La notte dell’erba cremisi di Mario E. Bussini

Michael “Wes” Wesley ha un buco di tre anni nella sua vita.
Non ricorda cosa sia successo, né come; l’unica cosa che sa è che si è risvegliato con degli strani tatuaggi sul suo cranio rasato e con un dono, o forse una maledizione.
Wes riesce a comunicare con le anime dei morti che ancora restano sospese sulla terra ed è per questo suo dono che la polizia di Durham, nel North Carolina, lo utilizza come collaboratore esterno.

Due terribili omicidi stanno inquietando la città in quel momento.
Patrick e Billy, due bambini di circa sei anni, sono stati ritrovati in tempi diversi dentro dei tombini della città. La paura di trovarsi davanti ad un serial killer comincia a farsi tangibile tra le forze dell’ordine, perciò qualsiasi aiuto, anche se paranormale, è ben accetto.
Wes riesce a comunicare con l’anima di Billy, che esprime la sua furia con dei poltergeist violentissimi.
Ma Wes sa anche che deve tranquillizzare lo spirito del bambino prima che la sua forza diventi incontrollabile e distruttiva: l’unico modo per farlo è quello di trovare chi lo ha ucciso.

Inizia così un’indagine che lo trascinerà su due piani paralleli, nel mondo reale e in quello ultraterreno, in compagnia dei suo colleghi poliziotti, ed in particolare di Kate, che poco a poco non si limiterà ad essere una semplice collega. Personaggi vivi e morti si alternano nelle ricerche di Wes e in tutti loro si cela un pezzo di verità...

Con “La notte dell’erba cremisi”, Mario Erminio Bussini fa il suo esordio nel mondo della letteratura horror.
Il romanzo è fluido e ben scritto. La storia, inquietante al punto giusto e mai eccessiva, si articola in un susseguirsi di colpi di scena che sfociano nel classico finale “ad effetto”.
Bussini non nasconde di essere un fan di King e Lovercaft: nel suo stile narrativo infatti si ritrovano le influenze di queste due maestri e anche alcuni richiami a telefilm storici degli anni ’90 come “Millennium” e “X-Files”.
I momenti più alti e meglio realizzati a mio avviso sono quelli in cui l’autore trascina il lettore nel mondo ultraterreno. La descrizione dei luoghi e degli ambienti (l’erba cremisi viene fuori proprio da uno di questi momenti) è suggestiva e molto avvincente.
Nella trama non si spiega la storia del protagonista e soprattutto del perché di quei tre anni di vuoto nella sua vita. Tutto lascia presagire che siamo solo all’inizio…