La passione non è finita
- Autore: Enrico Berlinguer
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2013
La passione non è finita (Einaudi, 2013) è un’antologia degli scritti, dei discorsi e dell’interviste di uno dei politici più amati, Enrico Berlinguer, dal 1973 al 1983, a qualche mese prima della sua scomparsa. Il volume nelle intenzioni del curatore non vuole essere una celebrazione né una santificazione della figura di Berlinguer, ma piuttosto una raccolta che ne ricordi il pensiero, la sua rigorosa formazione e la sua incrollabile fede politica negli anni tragici ed oscuri del nostro Novecento perduto.
Il curatore Miguel Gotor è docente di Storia moderna presso l’Università di Torino, saggista e collaboratore del quotidiano La Repubblica. Esponente del Partito democratico, ricopre attualmente la carica di senatore della Repubblica. La passione non è finita riporta e analizza gli scritti e i discorsi politici del segretario del PCI in un decennio importante della nostra storia, evidenziando una loro matrice di sorprendente attualità da cui potremmo trarre ancora innumerevoli lezioni o, come scrive l’autore, un giacimento di cultura politica. Un saggio utile per comprendere al meglio gli anni settanta e ottanta, un periodo storico difficile tra la crisi economica del 1975, le stragi terroristiche, e il ruolo dei partiti. Le riflessioni politiche e sociologiche dell’indimenticabile segretario Berlinguer sono straordinariamente idonee ad una lettura odierna che ci ricordano il prestigio e la dignità della politica quando è vissuta con passione.
“L’austerità può essere adoperata come strumento di depressione economica, di repressione politica, di perpetuazione delle ingiustizie sociali, oppure come occasione per uno sviluppo nuovo, per un rigoroso risanamento dello Stato, per una profonda trasformazione dell’assetto della società, per la difesa ed espansione della democrazia: in una parola, come mezzo di giustizia e di liberazione dell’uomo e di tutte le sue energie oggi mortificate, disperse, sprecate.”
L’austerità nel ’75 determinò la definizione di annus horribilis: l’inflazione era alta, il Pil era sceso, era in corso una preoccupante crisi di materie prime e gli Stati Uniti, con la crisi petrolifera e la sconfitta in Vietnam, svalutarono il dollaro, con le conseguenze nel nostro Paese di una politica di tagli e di sacrifici imposta non solo alla classe operaia. Berlinguer era convinto che quel periodo preoccupante si sarebbe superato e avrebbe riequilibrato e sviluppato un nuovo sistema, riducendo le differenze sociali, perché i sacrifici venivano proposti a patto di un cambiamento qualitativo della società, un cambiamento anche di moralità che per alcuni intellettuali come Pasolini, a quel tempo riavvicinatosi al PCI, era di per sé necessario.
I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società, della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti.“
Porre le basi per una nuova moralità, giustizia, efficienza e ordine erano le sue priorità politiche, come la sua intenzione di obbligare l’Europa a definirsi soggetto politico unitario. Come la volontà di attuare il compromesso storico: con un ingresso pianificato e progressivo del partito comunista nell’area di governo si sarebbe giunti alla terza fase, quella di una democrazia definitiva e di alternanza. Tra Moro e Berlinguer, negli anni del periodo stragista, l’intesa era comune proprio perché la nostra democrazia era ancora fragile e soprattutto giovane.
Un saggio interessante è il volume curato da Miguel Gotor, che offre nuovi spunti di approfondimento storico e nel quale sono raccolti i testi più noti e quelli meno menzionati, quali le riflessioni o, meglio definiti i pensieri lunghi di Berlinguer, sul rinnovamento della politica, sui grandi temi della pace e dell’ambiente e sul valore universale della democrazia. La passione non è finita è il manifesto del pensiero berlingueriano con l’intento nobile di Gotor di storicizzarne il pensiero. Il ritratto di un comunista democratico, intellettualmente rigoroso e di un uomo apprezzato per le qualità umane, un anticipatore che veniva dal passato.
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