La ragione del male
- Autore: Rafael Argullol
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Edizioni Lindau
- Anno di pubblicazione: 2018
La città è una metafora, il riflesso di un reiterato status quo che rischia di andare in pezzi. E gli esanimi? Chi o cosa rappresentano gli esanimi? Forse una moltitudine sempre più vasta di depressi. Di soggetti afasici, reificati a esclusiva forza consumista da un sistema alienante. Oppure sono espressione di una neo-cittadinanza indifferente? E se fossero, come sostiene qualcuno, i colpiti da un’epidemia celeste, da un castigo divino? Sta di fatto che nella città distopica architettata da Rafael Argullol (“La ragione del male”, Lindau 2018) il morbo della passività si è esteso in sordina e, a un certo punto, niente è più come prima: gli ospedali si affollano, i contagiati aumentano, di conseguenza aumentano anche i predicatori e i finti-messia annuncianti l’inizio della fine. La paranoia degenera in atti di violenza e media ed esperti, dal canto loro, in tutto questo ci sguazzano a loro agio. Difficile che le cose possano tornare a essere come erano prima della nuova peste.
(…) prima che gli strani avvenimenti se ne impadronissero, si trattava di una città prospera che faceva gioiosamente parte della regione privilegiata del pianeta. Era una città che, a giudicare dalle statistiche pubblicate regolarmente dalle autorità, poteva essere a maggioranza felice.
È questo l’aspetto che più mi ha dato da riflettere di “La ragione del male”: quante metastasi dell’anima possono covare sotto la patina delle felicità-soap (cioè delle felicità di facciata, indotte, artificiali, prive di senso autentico), delle gaberiane libertà obbligatorie? Al netto della sottile ironia, “La ragione del male” è un apologo di inquietante spessore sociologico. Un mistery politico e metafisico al contempo (qual è davvero la causa dell’epidemia?), una sirena d’allarme e un grido di dolore. Nella confusione generale che segue al proliferare del contagio, governo e cittadini rivelano la loro indole più autentica: il primo imponendo misure censorie e di sicurezza eccezionali, i secondi abboccando a fandonie religiose sconfinanti nella bieca superstizione.
Fuori di metafora, questo romanzo si segnala dunque come lettura impietosa e sconveniente; un romanzo sull’apocalisse silenziosa (un’apocalisse soffice, subliminale) che si dirama sotto i nostri occhi e sotto la nostra pelle.
In principio furono vaghe voci, poi incertezza e sconforto, alla fine scandalo e timore. Quello che si trovava a fior di pelle affondò nello spessore della carne, attraversando tutto l’organismo fino a rivoltare le viscere.
Ogni orrore comincia in tono sommesso: a pensarci bene gli esanimi (gli irretiti, gli ipnotizzati, gli ormai incapaci di reazione) potremmo essere tutti noi.
La ragione del male
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