Le discipline umanistiche nella riforma della scuola. Temi e problemi di una didattica di competenze
- Autore: Non disponibile
- Genere: Scuola
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Rubbettino
- Anno di pubblicazione: 2011
- a cura di Salvatore Belvedere
Salvatore Belvedere ha acquisito una lunghissima esperienza, come professore di Storia e Filosofia al Liceo Classico prima e come Ispettore Scolastico poi. Ciò gli ha consentito di coordinare e curare il libro sulle competenze, scrivendo personalmente i due capitoli dedicati alla Storia e alla Filosofia, mentre gli altri capitoli sono: Lingua e letteratura italiana, scritto da Anna Piperno, già docente e dirigente tecnico con funzioni ispettive presso il MIUR; Latino e Greco, scritto da Luciano Favini, docente e preside nei licei; Storia dell’Arte e dintorni, scritto da Rolando Meconi, docente di Storia dell’Arte e poi preside e con prestazioni di servizio presso il MIUR.
Il concetto di competenze ha una derivazione aziendale, legata a processi organizzativi del lavoro, produttivi e commerciali. Il “nuovo millennio”, osserva il professore Salvatore Belvedere,
“porta con sé l’esigenza della competenza in generale come condizione per l’inserimento, una competenza che operi nel presente ma che abbia nel contempo le caratteristiche della futuribilità, cioè della garanzia nel corso dell’esistenza”.
Se le competenze sono proprie degli individui, comprendendo attitudini, caratteristiche personali, spesso non misurabili, gli interventi sulle competenze attengono alla didattica. Dall’esterno sono osservabili e quantificabili le prestazioni, corrispondenti alle competenze applicate in un particolare contesto. Nella prefazione il professore Belvedere osserva come
“Oggi i nuovi valori di scala, come hanno imposto nuove forme di organizzazione del lavoro, così hanno collegato la professionalità alle esigenze del mercato: più quantità e più qualità”.
La competenza, in forte relazione con le prestazioni, diventa oggetto delle attività didattiche e della programmazione formativa. È, quindi, indispensabile programmare per competenze, ciò per rispondere alle esigenze delle attività produttive, ma anche per formare soggetti e cittadini che non siano semplici lavoratori, ma anche individui che partecipino più attivamente alla produzione nel loro ambito lavorativo e con maggiore coinvolgimento, maggiore creatività e “più consapevolezza del fine”. In quest’ottica la formazione di base della persona non può prescindere dalle cosiddette competenze umanistiche, per creare quelle relazioni virtuose tra saperi disciplinari e contesti applicativi; così è possibile costruire il rapporto tra scuola e società, tra scuola e lavoro.
Le discipline umanistiche nella riforma della scuola. Temi e problemi di una didattica di competenze
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