La ragazza in nero di Angela Bianchini

Una storia che non chiede molto e dà tanto è racchiusa nelle pagine di L a ragazza in nero di Angela Bianchini (Frassinelli, 2004).

Roma.
Questa storia narrerà di tre donne. Tre generazioni differenti.
Tre anime separate dagli anni eppure così affini.
La prima, la capostipite, è una nonna che ha addosso il peso degli anni eppure non lo avverte. Un’energia che sembra davvero inesauribile.
Sua figlia è una madre ma anche una donna divorziata che ha trovato l’amore nella seconda possibilità offertale dalla vita. Una seconda chance non capita a tutti e comunque non è scontato riuscire ad afferrarla al volo. A volte, per fortuna, accade.
Poi c’è l’ultima protagonista, la nipote. O la figlia, a seconda dei casi. Comunque il cuore più giovane.
Che a sua volta darà alla luce una bimba, Prisca.
L’ennesimo capitolo per un’altra storia. O magari tante altre.
Una storia che danza sui ricordi e sui livelli temporali, una storia che partirà da lontano prima d’impattare con quello che noi chiamiamo “presente”.
E sarà un impatto a dir poco devastante…

Angela Bianchini ci dona pagine piene di sentimenti contrastanti che faranno a gara per emergere. Una gara senza esclusione di colpi eppure a suo modo onesta, un incontro di anime che non può e non deve lasciarci indifferenti.
Persone e non personaggi e uno scenario che si paleserà di fronte a noi in tutta la sua cupa magnificenza, circondandoci con dolcezza e fermezza al tempo stesso.
Il tutto condito con dialoghi taglienti e puntuali, parole che entreranno in noi facendoci provare molteplici emozioni. Contrastanti, inutile sottolinearlo.
Ingredienti sapientemente miscelati da una penna che aveva diverse cose da dire. E lo ha fatto, a modo suo. Il modo migliore, perché onesto.

Un libro che non ha un vero e proprio target di riferimento, pagine dedicate a chi vuole estraniarsi per un po’ dalla routine ma anche per chi desidera riflettere.
Due peculiarità che è davvero raro trovare insieme.
E oggi è uno di quei giorni fortunati.