

Le parole che non scrivo
- Autore: Giordano Criscuolo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
Quella che respiriamo è vita vera o mera illusione del vivere? E gli amori che ci massacrano il cuore sono davvero sentimenti carnali fatti di pelle, olfatto, odori, sapori o proiezioni della nostra coscienza? Rispondere a queste domande ci piazza inevitabilmente di fronte a una grande, immaginata porta dal doppio ingresso: da una parte entriamo in noi forti della razionalità che regge il creato, dall’altra entriamo come espressioni oniriche che calzano scarpe di sogni. Domande complesse, anzi scomode, che spesso evitiamo di porci per timore di scontrarci con risposte sfrontatamente veritiere. Domande sulle quali l’intenso libro di Giordano Criscuolo Le parole che non scrivo (Eretica, prima edizione 2017, ristampa 2024) ti obbliga a confrontarti trascinandoti per mano in un viaggio introspettivo che non ti lascerà identico a come ne sei entrato.
Uno di quei volumi che ti stravolgono come soltanto un buon romanzo riesce a fare. Straordinario, poi, è il contrasto tra la profondità dei temi trattati e la leggerenza (non banalità, si faccia attenzione) della forma narrativa. Il linguaggio giovane, non depurato da termini di strada, efficacemente quotidiano, mai costruito a uso e consumo del lettore più formale, contribuisce a dare forma empirica a una storia che diventa tangibile. Una storia che, pagina dopo pagina, ti convinci di vivere e non soltanto di leggere.
Ad arricchire il tutto, uno scenario suggestivo dove la musica è lo sfondo sul quale si muove Manuel, studente di lettere e musicista. Un’anima libera, fondamentalmente romantica, che perde la testa (e una generosa dose di cuore) per Annalisa, una ragazza conosciuta ai tempi del liceo che rivede dopo anni e che, come allora, provoca in lui sentimenti spiazzanti. Il tempo, per Manuel, è convenzione che non scalfisce e non attenua gli istinti emozionali che gli suscitano gli occhi verdi e le bellissime labbra di questa giovane donna; per lei ha scritto poesie idealizzandola fino a ribattezzarla come Marlene (nome che riporta ai Marlene Kuntz e alla mitica Dietrich) o Eleonora Duse. Si, perché in fondo un nome non è solo un nome (ho pensato al suono del suo nome e come cambia in base alle persone). Per lei, Manuel ha preso atto delle contraddizioni sociali che lo vedono amico di “tamarri” mentre lei ha “amichette snob” per poi superarle perché lui
ora era un’altra persona. / Non era più uno sporco Rockettaro. / Ora era uno sporco Rockettaro innamorato.
Manuel comprende cosa significhi il termine rivoluzione. In lui c’è rivoluzione. Attorno a lui c’è rivoluzione. L’intera opera è rivoluzione. E Criscuolo ne spiega bene il senso quando scrive:
La rivoluzione non è criticare e condannare tutto quello che gli altri fanno… / La rivoluzione è la fine della noia, della gioia. / La rivoluzione è innalzare un grattacielo. / La rivoluzione è cominciare ad usare questo cazzo di computer anche se c’hai settant’anni. / La rivoluzione è smettere di amare. / La rivoluzione è ammettere di odiare.
Passaggi come questi denotano una profondità del testo che non si può rinnegare nonostante i tentativi dello stesso autore (“umile narratore”) di restare in disparte dalla storia “scapigliata”, sul piede di guerra, fortemente attento a non abbandonare la sua armatura di uomo rock, disilluso, poco avvezzo ai voli pindarici. Tutt’altro. La penna che ha dato materia a questo romanzo è guidata da uno spirito intrinsecamente tenero.
Già, Le parole che non scrivo è uno dei libri più profondi e, sì, rivoluzionari che io abbia letto (“Lei non doveva mai materializzarsi perché mi avrebbe deluso in ogni caso. / Marlene doveva restare Marlene e invece è diventata una Nelide. / Proprio come avevo sognato”). Va detto, a colpi di note e di chitarre distorte, Giordano Criscuolo ci lancia altrove, oltre, lì dove i sogni mai decollati possono rivelarsi una salvezza e persino avverarsi. Lì dove si ha il coraggio di osare e confessarsi la verità.

Le parole che non scrivo: Una storia d'amore e chitarre distorte
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le parole che non scrivo
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