Le parole interrotte
- Autore: Francesca Palumbo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
L’accoglienza è l’indiscussa protagonista di questo Le parole interrotte (Besa, 2015) di Francesca Palumbo. Un romanzo ben scritto, in cui la penna dell’autrice pugliese, asciutta, lineare e per nulla scontata, disegna magistralmente i profili delle due donne, intorno alle quali si snodano le storie narrate. Clara e Malaika, si chiamano le due figure, così diverse, eppure così simili. La prima è fotografa, separata, con un figlio di cinque anni, che soffre di balbuzie; nigeriana la seconda, in fuga e alla ricerca del figlio, perso durante la traversata affrontata per scappare dal loro Paese e del quale non ha più avuto notizie. Un incontro importante il loro, che non solo permette il reciproco e indispensabile sostegno, ma dona anche la capacità di affrontare e gestire la propria esistenza con occhi completamente differenti.
Bucolica l’ambientazione, che esalta la bellezza e la tranquillità delle campagne pugliesi e fa da cornice a una sorta di percorso che le protagoniste compiono, non solo nell’oggettiva vita quotidiana, ma anche come percorso dell’anima. Una strada che a un certo punto decidono di percorrere insieme, per una reciproca crescita, alla ricerca del riscatto, anche se in maniera differente.
Attraverso Clara e Malaika, Palumbo narra di una delicata storia di amicizia che va oltre ai canoni ai quali la nostra cultura ci ha abituati. Ognuna diventa l’ancora dell’altra, ognuna diventa la solida base dell’altra, in un contesto d’immigrazione e accettazione, in cui per una volta non ci si gira dall’altra parte, ma si abbraccia e si fa proprio il reciproco dolore.
Degno di nota è il ruolo del mare, una presenza molto forte nel libro, vissuto dalle due donne in maniera completamente differente. Clara lo vede come una pacifica oasi rigenerante, mentre Malaika lo vive come una sorta di cimitero di anime morte. Palumbo, con il suo Le parole interrotte, consegna al lettore un romanzo forte, accompagnandolo nel mondo del dolore, fatto da quella burocrazia che troppo spesso ostacola la pura sostanza dei diritti umani e da chi finge, che gravi problematiche siano inesistenti. Lo catapulta anche nell’universo del bene, quello di chi invece si ferma, ascolta e da voce a chi non ne ha. L’autrice tratta di un argomento spinoso, affrontandolo in maniera saggia e composta, esprimendo la propria posizione in maniera chiara e non impoverendo il romanzo con polemica alcuna.
Le parole interrotte
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