La strega bambina. Il mio libro dei sogni
- Autore: Sandra Milo
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2024
Le autobiografie sono uno strumento fondamentale per conoscere la vita delle persone scoprendo aneddoti, particolari inediti, sogni e segreti che solo chi ha vissuto può testimoniare in modo autentico. Per questo leggere questo genere di libri arricchisce molto, soprattutto se chi racconta la propria vita o almeno un particolare di essa (e in questo caso si parla, usando un termine tecnico, di "memoir") ha il desiderio di farlo in modo sincero, senza filtri e senza timore di essere giudicato o di mettersi in gioco.
Sandra Milo, una tra le attrici più famose e importanti del cinema italiano, scomparsa di recente, è riuscita a completare la sua autobiografia intitolata La strega bambina. Il mio libro dei sogni (Piemme, 2024) proprio pochi mesi prima di lasciare questa vita a causa di un tumore, lasciandoci una significativa e intensa testimonianza della sua vita. Si tratta di un libro molto lucido ma appassionato nel quale si possono conoscere aspetti meno noti al pubblico non solo della brava attrice, ma anche della Sandra Milo figlia, mamma un po’ meno perché del rapporto con i suo figli racconta poco, e donna in generale.
Quest’autobiografia è divisa sostanzialmente in cinque parti, caratterizzate al loro interno dalla presenza di capitoli brevi e molto scorrevoli, ma ben scritti; “Il libro dei sogni”, che è una sorta di premessa all’opera, oltre a esserne il sottotitolo; "Lilly e l’infanzia", in cui l’autrice utilizza il soprannome con cui era chiamata da tutti da piccola e da giovanissima, prima di diventare adulta e famosa; "Il cinema", “Gli amori” e "Gli addii".
Va detto che Sandra Milo si era già cimentata in passato in ambito letterario con tre opere: Caro Federico del 1982, Amanti del 1993 e una raccolta poetica intitolata Il corpo e l’anima. Le mie poesie.
Salvatrice Elena Greco, questo è il vero nome all’anagrafe di questa grande attrice, nasce l’undici marzo del 1933 a Tunisi, capitale della Tunisia, da genitori italiani, padre siciliano e madre toscana, immigrati all’estero. Il padre ha una piccola impresa edile e rimane a vivere nel Nord Africa per alcuni anni, andando anche ad arruolarsi e combattere nella Seconda Guerra mondiale. Mentre la futura attrice, insieme alla sorella Maia, a sua madre e alla nonna rientrano nel 1936 in Italia durante lo scoppio della guerra d’Africa e si trasferiscono in particolare in Toscana, prima a Vicopisano, in provincia di Pisa, dove rimangono fino al 1944, poi in seguito a causa della guerra durante il periodo della resistenza, a Viareggio.
Nel capitolo dedicato alla sua infanzia, Sandra Milo attraversa gli anni difficili della guerra vissuti nella povertà e senza un padre, in una famiglia di sole donne che con coraggio cercano di andare avanti e di provvedere al loro fabbisogno nei modi più disparati, pur di sopravvivere. Anni duri, in cui la giovanissima e già attraente Lilly inizia a forgiare il suo carattere e a sognare, immaginando un futuro migliore sia da un punto di vista economico che da un punto di vista affettivo. Fondamentale in quegli anni il ruolo di sua mamma e sua nonna che di fatto la crescono da sole, creando un legame speciale con lei destinato a rimane saldo. In seguito il padre, rientrato dopo la fine in guerra in Italia, decise di trasferirsi in Francia in cerca di fortuna e una volta trovato un lavoro stabile, con l’inganno, sparisce per sempre dalla vita della sua famiglia, invitando prima solo le figlie a seguirlo e poi invece non presentandosi nel momento in cui doveva andare a prenderle, perché nel frattempo ha trovato una nuova compagna. Lascia così la moglie a crescere le due ragazzine e questo episodio segnerà per sempre la vita di Sandra, rafforzando il legame con sua madre. Nel corso del libro racconta come, molti anni più tardi nel 2007, aiuterà sua madre ormai malata e senza possibilità di guarigione a lenire i suoi dolori attraverso l’uso di droghe che la porteranno a morire in anticipo ,in una sorta di eutanasia della quale ella si dichiara sincera sostenitrice.
Il libro, come ogni autobiografia che si rispetti, racconta questi aspetti che vogliono essere evidenziati in questo caso dall’autrice, tralasciando invece altri che ella ritiene non pertinenti e significativi per la sua immagine da donare ai lettori. Nel capitolo dedicato agli amori, Sandra Milo non racconta delle relazioni sentimentali rese ufficiali con alcuni uomini politici, che evidentemente avevano fatto discutere, e preferisce concentrarsi sul suo amore "imperativo", Federico Fellini, mai sposato e al quale aveva dedicato il suo primo libro. Una relazione in realtà ben nota al pubblico anche quando il grande regista era ancora in vita, tanto che questi l’aveva apertamente considerata una delle sue attrici preferite e forse la musa ispiratrice per eccellenza. Pur essendo una delle attrici più importanti nel cinema di Fellini, che la valorizzò e la fece conoscere al grande pubblico affidandole ruoli molto importanti in alcuni tra i suoi film più celebri come “8½” (1963) e "Giulietta degli spiriti" (1965), Sandra Milo in realtà esordì nel cinema nel 1955 con la pellicola di Antonio Pietrangeli "Lo scapolo" e per questo regista l’autrice tesse parole di elogio e di grande riconoscenza, sottolineandone i grandi meriti ma anche l’ingiusta e la, per certi aspetti incomprensibile, poca considerazione che ha avuto nel mondo della cultura in Italia. Per lei infatti Pietrangeli avrebbe meritato addirittura che gli venisse intitolata una strada a Roma. Con lui ha recitato anche in altri film come "Adua e le compagne"
(1960), "Fantasmi a Roma" (1961) e "La visita" (1963). Il suo primo ruolo importante lo ebbe però nel famoso film di Roberto Rossellini "Il generale della Rovere" nel 1959.
Il suo impegno e la sua carriera come attrice sono stati notevoli e di lunga durata, con delle apparizioni in film anche per il piccolo schermo e partecipazioni a opere teatrali, anche se non molte a dire il vero. Nella sua carriera vanta anche programmi televisivi sia nelle vesti di conduttrice, che soprattutto come ospite e opinionista. Sandra Milo non fa riferimento a molti suoi lavori concentrando la sua attenzione nella sfera professionale sul cinema e nemmeno su tanti film, ma solo quelli che più hanno avuto un impatto significativo nella sua formazione di attrice e per la sua carriera.
Sposata per ben tre volte nella sua vita: con Cesare Rodighiero, un marchese con il quale si unì in matrimonio a soli 15 anni di età, salvo poi ottenere l’annullamento dalla Sacra Rota in seguito a dei contrasti sorti in seguito alla scomparsa di un figlio maschio nato prematuro; poi si sposò con Moris Ergas, produttore greco dal quale la sua figlia primogenita Deborah; e infine con Ottavio De Lollis, personaggio non legato al mondo dello spettacolo dal quale ebbe prima Ciro, suo unico figlio maschio, e poi Azzurra. Nel libro si fa accenno anche a una breve relazione con Cesare Romiti ,noto amministratore delegato della Fiat, con un aneddoto curioso.
La figura centrale nella sua vita sentimentale rimane quella di Federico Fellini, il quale sembra, nel racconto di Sandro Milo, si fosse deciso a lasciare la sua moglie e storica compagna di vita Giulietta Masina per mettersi insieme a lei in età matura e ricominciare una nuova vita all’estero. Sembra infatti che Fellini cercasse una nuova ispirazione artistica per il suo lavoro. Sandra Milo invece declinò la sua proposta, come spiega nell’ultimo capitolo intitolato "Gli addii", non perché non innamorata ma perché il ricordo del loro amore doveva per lei rimane per sempre imprigionato in quella relazione extraconiugale, ma di fatto nota, e non subire una svolta e un cambiamento che una vita insieme avrebbe comportato. Motivazione difficile da spiegare e forse più comprensibile accostandosi alla lettura del testo.
Solo un vago accenno viene fatto a una vicenda che rappresenta una piccola macchia nella sua vita e cioè quella legata a una truffa immobiliare, della quale Sandra Milo si sarebbe resa complice insieme a un suo compagno di allora a danno di alcuni privati e di qualche banca, per la quale fu costretta a patteggiare attraverso il pagamento di una multa. Segno che forse, pur ammettendo la sua colpa, non ritenesse di essere in cattiva fede, forse perché non davvero consapevole del danno che stava procurando alle persone coinvolte, ma il fatto non è spiegato in modo chiaro.
Risulta evidente comunque dalla lettura di questa autobiografia, soprattutto a quanto non conoscono la vita di Sandra Milo ma anche a coloro che sanno solo pochi aspetti delle sue vicende umane e professionali, che la sua sia stata un’esistenza molto intensa tanto da spingerla a scrivere che sia stata
trascinata nei più coinvolgenti gorghi della vita.
Rifacendosi a una celebre citazione scrive
In conclusione, per dire come Neruda, confesso che ho vissuto
proprio a voler sottolineare la densità di esperienze, vicende ed emozioni che hanno caratterizzato la sua esistenza, nella cui visione non manca anche una dimensione spirituale che l’ha portata a scrivere a proposito della fine, che la vita fisica si spegne come una candela "ma lo spirito no".
Questo suo libro è comunque incentrato sull’amore che fa filo conduttore all’intera narrazione e che descrive in questo modo:
così ne ho fatto incetta ,lo cerco sempre, lo tengo vivo e brillante in me, è sempre nell’amore che trovo pace, che individuo il senso di ogni cosa.
La strega bambinaia. Il mio libro dei sogni è stato pubblicato nel 2024 da Piemme edizioni nella collana Storie vere. Sandra Milo, dopo aver appreso la notizia di aver contratto un tumore ai polmoni, in seguito a una visita di controllo in previsione di un’operazione all’anca, ha deciso di scrivere questa autobiografia. È scomparsa il 29 gennaio del 2024 addormentandosi nel letto della sua casa a Roma, circa tre mesi dopo che le era stato diagnosticato il tumore ai polmoni, in seguito alle complicazioni della malattia con metastasi al cervello.
Questo libro, pur tracciando un quadro sommario e quindi per certi aspetti parziale di una vita così ricca e intensa, lascia un vivido ricordo della personalità di Sandra Milo attraverso una scrittura lineare eppure appassionata, a tratti commovente ma anche in alcuni punti ironica, essenziale in certi momenti ma al contempo poetica. Davvero un’autobiografia non banale, non patinata, scritta con il cuore e con sincerità che delinea un ritratto autentico di una persona certamente con i suoi difetti, ma di certo una grande attrice, una brava mamma e una donna appassionata della vita.
La strega bambina. Il mio libro dei sogni
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