Le due vite di James il tuffatore di Berlie Doherty

James Logan è un ragazzo con la passione dei tuffi, ma non solo: è un tuffatore con la stoffa del campione. La sua è una passione innata, profondamente radicata, sostenuta da una tenacia particolare che gli consente di allenarsi giorno dopo giorno per ore, non tanto per diventare il campione del mondo (è sulla buona strada!), quanto piuttosto perché i tuffi sono la sua vita e la sua vita si realizza nei tuffi. Da piccolo è stato adottato da due genitori che lo amano e che lo sostengono nella sua passione dei tuffi ma...

A un certo momento, la domanda circa la propria esistenza diventa pressante e, a farla emergere, è una sensazione di isolamento dalla vita reale proprio per il molto tempo impegnato negli allenamenti. Non è che gli pesi più di tanto, ma entra in quell’età in cui ci si accorge degli altri, dell’importanza degli altri: dei compagni e delle ragazze!
E allora si interroga in merito alle proprie origini di ragazzo adottivo. Con la stessa tenacia con cui sa allenarsi, si impegnerà nella ricerca delle proprie origini diventando un intrepido investigatore che non si fermerà fino a ottenere delle risposte che cerca.

Ho una pietra che sembra un serpente arrotolato se stesso. È l’oggetto più prezioso che possiedo. Ce l’ho da quando sono nato. Ecco perché. Voi ci pensate mai a quando siete nati? No, naturalmente. Nemmeno io. Però penso spesso a questo: mia madre mi desiderava?

Letterariamente, il racconto Le due vite di James il tuffatore si dipana su due binari: quello del diario progressivo di James e quello della sua madre naturale, alla nascita del bambino, presentato come una sequenza di flash back filmici che creano una tensione drammaturgica (in inglese: suspense) per cui il finale non sarà di meno. Da segnalare anche che la scrittrice britannica, Berlie Doherty ha una capacità narrativa indiscussa che l’ha portata, nei suoi 77 anni di vita (Liverpool, 6 novembre 1943), tra altro, a una grande produzione di narrativa (una sessantina), soprattutto per ragazzi, con almeno 24 premi per le sue opere.
Una proposta insolita di elaborazione approccio al tema dell’appartenenza affettiva, del valore della conoscenza delle proprie origini e dell’elaborazione dell’adozione che, inevitabilmente si sviluppa tra il tema dell’abbandono e quello dell’accoglienza e la necessità di dare un senso identitario alla propria esistenza riunendo in modo unitario il tutto.

Sorprende la naturalezza dello sviluppo narrativo della trama, affascinante, avvincente e naturale. Le due vite di James il tuffatore (Piemme, 1998 traduzione di L. Cangemi) è un libro che si legge in fretta, come un tuffo dal trampolino: alcuni minuti di preparazione e, un attimo dopo il salto si è già nell’acqua. Un consiglio è d’obbligo: trattenete il fiato!