La stanza delle spezie di Frances Osborne

“Il sangue delle sue storie scorre nelle mie vene. Mi sono messa accanto a lei in un’epoca e in un mondo diverso: ho chiuso gli occhi e sono riuscita a vedere e a sentire quella che doveva esserle successo. E ho immaginato quello che doveva aver pensato.”

“La stanza delle spezie” è la ricostruzione della storia della vita di Lilla Eckford, la bisnonna di Frances Osborne, una donna semplice, comune eppure unica. La Osborne ha quattordici anni quando la sua bisnonna Lilla muore all’età di cento anni. Raccoglie l’eredità dal padre che voleva scriverne un libro e inizia così a fare ricerche, impiegando anni per ricostruire i tanti avvenimenti.

Attraverso lettere, fotografie in bianco e nero, testimonianze dei molti parenti sparsi per il mondo e dopo innumerevoli indagini la Osborne si ritrova nell’Imperial War Museum di Londra, nella British Library, davanti ad un cimelio sorprendente. Una scatola lunga e sottile, piena zeppa di lettere sbiadite scritte un secolo prima da Lilla e un libro di foglietti quasi trasparenti, un ricettario di cucina, scritto in un campo di prigionia giapponese.

“Lacrime salate mi rigavano le guance cadendo su quei fogli sottili, con il rischio di cancellare le parole. Le lettere mi aiutarono a capire in quale modo Lilla avesse trovato la forza per scrivere tutte quelle ricette: sono la testimonianza di come si possa superare ogni avversità evocando un proprio mondo interiore fatto di sapori e ricordi.”

La storia di Lilla inizia con la sua nascita a Chefoo, in Cina, da genitori britannici che si erano conosciuti su un piroscafo partito da Londra e diretto a Shanghai. Lilla nasce trenta minuti dopo la gemella Ada, venendo al mondo lottando con i pugni serrati. Il legame fra loro resterà sempre molto forte: la vita le separerà ma saprà anche riavvicinarle.

Da fine ’800 sino agli anni settanta del ’900, Lilla vive nelle colonie inglesi di Cina e India per via della carriera militare del suo primo marito. L’espansione imperialistica dell’ottocento aveva portato Lilla, come tante altre donne a vivere nei territori dell’impero e a spostarsi da una parte all’altra del mondo agli inizi del Novecento. In quegli anni, la donna si occupava di economia domestica, per la felicità del marito e dei suoi figli, rispecchiando in pieno le manovre politiche e diplomatiche delle grandi potenze militari dell’epoca. E così Lilla, con la sua innata passione per la cucina, riuscirà a superare gli avvenimenti felici e non della sua esistenza in una terra lontana. Tornerà spesso in Inghilterra e la sua vita si intreccia con la storia: conoscerà la fatica, la depressione (il padre suicida, la perdita di figli e di mariti), le ristrettezze economiche e addirittura la terribile esperienza dei campi di concentramento giapponesi in Cina.

“Sono andata in Cina e sono rimasta meravigliata davanti alla bellezza della baia di Chefoo, la città natale di Lilla. Mi sono calata nei suoi panni e ho ripercorso la sua vita insieme a lei. Dove aveva sorriso, ho sorriso anche io: dove aveva pianto, ho pianto anche io; nei posti in cui aveva preso decisioni che oggi possono sembrare strane, ho cominciato a capire quello che aveva fatto. Alla fine, avevo imparato a conoscerla.”

Una vita lunga e travagliata, una vita che non fu eroica ma certamente avventurosa, colma di piccole gioie e di grandi dolori. Una storia vera e per questo ancora più avvincente, che ha emozionato l’autrice ma che emoziona anche il lettore. Peccato che il libro non sia più in catalogo e spero vivamente che la casa editrice ci ripensi. I racconti di donne, come quella di Lilla, appartengono alla storia, a noi. Quando le protagoniste sono le tante donne piene di coraggio, le donne che si rialzano e le donne che la vita nonostante tutto non riesce a piegare, la parola fine non dovrebbe essere mai posta.

Frances Osborne, avvocato e giornalista, figlia del ministro Howell, barone di Guildford, è diventata scrittrice a tempo pieno. La storia di Lilla, la sua bisnonna, è stato il primo romanzo da lei pubblicato. Risiede, con marito e figli, accanto al primo ministro britannico in Downing Street a Londra.