, applicate su scala continentale, diffondendo quell’austerità competitiva (economia fondata sull’esportazione, con controllo della spesa pubblica e dei salari) che, seppur vincente in Germania, si è rivelata un modello fallimentare per orientare l’andamento economico dell’Eurozona.
Le scelte politiche italiane degli ultimi decenni si sono inserite armonicamente in questo scenario, penalizzando sempre maggiormente i componenti della maggioranza invisibile (entrati nel mondo del lavoro dal 1996 in poi) e continuando a garantire i privilegi di alcune specifiche categorie, come i titolari di pensioni elevate, gli appartenenti agli ordini professionali e i lavoratori già tutelati dai sindacati.
Se quello che ha decretato il successo del Movimento 5 Stelle è stato solo un voto di protesta, il consenso di questa maggioranza invisibile può comunque coagularsi ancora, e più radicalmente, intorno all’idea di un nuovo welfare che anziché aumentare riduca le disuguaglianze, attraverso ammortizzatori sociali universali contro la disoccupazione (che non tengano conto del contratto posseduto), formazione continua, un reddito minimo garantito che sostenga anche chi svolge lavori sottopagati o attività di cura e migliori percorsi d’inserimento per i migranti.
"Un nuovo welfare universale – strumento al servizio della redistribuzione e dell’incremento della produttività economica e sociale – è sicuramente un (...) primo passaggio concreto (...) attraverso cui veicolare la richiesta di nuovi diritti e lo sviluppo di un’idea diversa di cittadinanza (...) universale, e inclusiva. (...) la lotta per la redistribuzione potrebbe essere la base per una più ampia piattaforma politica egualitaria, universale e internazionalista"
Il percorso per l’affermazione della maggioranza invisibile è ancora lungo, sia per la mancanza di una proposta politica solida da parte del M5S, sia per la tendenza delle forze neoliberaliste (di centrodestra o centrosinistra che siano) a frazionarne e separarne le diverse componenti. Non si tratta però, di un percorso impossibile dal momento che chi fa parte di questa maggioranza ha una coscienza più lucida della realtà e deve solo smettere di non vedere – come avviene in Cecità di Saramago – le possibilità di dibattito pubblico già esistenti e gli spazi potenziali per una reazione democratica all’attuale stato di cose.
Scritto lo sguardo lucido di un giovane ricercatore italiano emigrato all’estero, La maggioranza invisibile è un saggio che rivela i suoi intenti chiaramente divulgativi attraverso un linguaggio semplice ed efficace dove ogni tecnicismo viene accuratamente chiarito, offrendo un’analisi attenta, impietosa ma anche inedita della nostra società. Se ne consiglia la lettura anche a chi ricercasse una chiave d’accesso estremamente stringata e sintetica alle vicende politiche ed economiche degli ultimi decenni.
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