La repubblica di Mussolini
- Autore: Giorgio Bocca
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mondadori
Giorgio Bocca, famoso giornalista italiano scomparso nel 2011, scrisse, 32 anni dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, un resoconto storico dello Stato fantoccio fascista durato 20 mesi. La repubblica di Mussolini (Mondadori, 1997) è un’opera che punta a ripercorrere un periodo delicatissimo del nostro passato, il quale purtroppo non è molto conosciuto. L’autore, che fu comandante della “X Divisione partigiana GL”, cerca di raccontare un mondo che visse con il proprio corpo osservandolo dal punto di vista dei suoi nemici.
Il libro inizia senza giri di parole, presuppone che il proprio lettore conosca già il contesto italiano post 25 luglio 1943, che conosca i protagonisti del Ventennio e che ricordi quali furono le loro mansioni. Infatti, le prime pagine descrivono direttamente la reazione di Adolf Hitler nel momento in cui venne ammainata la “bandiera del fascismo”, la quale fece nascere il governo Badoglio. Bocca evidenzia tutti i passaggi chiave per far comprendere lo strano meccanismo che portò all’armistizio dell’8 settembre, il quale vide il Regno d’Italia voltare le spalle alla Germania in favore degli Alleati.
Il racconto del giornalista si concentra sul fronte nazifascista e il libro tralascia totalmente sia l’organizzazione partigiana, la quale diventa importante solo nelle svariate lotte armate, sia le pessime condizioni dello Stato italiano. I riflettori vengono puntati esclusivamente verso i piani alti della Repubblica Sociale e verso tutti quelli che, in un modo o nell’altro, ne hanno fatto parte.
Tra questi ci sono anche gli uomini delle SS che, dopo la fuga di Mussolini dal Gran Sasso e dopo la nascita di uno Stato fantoccio manovrato dal Terzo Reich, tennero sotto scacco tutto il Centro-Nord Italia favorendo finti processi utili solo a eliminare gli avversari politici dell’Asse.
I ministri di Hitler stanno all’utile e al pratico, a un’Italia distrutta ne preferiscono una sfruttata all’osso e depredata sistematicamente.
Bocca racconta tutte le contraddizione di un’idea politica che, almeno in quella veste, era alla fine dei suoi giorni, partendo dalla svolta socialista di Mussolini, il quale la vedeva più come un ritorno alle origini, e passando per la tragica questione razziale che terminò con la deportazione degli ebrei in Germania.
L’autore decide di mettere in mostra un’Italia ancora divisa da una guerra civile che stava dissanguando il Bel Paese, inquadrando in primo piano un potere che aveva perso tutto il suo carisma e che, giorno dopo giorno, veniva sconfitto in battaglie esistenziali, le quali, dopo la liberazione nazifascista di Milano, portarono all’omicidio del Duce e di Clara Petacci il 28 aprile 1945.
La repubblica di Mussolini è un saggio divulgativo interessantissimo, che permette al lettore di conoscere, anche dettagliatamente, la tragedia che fu lo Stato fantoccio fascista.
Se devo concludere in qualche modo la conclusione, dirò che da questa vicenda italiana risulta in modo evidente il limite alibistico e esorcistico di certo antifascismo: quello di immaginare un fascismo demonio che, allora come ora, giustifica tutte le nostre debolezze e richiama su di sé tutte le rampogne e tutti i rancori di un’Italia democratica che vuole avere ad ogni costo la coscienza apposto. Per la ragione elementare che spesso a posto non ce l’ha.
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