La primogenita di Sonia Milan

La primogenita (Garzanti, 2024) è il romanzo d’esordio di Sonia Milan, nata a Roma il 2 settembre 1969, che lavora nel settore informatico. Appassionata di fiori, ha conseguito l’attestato di floricultura ornamentale del comune di Roma, è esperta rosaista, e membro della giuria internazionale del Premio Roma.

“Floreat in adversis. Fiorisca nelle avversità”.

Un ninnolo di squisita fattura, un medaglione di forma ovale, con una cornice brunita e intarsiata di minuscole ametiste, dove al centro spiccava un fiore tondeggiante in rilievo, formato da tante piccole corolle in pietra d’onice, di una sfumatura tra l’azzurro e l’indaco violaceo, è l’unica eredità che Ortensia, appena nata, riceve dalla madre, che muore dopo averla messa al mondo, assistita dalla compassione di un frate pietoso.
Siamo nella Roma del 1831 e frate Giordano da Campignano osservando quella figura floreale che sbocciava tra due spade incrociate e recava un motto latino inciso nella parte inferiore, intuisce che dietro quel medaglione c’è una storia intricata.

“… Prendetelo e lasciateglielo sempre al collo, così il padre suo la saprà riconoscere…”.

Aprile 1849.
Il vento di libertà, che nel 1848 soffiava in tutta Europa, era arrivato anche a Roma, capitale dello Stato Pontificio. Il popolo chiedeva maggiore libertà e una Costituzione, che avrebbe garantito a tutti, in egual misura, diritti e doveri.
Dopo vari tentativi di comporre un governo capace di allentare la tensione crescente, papa Pio IX, nel novembre del 1848, era fuggito da Roma per trovare asilo a Gaeta, sotto la protezione del Regno delle Due Sicilie. I nuovi governanti non si lasciarono intimorire dalle invettive dei papalini e dalle scomuniche. Portarono coraggiosamente avanti un nuovo progetto politico, che culminò, il 9 febbraio 1849, con la proclamazione della Repubblica Romana, la forma democratica più avanzata dell’epoca, capace di attirare le simpatie degli intellettuali progressisti in Europa e nelle Americhe.
Pio IX, desideroso di riprendersi il trono, lanciò un appello a tutte le potenze cattoliche: risposero l’Austria, la Spagna, il Regno delle Due Sicilie e la Francia.
Roma, minacciata dai quattro eserciti delle potenze europee, vide affluire da tutta Italia e dall’estero numerosi volontari pronti a combattere per difendere la Città Eterna e la sua nuova idea di libertà.
Cominciò così, nell’aprile 1849, una guerra impari, che vide protagoniste anche le donne. La principessa Cristina Trivulzio di Belgioioso organizzò a Roma quello che fu, a tutti gli effetti, il primo corpo di crocerossine della storia. Una di queste era la giovane Ortensia, fiera di contribuire alla causa più bella: quella della libertà.

“Capito, Luci’? Possono partecipa’ tutti alla causa!”.

Mirabile romanzo storico, che racchiude tre secoli attraverso una saga al femminile, che incanta e cattura il lettore. Ottimo l’esordio letterario dell’autrice, che racconta l’evoluzione sociale femminile negli ultimi tre secoli e compone un romanzo di fantasia al cui interno interagiscono parecchie figure realmente esistite. Sono molteplici le personalità storiche e artistiche, che vengono citate di contorno nello scenario della loro epoca di appartenenza, tutti individui coraggiosi, indomiti, liberi e anticonformisti, dai quali Sonia Milan ha tratto ispirazione per la stesura del romanzo e meritano di essere ricordati e raccontati.
La figura più coinvolgente è certamente Cristina Trivulzio di Belgiojoso (Milano, 28 giugno 1808 – 5 luglio 1871) nobildonna, patriota, giornalista e scrittrice, che partecipò attivamente al Risorgimento: fu un’icona di modernità e femminismo, capace di far lavorare gomito a gomito donne dell’aristocrazia e del popolo, giunte a Roma da ogni parte d’Italia. Negli ospedali sotto la sua direzione perfino le prostitute furono ben accette ed ebbero l’opportunità di contribuire alla causa repubblicana. Donna moderna, intelligente e poliedrica, Cristina di Belgioioso rivive in queste pagine il cui fil rouge è la frase:

“Floreat in adversis. Fiorisca nelle avversità”.