Le Fortificazioni della città di Palermo dall’antichità ai giorni nostri
- Autore: Alessandro Bellomo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2017
Alessandro Bellomo è uno scrittore e un affermato storico, che ha già scritto libri tra cui: Bombe su Palermo, Sulle tracce dei Russi in Sicilia, La Sicilia e l’aviazione nella Prima guerra mondiale, che illustra il contributo della popolazione dell’Isola nella Grande Guerra. Il libro di cui si parla, Le Fortificazioni della città di Palermo dall’antichità ai giorni nostri, è diretto sia agli appassionati di Storia come pure a chi voglia indagare determinate tematiche.
In questa pregevole pubblicazione si tratta delle diverse tecniche di costruzione dei castelli in Sicilia, del loro utilizzo, delle loro trasformazioni e di chi nel corso del tempo li ha abitati. Una descrizione precisa e particolareggiata che si estende alle città murarie, ai fortini, alle Torri di guardia e in genere a tutte le strutture fortificate del territorio di Palermo.
Oltre ai “Castelli” più noti quali La Zisa, il Castello a mare, il Palazzo Reale, nel volume si tratta di altri numerosi e meno noti, sia in buone condizioni di conservazione o ridotti sovente solo a ruderi. Sono presenti illustrazioni, fotografie, riproduzioni e grafici che fanno conoscere al meglio questi edifici.
Il Castello a mare era uno degli edifici principali a Palermo, una struttura fortificata che è stata nel tempo, teatro di moti rivoltosi, ma anche sede militare. Prima del Castello vi era una “Motta” da cui si evolverà la struttura completa. Questa è composta da un piccolo corpo abitato in posizione elevata, circondato da mura, dove risiedeva il Signore o il Comandante della Guarnigione, i soldati e più in basso altri corpi dove erano allocati i magazzini per viveri.
Tra i vari e numerosi esempi, si ricorda ancora, il castello di Lombardia a Enna e il castello Ursino a Catania. Le forme dei castelli non sono tutti uguali per un motivo strategico; venivano costruiti con una forma variabile, assecondando le asperità del terreno e gli spazi dove dovevano insistere. Quello di Catania ha pertanto una forma quadrangolare e molto regolare, mentre a Enna la forma è irregolare, dovendo coprire tutto lo sperone roccioso dove il catello era stato costruito.
Il sistema difensivo della città di Palermo con tutti i suoi castelli aveva due modi diversi di realizzazione. Ci si basava sul modello occidentale, dove il castello era al centro della struttura abitativa e spesso il paese era stato costruito proprio intorno al castello. Un altro modello maggiormente diffuso in oriente nel mondo di cultura araba, prevedeva il Castello come unità isolata, spesso lontana dai centri abitati. In quest’ultimo caso, la funzione difensiva veniva esercitata con il controllo e il presidio delle vie di accesso alla città. La città veniva difesa solamente da un piccolo velo murario.
In Sicilia, il fenomeno dell’incastellamento avviene principalmente dopo la dominazione araba, pertanto il modello di riferimento è quello della cultura arabo-islamica. A Palermo, i castelli erano pertanto fuori della città araba; vi era il Castello a mare e poi il complesso del Castrum Novum l’odierno Palazzo Reale che
“ha origine antichissime: già nella Palermo Punica (V secolo a.C.), la zona in cui insiste il palazzo, era occupata da un complesso militare di una certa rilevanza, come ci testimonia Polibio”.
Ma tanti sono gli edifici e le costruzioni difensive in genere che l’autore non manca di descrivere, con attente e minuziose osservazioni. Senza pretesa di esaustività, il valido volume di Alessandro Bellomo, si distingue per la vastità degli argomenti trattati che vengono espressi efficacemente in forma divulgativa e sintetica, fornendo al lettore un utilissimo strumento di studio, ricerca e approfondimento.
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