La rivoluzione militare
- Autore: Geoffrey Parker
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: il Mulino
- Anno di pubblicazione: 2014
Nella rivoluzione militare tra 1500 e 1800 le ragioni del primato dell’Occidente fino al XX secolo
Settanta anni di pace in Europa, dal 1945. Non era mai accaduto. Anzi, il vecchio continente così fiducioso nel progresso, orgoglioso della sua civiltà, della tutela dei diritti umani, è stato sempre teatro di conflitti cruenti. Perfino la pacifica, avanzata Svezia di oggi, è stata in guerra due anni su tre nel 1600. In quello stesso secolo, del resto, gli anni di pace europea furono solo quattro. Appena dieci nel 1500. Dodici nel 1800. Geoffrey Parker, docente di storia nell’Università dell’Ohio, lo precisa introducendo il saggio “La rivoluzione militare”, che ritorna in edizione economica per il Mulino, 346 pagine 14 euro.
Proprio nel periodo tra il XVI e tutto il VII secolo, ebbe luogo quella modernizzazione continentale dell’organizzazione di eserciti, tattiche e strategie, che portò l’Europa a dominare il mondo, in terra e in mare.
La chiave del successo dell’Occidente nel creare i primi imperi veramente universali dipese da questi miglioramenti nell’abilità di fare la guerra.
È certo che i fattori di superiorità condussero i Paesi europei a controllare l’84% del territorio mondiale nel 1914, dal 35% che detenevano nel 1800. Un vero boom imperialistico in poco più di un secolo.
Fin dal medioevo, la tecnologia si prestò alla strategia e all’evoluzione del metodo – come si può approfondire in un’altra novità pocket, sempre della Storica Paperbacks il Mulino, “La guerra nel medioevo”, di Philippe Contamine, 436 pagine 15 euro – ogni progresso conduceva a un ulteriore avanzamento.
Di gradino in gradino, l’arte bellica occidentale progrediva in maniera esponenziale. Alla diffusione della polvere da sparo e delle bombarde, che demolivano le fortezze di vecchia concezione a pareti e torrioni, Leon Battista Alberti rispose con le fortificazioni a stella, piene di spigoli vivi. In campo aperto, al coraggio degli assaltatori armati di spadone si oppose con successo il fuoco dei moschetti, tanto più che per addestrare un fuciliere bastavano pochi mesi e non servivano nemmeno soggetti particolarmente forti. Alla contromarcia difensiva – dopo aver sparato, i moschettieri sfilavano in retroguardia per ricaricare – gli svedesi, sempre loro, contrapposero la contromarcia offensiva, per attaccare e sbaragliare i ranghi avversari con raffiche ripetute ogni dieci passi.
Alla pari di questo progresso tecnico e tattico, gli eserciti europei affinavano logistica e reclutamento, armamenti, trasporti, flotte, lo stesso vestiario dei soldati. A metà 1600, si cominciò a introdurre abbigliamenti standard, con giubbe di colori uniformi, per distinguere più facilmente gli amici dai nemici nei combattimenti.
La rivoluzione militare sbarcò dalle navi da guerra nei Paesi oltremare, incontrando non poche difficoltà, ma alla lunga riscuotendo franchi successi, dovuti in qualche caso allo scontro di mentalità diverse. Più portata all’organizzazione di massa quella occidentale, votata allo slancio e al coraggio individuale quella orientale. Si pensi che in Africa, venne a lungo respinta l’adozione di armi da fuoco perché contraria alla tradizione locale.
Questo non vuol dire che altre civiltà capaci di sconfinate ricchezze materiali, di ingenti capitali e di abbondanti risorse umane, non fronteggiassero l’Occidente. Anzi, il XVI secolo vide una fase di forte espansione islamica, il dominio Mogol in India si estese a un territorio vasto tre milioni di kmq e l’impero ottomano toccò circa 2,5 milioni di kmq, dal Marocco all’Egitto, dall’Iraq ai Balcani e alle pianure ungheresi.
Ma proprio l’aver sconfitto grandi Stati e popoli evidenzia la superiorità europea. Era una sfida per la vita o la morte: a Mohacs, nel 1526 e a Mezokeresztes in Ungheria, furono i Turchi a trionfare. Pur battuti pesantemente nella battaglia navale di Lepanto nel 1571, gli stessi Ottomani strapparono Cipro a Venezia nel 1570 e conquistarono Tunisi nel 1574. Solo la flessibilità militare e l’innovazione tecnologica (specie lo sviluppo delle grandi navi da battaglia, le ricerche sul volume di fuoco della fanteria e la costruzione di fortezze resistenti alle artiglierie, le tre componenti essenziali della rivoluzione militare del XVI secolo) permisero all’Occidente di sfruttare al meglio risorse limitate, per resistere e, in seguito, espandere il dominio globale sul pianeta.
La rivoluzione militare. Le innovazioni militari e il sorgere dell'Occidente
Amazon.it: 13,29 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La rivoluzione militare
Lascia il tuo commento
Nel 1988, l’esperto britannico di storia militare Geoffrey Parker pubblicò questo libro dove spiegava che il predomino dell’Occidente nel mondo era il risultato dell’azione combinata di diversi elementi che hanno facilitato il mutamento in profondità dell’arte della guerra, descritte in modo dettagliato in questa opera.
Rivoluzione militare come radicale cambiamento nella tecnologia e nelle strategie e tattiche militari, avvenute tra il medioevo e l’età moderna, che influirono sulle forme di governo in Europa e favorirono l’inizio del dominio coloniale europeo nel mondo e l’esportazione del modello occidentale.
Nei cinque capitoli dell’opera questa teoria viene spiegata con ricchezza di dettaglia e in un linguaggio comprensibile a chiunque.
CAPITOLO PRIMO LA RIVOLUZIONE MILITARE E L’EUROPA
La rivoluzione militare dell’Europa della prima età moderna fu legata alla diffusione di una artiglieria più efficace che demoliva con facilità i castelli medievali e la realizzazione di nuove fortificazioni (trace italienne). Inoltre la crescente diffusione delle armi da fuoco provocò un’eclisse della cavalleria a favore della fanteria e nuove disposizioni tattiche per aumentare al massimo le occasioni di fuoco sul nemico. Infine, gli eserciti aumentarono in modo considerevole di numero. La rivoluzione militare avvenne in Spagna, Italia, Paesi Bassi e Francia. Negli altri paesi la rivoluzione militare avvenne dove erano presenti fortezze di nuova concezione (trace italienne) e in quei paesi dell’Europa centrale ove vi fu maggiore riluttanza ad inserire i nuovi sistemi difensivi si combatterono principalmente battaglie campali.
CAPITOLO SECONDO GUERRA E LOGISTICA
L’aumentare delle dimensioni degli eserciti europei comportarono problemi legati al reclutamento, rifornimento e schieramento. In questo capitolo viene spiegato come venivano reclutati i soldati, quali erano i motivi che li spingevano ad arruolarsi, come venivano pagati, nutriti, equipaggiati, alloggiati e curati. A prescindere dalla loro dimensione, gli eserciti riuscirono raramente a far ottenere ai sovrani una vittoria completa, a causa delle limitate strategie militari disponibili. Gli stati europei della prima età moderna avevano scoperto come approvvigionare grandi eserciti ma non come condurli alla vittoria. È questo un motivo per cui dal tardo ‘500 in poi l’ostilità fra le grandi potenze prese la via del mare e si spinse oltreoceano. Per questo gran parte dei conflitti del XVII secolo furono combattuti anche oltremare e oltreoceano. Meno risolutive erano le campagne di terra e più si puntava sulla potenza navale (dal 1650 quasi tutte le guerre dilagarono sui mari).
CAPITOLO TERZO VITTORIA SUI MARI
Il periodo tra le grandi scoperte e la proliferazione delle ferrovie fu l’età d’oro della potenza marittima, nella quale il controllo delle acque strategiche decise gli equilibri. In questo periodo vi fu una rivoluzione navale con al centro il cannone. Arma in realtà sviluppata dai cinesi, che tuttavia dopo il 1550 cominciarono ad abbandonarla. Al contrario, in Europa il cannone navale venne adottato, ma il suo impatto fu lento. Nel 1360 compaiono resoconti sull’uso di artiglieria antiuomo sul mare. L’utilizzo del cannone come viene inteso ai nostri giorni avvenne gradualmente e fu legato all’impiego di navi di nuova concezione; si passò dalla galea a remi alla fregata spinta solamente dalla forza del vento. E a nove tecniche di combattimento navale. Sui mari gli europei incontrarono altri popoli e nazioni che per un certo tempo gli tennero testa (Turchi, arabi, asiatici) e il solo nel tardo nel tardo Seicento riusciranno a dominavano i mari delle Americhe, dell’Africa e dell’Asia meridionale. Ma non i mari dell’Estremo Oriente, dove vi sarebbero giunto solo diciannovesimo secolo, dopo la rivoluzione industriale.
CAPITOLO QUARTO LA RIVOLUZIONE MILITARE OLTREMARE
Fin dal Medioevo l’espansionismo europeo d’oltremare fu possibile soprattutto grazie alla superiorità assoluta o relativa dell’organizzazione militare e delle armi occidentali sulla maggior parte degli altri paesi. Ma bisogna distinguere tra le conquiste avvenute in zone dove il divario tecnologico tra gli europei e i locali giocava a favore dei primi (l’America centrale e nordorientale, la Siberia, delle zone costiere dell’Africa subsahariana e le isole del Sud-Est asiatico) e le altre parti del mondo dove gli stati avevano adottato armi e metodi combattimento simili. In India nel XVIII secolo e in Africa e nell’Asia sinica nel XIX secolo la conquista avvenne quando il divario tecnologico e nell’arte bellica fu totalmente a favore degli europei.
CAPITOLO QUINTO: OLTRE LA RIVOLUZIONE
Parker ipotizza che la fine della rivoluzione militare avvenne nella seconda metà del XVIII secolo quando una serie di innovazioni militari resero gli eserciti moderni molto più efficienti e moderni: migliore addestramento e disciplina, organizzazione nei rifornimenti, capacità di spostare velocemente le truppe, la comparsa della fanteria e cavalleria leggera (dediti alle scaramucce, con armi leggere e senza divise), pezzi d’artiglieria più corti e più leggeri ugualmente efficaci. E qualcosa di simile avvenne nell’evoluzione della guerra navale. Ma fu solo dopo l’introduzione del telegrafo, delle ferrovie, delle armi da fuoco a retrocarica e della nave corazzata a vapore che gli stati europei riusciranno ad assoggettare quei popoli che fino a quel momento avevano resistito. Grazie alla rivoluzione militare l’ascesa dell’Occidente era compiuta e si era creata la prima egemonia globale della storia.
Va comunque detto che il XVI secolo vide una fase di forte espansione islamica che ebbe come risultato l’estensione del dominio mogol in India e la formazione dell’Impero Ottomano. La disfatta di tanti stati e popoli mette in risalto la resistenza Europea contro l’impero Ottomano. Solo la flessibilità militare e l’innovazione tecnologica permisero all’occidente di sfruttare al meglio le sue risorse più limitate per resistere e, in seguito, espandere il suo dominio globale.
POSTFAZIONE IN DIFESA DELLA RIVOLUZIONE MILITARE
Nella postfazione del libro l’Autore commenta e cerca di confutare le critiche scaturite dal dibattito successivo alla pubblicazione del saggio.
Nel 1988, l’esperto britannico di storia militare Geoffrey Parker pubblicò questo libro dove spiegava che il predomino dell’Occidente nel mondo era il risultato dell’azione combinata di diversi elementi che hanno facilitato il mutamento in profondità dell’arte della guerra, descritte in modo dettagliato in questa opera.
Rivoluzione militare come radicale cambiamento nella tecnologia e nelle strategie e tattiche militari, avvenute tra il medioevo e l’età moderna, che influirono sulle forme di governo in Europa e favorirono l’inizio del dominio coloniale europeo nel mondo e l’esportazione del modello occidentale.
Nei cinque capitoli dell’opera questa teoria viene spiegata con ricchezza di dettaglia e in un linguaggio comprensibile a chiunque.
CAPITOLO PRIMO LA RIVOLUZIONE MILITARE E L’EUROPA
La rivoluzione militare dell’Europa della prima età moderna fu legata alla diffusione di una artiglieria più efficace che demoliva con facilità i castelli medievali e la realizzazione di nuove fortificazioni (trace italienne). Inoltre la crescente diffusione delle armi da fuoco provocò un’eclisse della cavalleria a favore della fanteria e nuove disposizioni tattiche per aumentare al massimo le occasioni di fuoco sul nemico. Infine, gli eserciti aumentarono in modo considerevole di numero. La rivoluzione militare avvenne in Spagna, Italia, Paesi Bassi e Francia. Negli altri paesi la rivoluzione militare avvenne dove erano presenti fortezze di nuova concezione (trace italienne) e in quei paesi dell’Europa centrale ove vi fu maggiore riluttanza ad inserire i nuovi sistemi difensivi si combatterono principalmente battaglie campali.
CAPITOLO SECONDO GUERRA E LOGISTICA
L’aumentare delle dimensioni degli eserciti europei comportarono problemi legati al reclutamento, rifornimento e schieramento. In questo capitolo viene spiegato come venivano reclutati i soldati, quali erano i motivi che li spingevano ad arruolarsi, come venivano pagati, nutriti, equipaggiati, alloggiati e curati. A prescindere dalla loro dimensione, gli eserciti riuscirono raramente a far ottenere ai sovrani una vittoria completa, a causa delle limitate strategie militari disponibili. Gli stati europei della prima età moderna avevano scoperto come approvvigionare grandi eserciti ma non come condurli alla vittoria. È questo un motivo per cui dal tardo ‘500 in poi l’ostilità fra le grandi potenze prese la via del mare e si spinse oltreoceano. Per questo gran parte dei conflitti del XVII secolo furono combattuti anche oltremare e oltreoceano. Meno risolutive erano le campagne di terra e più si puntava sulla potenza navale (dal 1650 quasi tutte le guerre dilagarono sui mari).
CAPITOLO TERZO VITTORIA SUI MARI
Il periodo tra le grandi scoperte e la proliferazione delle ferrovie fu l’età d’oro della potenza marittima, nella quale il controllo delle acque strategiche decise gli equilibri. In questo periodo vi fu una rivoluzione navale con al centro il cannone. Arma in realtà sviluppata dai cinesi, che tuttavia dopo il 1550 cominciarono ad abbandonarla. Al contrario, in Europa il cannone navale venne adottato, ma il suo impatto fu lento. Nel 1360 compaiono resoconti sull’uso di artiglieria antiuomo sul mare. L’utilizzo del cannone come viene inteso ai nostri giorni avvenne gradualmente e fu legato all’impiego di navi di nuova concezione; si passò dalla galea a remi alla fregata spinta solamente dalla forza del vento. E a nove tecniche di combattimento navale. Sui mari gli europei incontrarono altri popoli e nazioni che per un certo tempo gli tennero testa (Turchi, arabi, asiatici) e il solo nel tardo nel tardo Seicento riusciranno a dominavano i mari delle Americhe, dell’Africa e dell’Asia meridionale. Ma non i mari dell’Estremo Oriente, dove vi sarebbero giunto solo diciannovesimo secolo, dopo la rivoluzione industriale.
CAPITOLO QUARTO LA RIVOLUZIONE MILITARE OLTREMARE
Fin dal Medioevo l’espansionismo europeo d’oltremare fu possibile soprattutto grazie alla superiorità assoluta o relativa dell’organizzazione militare e delle armi occidentali sulla maggior parte degli altri paesi. Ma bisogna distinguere tra le conquiste avvenute in zone dove il divario tecnologico tra gli europei e i locali giocava a favore dei primi (l’America centrale e nordorientale, la Siberia, delle zone costiere dell’Africa subsahariana e le isole del Sud-Est asiatico) e le altre parti del mondo dove gli stati avevano adottato armi e metodi combattimento simili. In India nel XVIII secolo e in Africa e nell’Asia sinica nel XIX secolo la conquista avvenne quando il divario tecnologico e nell’arte bellica fu totalmente a favore degli europei.
CAPITOLO QUINTO: OLTRE LA RIVOLUZIONE
Parker ipotizza che la fine della rivoluzione militare avvenne nella seconda metà del XVIII secolo quando una serie di innovazioni militari resero gli eserciti moderni molto più efficienti e moderni: migliore addestramento e disciplina, organizzazione nei rifornimenti, capacità di spostare velocemente le truppe, la comparsa della fanteria e cavalleria leggera (dediti alle scaramucce, con armi leggere e senza divise), pezzi d’artiglieria più corti e più leggeri ugualmente efficaci. E qualcosa di simile avvenne nell’evoluzione della guerra navale. Ma fu solo dopo l’introduzione del telegrafo, delle ferrovie, delle armi da fuoco a retrocarica e della nave corazzata a vapore che gli stati europei riusciranno ad assoggettare quei popoli che fino a quel momento avevano resistito. Grazie alla rivoluzione militare l’ascesa dell’Occidente era compiuta e si era creata la prima egemonia globale della storia.
Va comunque detto che il XVI secolo vide una fase di forte espansione islamica che ebbe come risultato l’estensione del dominio mogol in India e la formazione dell’Impero Ottomano. La disfatta di tanti stati e popoli mette in risalto la resistenza Europea contro l’impero Ottomano. Solo la flessibilità militare e l’innovazione tecnologica permisero all’occidente di sfruttare al meglio le sue risorse più limitate per resistere e, in seguito, espandere il suo dominio globale.
POSTFAZIONE IN DIFESA DELLA RIVOLUZIONE MILITARE
Nella postfazione del libro l’Autore commenta e cerca di confutare le critiche scaturite dal dibattito successivo alla pubblicazione del saggio.