La vera storia di Vitti ‘na Crozza. Autori, misteri, morte, miniere
- Autore: Sara Favarò
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
L’autrice, valente studiosa di tradizioni popolari, è un’artista poliedrica che esprime il suo talento nelle molteplici attività cui si dedica con passione, competenza e scrupolosità. Sarà Favarò, nominata nel 2021, Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica, ha ricevuto nel corso della sua carriera numerosi riconoscimenti a livello internazionale per la sua attività e i suoi lavori sono stati tradotti in molte lingue.
È pittrice, cantautrice, poetessa, drammaturga e in questo caso, nella disamina di questo testo, attenta ricercatrice a cui va il merito di fare conoscere al grande pubblico un ritratto di una Sicilia meno conosciuta ai più, svelando aspetti meno trattati, meno noti se non occultati dalla storiografia ufficiale.
In La vera storia di Vitti ‘na Crozza. Autori, misteri, morte, miniere (Edizioni Giambra, 2024), l’autrice restituisce dignità letteraria al testo di questa canzone, conosciuta per il suo orecchiabile e lieto ritornello, quasi un inno della Sicilia, ma che nasce in origine intorno agli anni Cinquanta come canto dal carattere e tono triste e melanconico.
Si è compiuto uno studio analitico della canzone elaborata in siciliano, sezionandone le varie parti peraltro spesso nel tempo modificate, restituendo e rendendo nota al meglio la veridicità delle sue origini e del suo significato.
E questo si compie contestualizzando, nell’epoca e nei luoghi, la canzone che nasce nell’atmosfera tremenda e disumana, quale era, quella delle Zolfare nella Sicilia dell’Ottocento e del primo Novecento.
L’autore delle parole della canzone non era noto e qualsivoglia autore e interprete, anche di fama, se ne è assunto nel tempo sovente impropriamente la paternità, apportando modifiche o interazioni che ne hanno alterato e stravolto l’autenticità del significato. Nel film di Pietro Germi Il cammino della speranza, nei primi anni Cinquanta, la canzone viene adoperata quasi come colonna sonora, ha un ritmo e una tonalità diversa da quella che noi abitualmente ascoltiamo come pure la versione che Rosanna Fratello cantò a Sanremo nel 1971. Ma è stato Michelangelo Verso, grande tenore palermitano, nel 1951, il primo e più celebre interprete della canzone, con Francesco e Totò Li Causi, autori della musica.
Le zolfare, miniere di estrazione dello zolfo, sono sullo sfondo e hanno influito sulla realizzazione di opere di grandi intellettuali, artisti e letterati dell’Isola. Quando si parla di carusi (come venivano chiamati i più giovani che vi lavoravano), ci si inserisce nel solco di questa grande letteratura con questo testo che Sara Favarò, dopo accurate, lunghe e approfondite ricerche, ha avuto il grande merito di studiare, esponendolo in maniera chiara, in un modo che prima di lei, nessuno aveva mai esaminato nello specifico.
A questi giovani lavoratori, i carusi, è stata negata l’infanzia e non sono stati istruiti, hanno vissuto un’esistenza straziante nelle miniere di zolfo, un vero e proprio inferno in terra. Ma nel libro si parla pure delle giovani donne che andavano anch’esse nelle miniere e spesso venivano abusate; costoro venivano guardate con occhio malevolo dagli zolfatari che, date le alte temperature dei cunicoli delle zolfare, erano pressoché nudi. La loro paga era poi dimezzata rispetto a quella degli altri zolfatari, uomini da cui venivano disprezzate.
Nulla si è detto prima di questo universo femminile adesso molto attenzionato da Sara Favarò. Una legge del 1907 vietò poi in assoluto alle donne di qualsiasi età di scendere nelle zolfare (cfr. L.416/ 1907 in modifica della L.242/ 1902)
In La vera storia di Vitti ‘na Crozza l’autrice tratta tutto questo con una scrittura appassionata e coinvolgente, in un volume prezioso che raccoglie resoconti e testimonianze, corredato di una ricca bibliografia e sitografia come pure da immagini e fotografie che immergono, ancor più il lettore in quel triste vissuto.
Favarò ha compiuto un attento lavoro di ricerca storica che riporta alla memoria una triste vicenda della storia italiana che vedeva le vittime del lavoro nelle miniere, private sinanco delle esequie; a questo proposito l’autrice ha indagato con rigore sulle assurde, spesso aberranti, motivazioni che per un lungo periodo la Chiesa adduceva per non effettuarle, certo non in ossequio ai dettami del Vangelo, seppure in un periodo di forti contrasti sociali, con un atteggiamento che ebbe poi a mutarsi specie dopo la Rerum Novarum del 1891 e in forza dell’azione energica di illuminati prelati, quali il Monsignore Filippo Aglialoro che celebrò messa nelle miniere.
Nessuno ha mai approfondito il dolore e la sofferenza che emerge dalla lettura del testo della canzone Vitti ‘na Crozza, che parla dei morti nelle zolfatare, dei bambini maltrattati e delle bambine, un fatto negato pure dagli storici ed è un lavoro importante quello posto in essere da Sara Favarò. L’autrice ha il merito di aver riportato alla luce verità storiche inconfutabili, rendendo altresì noto l’autore reale delle parole di Vitti ‘na crozza.
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Studioso e appassionato di Tradizioni popolari, di Storia della musica e di Storia della Sicilia.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La vera storia di Vitti ‘na Crozza. Autori, misteri, morte, miniere
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