La strage. Il romanzo di Piazza Fontana
- Autore: Vito Bruschini
- Genere: Politica ed economia
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2012
La strage. Il romanzo di Piazza Fontana di Vito Bruschini (Newton Compton, 2012) “non è un saggio sugli avvenimenti accaduti a piazza Fontana il 12 dicembre 1969, bensì una storia romanzata che vuole restituire l’atmosfera dell’epoca”.
L’autore “avvalendosi delle ultime istruttorie e delle confessioni di alcuni pentiti … ha mescolato personaggi di fantasia con altri davvero esistiti, tratteggiati però soltanto a scopo narrativo” cercando di dare “una diversa interpretazione dei fatti” senza sostenere nessuna accusa.
Sono queste le frasi introduttive del volume dedicato non solo alle vittime ma anche “a tutti i cittadini onesti che hanno ancora il coraggio di difendere la democrazia e la Costituzione”. Il libro rievoca la strage che segnò uno spartiacque nella Storia del nostro Paese inaugurando la cosiddetta strategia della tensione, cioè quella serie di attentati terroristici che miravano a destabilizzare la situazione politica italiana. Un eccidio che dopo 33 anni di processi vari “non aveva responsabili, ma due soli colpevoli: lo Stato e la giustizia...”.
Alle 16.37 di un venerdì pomeriggio a Milano che “in quei giorni che precedevano le feste natalizie, era sfavillante di luci, addobbi colorati, abeti dai cui rami pendevano pacchetti regalo, luminarie che disegnavano i profili dei grandi magazzini”, una bomba esplose nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, sita in Piazza Fontana, gremita per lo più “di proprietari di piccoli appezzamenti, di fittavoli, di coltivatori diretti, di allevatori”. L’ordigno provocò la morte di 17 persone e il ferimento di 80. Tra le vittime l’autore inserisce la figura di Carlo “un rappresentante di prodotti chimici per l’agricoltura” che aveva un appuntamento d’affari all’interno della banca e che rappresenta il simbolo di “quelle vittime innocenti e anche di coloro che, denunciando apertamente ciò che stava accadendo, pagarono con la vita o con l’isolamento il loro coraggio civile”.
Il popolo italiano ancora non lo sapeva, ma alle 16.37 a Milano quel cratere provocato dall’esplosione avrebbe segnato l’inizio degli anni di piombo. Scorrendo le pagine del libro emerge un intreccio perverso che si trova alla base dell’attentato e coinvolge i servizi segreti nostrani e stranieri, il golpe Borghese, la rivoluzione dei Colonnelli in Grecia, la pista nera, per non parlare degli omissis di alcuni Corpi dello Stato. Anche la politica italiana non resta fuori da questa trama tant’è vero che la frase che apre il libro è del giudice Guido Salvini, il quale dichiarò in un’intervista al quotidiano Il Riformista il 5 agosto 2010:
“Piazza Fontana ha avuto l’effetto perverso di inquinare il rapporto di fiducia tra Stato e cittadini, creando un clima di sospetto che dura ancora oggi. Ha cambiato il sentire comune e per questo è imprescrittibile”.
Durante i solenni funerali delle vittime della strage di Piazza Fontana, la Milano democratica e non politicizzata portò in piazza centinaia di migliaia di persone. Tra i tanti cittadini presenti, un giovane studente, Marco Tullio Giordana, regista del film Il romanzo di una strage, nelle sale il 30 marzo, che rievoca una pagina nera della nostra storia che per la giustizia italiana non ha colpevoli.
“Sempre più di frequente gli succedeva di pensare che il suo tempo stesse per scadere, e che gli era rimasto ben poco da vivere. Certo, non poteva gioire per quel che era riuscito a realizzare: dei tanti sogni che aveva inseguito, solo pochi si erano concretizzati. Ma si sa, la vita non guarda in faccia nessuno”.
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