La vita segreta di Agatha Christie di Lucy Worsley

La vita segreta di Agatha Christie (Salani, 2024, titolo originale Agatha Christie: A very elusive woman, traduzione di Laura Serra) di Lucy Worsley, curatrice presso l’Historic Royal Palaces, un ente che si occupa di vari luoghi storici tra cui la Torre di Londra, Hampton Court Palace e Kensington Palace, è la biografia della celebre scrittrice di gialli (Torquay il 15 settembre 1890 - Winterbrook 12 gennaio 1976).
Alzi la mano, se ha il coraggio, chi non ha ancora letto un libro di Dame Agatha Christie, nome completo Agatha Mary Clarissa Christie, Lady Mallowan, nata Agatha Mary Clarissa Miller, scrittrice e drammaturga britannica dalla fama planetaria.

Considerata una delle scrittrici più influenti e prolifiche del Novecento, Agatha Christie fu autrice, oltre a un esorbitante numero di racconti, opere teatrali e romanzi rosa scritti sotto lo pseudonimo di Mary Westmacott (fra cui Trappola per topi, racconto da cui l’autrice trasse la commedia di genere poliziesco, che venne presentata al West End Theatre ininterrottamente dal 1952 al 2020), di 66 romanzi gialli e 14 raccolte narranti le vicende di personaggi come Hercule Poirot e Miss Marple, tutt’oggi pubblicati con successo a livello mondiale, in virtù dei quali risulta la scrittrice inglese più tradotta nella storia dell’editoria, seconda solo a William Shakespeare.
In questo appassionante ritratto della regina del mistero, Lucy Worsley, autrice tra le altre cose delle biografie della Regina Vittoria e di Jane Austen, analizza il motivo per cui Agatha Christie finse per tutta la vita di essere una persona qualsiasi, quando in realtà fu una grande innovatrice. Infatti, se avessero domandato alla scrittrice quale fosse la sua professione, avrebbe risposto: “Nessuna”. Quando, di fronte a una pratica burocratica, Agatha doveva compilare la voce “professione”, la donna che si stima abbia venduto due miliardi di copie dei suoi romanzi scriveva immancabilmente “Casalinga”. E nonostante il suo colossale successo, Dame Agatha conservò sempre il punto di vista della spettatrice e dell’osservatrice esterna e si sottraeva a un mondo che cercava di affibbiarle un’etichetta. Inoltre, infranse le regole imposte alle donne nel XX secolo: donne della sua generazione e della sua classe sociale dovevano essere magre, fare le casalinghe, adorare ciecamente i numerosi figli e donarsi sempre agli altri.

Agatha Miller crebbe in un posto speciale. La casa della sua infanzia sorgeva su un colle che dominava dall’alto la cittadina costiera di Torquay, nel Devon del sud. Ashfield, com’era chiamata, era una bella villa vittoriana circondata dal verde e da un folto, magico bosco.

Agatha Miller era nata benestante, in tarda epoca vittoriana, la sua famiglia aveva ereditato vari beni, tra cui una casa signorile con un salone da ballo e una schiera di domestici. L’iniziale ricchezza sarebbe andata perduta e avrebbe costretto Agatha a guadagnarsi da vivere. Nei primi ottant’anni di vita, inoltre, la scrittrice aveva visto due guerre mondiali e assistito al declino dell’Impero britannico e a violente trasformazioni sociali. E avrebbe descritto tutto ciò in un’ottantina di libri che non solo divertono e appassionano ancora oggi, ma rappresentano anche una miniera di informazioni per gli storici.

Nel saggio, Lucy Worsley si occupa anche di quegli undici, drammatici giorni del 1926 in cui la scrittrice scomparve e l’intero Paese si mise alla ricerca del suo cadavere. Si è spesso sentito dire che la Christie sparì dalla circolazione con il preciso intento di far accusare di uxoricidio il primo marito, il fedifrago Archibald Christie (il secondo marito fu l’archeologo Max Mallowan, di 13 anni più giovane di lei), dal quale aveva avuto una figlia, Rosalind Margaret. Altrettanto spesso si è sentito dire che per il resto della sua vita la scrittrice non parlò più dell’increscioso incidente. Dopo aver raccolto un gran numero di dichiarazioni fatte da lei sull’argomento e leggendole con attenzione, la Worsley asserisce che “Non è esatto”.