La prima volta di Rachel di Margaret Laurence

Margaret Laurence è considerata una delle più grandi scrittrici canadesi e questo romanzo, da cui è stato tratto un film nel 1968 per la regia di Paul Newman (La prima volta di Jennifer), rivela pienamente la sua straordinaria capacità di introspezione e lo splendido stile che le permette di rendere in parole sensazioni, sentimenti ed emozioni.

Rachel, la protagonista, esprime in presa diretta il suo mondo interiore, variegato, appassionato, contorto, mentre si trascina in una vita scialba, tiranneggiata da una madre che non sembra mai cresciuta.
Dopo la morte del padre, che Rachel non ha mai veramente conosciuto, apparentemente sempre occupato nella sua attività di pompe funebri, deve necessariamente abbandonare gli studi e ritornare a vivere nel paese natale, per poter accudire la madre e mantenerla, mentre la sorella, più forte di lei, continua la sua vita a migliaia di chilometri di distanza, senza darsi nessun pensiero.
La sorella è giustificata poichè moglie e madre di quattro figli, mentre a Rachel, ormai avviata verso un tranquillo zitellaggio, non si prospetta altro scopo che andare ogni giorno a scuola a insegnare ai bambini delle elementari e poi tornare a casa a occuparsi di sua madre, che facendo leva sui suoi sensi di colpa, la ingabbia e la obbliga ad annullarsi.

In questo scenario monotono e disperante, irrompe la figura di un uomo, il figlio del lattaio del paese, che torna per alcune settimane nella casa dei suoi genitori e con lui Rachel, per la prima volta, sperimenterà una vera iniziazione alla vita: è sicuramente una storia di sesso semplice e senza complicazioni, da parte di lui, ma per Rachel è l’aprirsi di mille possibilità di cambiamenti.
L’uomo poi ritornerà alla sua vita lontana, senza nemmeno prendersi la briga di comunicarle la sua partenza e Rachel si troverà improvvisamente a far fronte alla possibilità di essere rimasta incinta.
Sarà proprio nell’affrontare questo cammino che riuscirà a prendere finalmente coscienza della sua vita e sarà in grado di prendere vere decisioni per il suo futuro, liberandosi dell’ossessivo timore per la salute della madre che, a questo punto, non avrà più presa su di lei, poichè Rachel adesso ha capito che il coraggio serve a vivere: e ognuno di noi ha in dono una sola vita.

Questo romanzo fa parte dei cinque che compongono il ciclo di Manawaka, nome inventato da Margaret Laurence per la cittadina delle pianure canadesi in cui ambienterà le sue storie, raccontate con quello stile affascinante, ansimante, a volte rotto e balbettante, che riesce tuttavia a sprofondarci nelle sue parole e riconoscerle come nostre.