

La ragazza che annega
- Autore: Caitlín R. Kiernan
- Genere: Horror e Gotico
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2025
È labirintica, conturbante e mutevole come luci psichedeliche l’ultima opera pubblicata nel catalogo Mercurio, La ragazza che annega (febbraio 2025, trad. di Milena Sanfilippo), uno dei più celebri romanzi della scrittrice statunitense di origini irlandesi Caitlín R. Kiernan.
Te lo dico, India Morgan Phelps, figlia di Rosemary Anne e nipote di Caroline, non sei capace di indovinare neanche le tue stesse motivazioni. Offuschi e neghi e intessi falsità (in maniera conscia o inconscia), e non sai spiegare perché. È folle, ed è tutto folle. No, anzi, è peggio. Inizio a perdere le fila della mia storia di fantasmi. Non sono neanche così sicura che sia davvero una storia di fantasmi e, se non lo è, allora non so cos’altro potrebbe essere. O come proseguire.
La protagonista e voce narrante di queste pagine, India Morgan Phelps, è una ragazza che ha ereditato dalla madre e dalla nonna una tara assai pesante, quella della malattia mentale. Le visite dalla dottoressa Ogilvy e tutta una serie di farmaci da prendere con cadenza regolare tutti i giorni della settimana regolano il suo rapporto con la realtà e gestiscono una mente che tende a dar retta al richiamo dell’abisso. Alle ossessioni per i numeri si alterna una peculiare conoscenza in molti campi dettata dalla curiosità, nonché una vena artistica che si trasforma in racconti e quadri. Tutti questi elementi partecipano alla natura quasi inclassificabile del romanzo, perché La ragazza che annega è l’insieme di resoconti, racconti e revisioni che Imp (soprannome della protagonista) scrive su sé stessa, la sua personale “storia di fantasmi” che prova a mettere su in maniera lineare.
A undici anni, Imp vede per la prima volta un quadro, omonimo al titolo del romanzo, del pittore Phillip George Saltonstall e ne rimane ammaliata. La storia della sua famiglia prende pieghe assai dolorose e, anni dopo, a poca distanza dall’incontro fortuito con Abalyn, Imp inchioda bruscamente con l’auto quando scorge, in un punto poco illuminato fuori città, una ragazza nuda e sperduta a bordo della strada. È il primo incontro con Eva Canning. Imp la fa salire in macchina e la porta a casa con sé, abbagliata dai colori indefinibili della giovane e dagli aromi salmastri che le riempiono le narici. L’opera d’arte e la figura spettrale infestano così la vita della protagonista, che prova a scriverne.
Tutto si ingarbuglia nel resoconto. La ragazza che annega è infatti un tentativo di libro, più che un libro vero e proprio, perché ogni pagina risente dello stato d’animo e soprattutto di quello mentale della sua autrice. Quanti sono stati gli incontri con Eva? Ha visto davvero quel che ha visto? Fra salti indietro a correggere riferimenti dati per certi, racconti scritti prima di determinati eventi ma che suonano come componimenti onirici cronologicamente successivi e intere pagine riempite in giorni di interruzione della cura farmacologica e quindi di deliri, tutto tende a mescolarsi e si fa labile il confine fra fattuale, reale, veritiero e inventato. È di certo questo l’aspetto più conturbante del romanzo di Kiernan, perché permette al lettore di entrare nel campo visivo della protagonista e di subire, proprio come lei, l’incantamento a caduta libera sopra le melodie del canto della sirena.
Tutto converge e diverge, come i numerosissimi riferimenti (Dante e Ulisse, ovviamente, ma anche Nabokov, le fiabe classiche e Lovecraft, di cui Imp si dice una lontana discendente), creando un metaromanzo che si interroga, anzitutto, sulla possibilità di dar voce a noi stessi e sui limiti immensi di qualsiasi processo di scrittura, soprattutto quella più intima e personale.
La ragazza che annega è infine anche un romanzo sul trauma; lo spiega bene Marco Malvestio nell’interessante (ma soprattutto utile, a ritrovare fili che forse abbiamo rischiato di perdere) postfazione. In un orizzonte esclusivamente femminile, le vicende di Imp, Abalyn e le altre danno ampio respiro ai diritti della comunità Lbgt e alla condizione di chi soffre di disturbi mentali, nonché alla complessa struttura familiare che rischia di soffocare o peggio rigettare indietro, sottolineando la difficoltà e la necessità della cura e del supporto quotidiani.

La ragazza che annega
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