Le lupe
- Autore: Pierre Boileau, Thomas Narcejac
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2024
Bernard e Gervaise sono legati da un’amicizia condivisa che a volte Bernard, però, riesce a trasformare in un legame asfissiante.
Già nell’apertura del romanzo Le lupe (Adelphi, 2024, traduzione di Lorenza Di Lella, Francesca Sala) di Pierre Boileau e Thomas Narcejac incontriamo questi due personaggi mentre fuggono, su un vagone ferroviario, dal campo di concentramento in cui erano reclusi. L’epoca è quella della seconda guerra mondiale, la direzione è Lione. Il chiodo fisso di Bernard è Hèléne, sua madrina di guerra, che lui conosce attraverso una foto sbiadita. Lei, invece, non sa quale sia il volto di lui. Per questo Bernard, moribondo dopo essere stato travolto da un treno, può esortare Gervaise a prendere i suoi documenti per presentarsi a Hèléne con la sua identità.
E così Gervaise giunge nell’elegante e spazioso appartamento di Hèléne e della sorella di questa, Agnès, dichiarando di essere Bernard e avvertendo quasi subito la nascosta energia interiore di Hèlén:
No, non era bella, nemmeno carina, né ben pettinata, né, insomma, molto femminile; ma i suoi occhi grigi, così diretti, così imperiosi, mi piacevano. Erano occhi che andavano domati.
Gervaise è morto in un incidente, le ha raccontato lui. Adesso c’è solo un uomo di nome Bernard che forse vorrebbe rivelare la sua autentica identità, ma sa che la verità potrebbe cacciarlo via da quei soffitti alti, da quelle stanze attraversate da sussurri, da quei gesti di affetto delle due donne che presto si trasformano in passioni amorose ricambiate da Gervaise.
Poi emergono cose sottaciute che riguardano Agnès e il conflitto che ribolle sotto l’apparentemente placido affetto tra le due sorelle, e infine tutto si complica con l’arrivo della sorella del vero Bernard, Julia. Gervaise si sente perduto: come potrà difendere la propria falsa identità agli occhi di Julia? Ed ecco l’incredibile.
Julia lo riconosce senza esitare come suo fratello e nella mente di Gervaise, insieme al sollievo per lo scampato pericolo, si affaccia la sensazione di un pericolo imminente:
Mi sembrava di vivere contemporaneamente due vite, e la cosa mi sfiniva. Ma quello che mi lasciava esterrefatto, quello che più mi sconvolgeva ogni istante di più, era che quella donna riuscisse a trattarmi con tanta familiarità, a starmi appiccicata senza il minimo ritegno … come una sorella, ovviamente! La testa mi scoppiava, piena com’era di pensieri contraddittori, e avevo la certezza che ad aspettarmi, al termine di quella lunga strada buia che mi apprestavo a percorrere con l’aiuto di Julia, ci fosse un pericolo ancora più temibile.
Ad accrescere la tensione entra in ballo un’eredità milionaria per la quale si apre un gioco sottile di mosse e contromosse che ci scorta fino al sorprendente epilogo.
Il romanzo, uscito nel 1955 e tradotto due anni dopo in un film del regista argentino Luis Saslavsky con Jeanne Moreau e François Périer, è magistrale nella rappresentazione degli spazi interni della casa di Hèléne e Agnès, prima assopiti e confortevoli, poi inquietanti e claustrofobici, che vengono rispecchiati in certi luoghi della città di Lione ai quali la percezione del protagonista presta un’aura visionaria:
E la città era lo specchio di quell’appartamento ovattato, segreto, popolato di presenze. Quando uscivo, nelle livide mattine d’inverno, mi perdevo immediatamente in un dedalo di viuzze immerse nella nebbia, in cui vagavano figure oniriche. A volte sbucavo sul lungofiume della Saona, deserto, bagnato, che odorava di acqua stagnante e di palafitte; altre volte mi inoltravo per certe stradine in salita interrotte da gradinate che non portavano da nessuna parte.
Romanzo sulla doppia identità, come un altro tra i più famosi della coppia Boileau-Narcejac, La donna che visse due volte, ma diversamente da quest’ultimo qui l’inganno, lungi dall’essere di uno solo a danno di un altro, si moltiplica per farsi menzogna di tutti contro tutti.
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