La prima sorsata di birra e altri piaceri della vita di Philippe Delerm

A tutti probabilmente accade prima o poi di ripensare a situazioni ed eventi capitati durante l’infanzia, nella giovinezza o comunque di ripensare a tante di quelle emozioni, anche in età adulta, alle quali nel momento in cui si vivono forse non si dà la dovuta attenzione. O forse il bello è proprio questo: ripensare all’indietro con quella partecipazione e quell’affetto che in un primo tempo erano mancati.

Philippe Delerm, con il suo libretto, cerca di mettere per iscritto tutti quei piccoli piaceri della vita che gli sono capitati e che capitano, similmente, a tutta una certa popolazione. Ne viene fuori un deliziosa collezione di “prime volte”, di “sensazioni primarie”, di “emozioni basilari”.

Qualcuno potrebbe vedere in queste brevi considerazioni di Delerm dello stucchevole sentimentalismo, ma forse, mi permetto di dire, solo chi legge con una certa superficialità può dare un giudizio sommario del genere. C’è qualcosa di più in questi piccoli piaceri della vita. Se pensiamo, infatti, che viviamo in un’epoca in cui l’intimità è sempre più a rischio, le acclamate esagerazioni sono le uniche a essere significative agli occhi dei più, questo piccolo libro si pone esattamente in controcorrente, cercando di arginare lo straripante cattivo gusto di una società che basa molto sull’apparenza.

Leggetelo dunque quando avete voglia di leggere per il semplice piacere di farlo, quando tutto sembra complicato per ricordarsi la semplicità della vita, quando le cose tendono ad aggrovigliarsi e ingigantirsi sempre più per ritrovare l’essenzialità di ciò che è importante.

Un libro che ha avuto un successo enorme in patria tanto da vincere il premio Grandgousier e che ha fatto conoscere il suo autore al grande pubblico.