Le parole lontane del fuoco di Tiffany Baker

La storia di Joanna Gilly era “una storia sul sale”. Quel sale grezzo “amaro sulla sua lingua” fatto di piccole pietre dilavate che rappresentavano “il corpo del rimpianto” cioè “tutto ciò che lei e sua sorella avrebbero dovuto dirsi e non si erano mai dette”. Nella penisola di Cape Cod, Prospect situato vicino a Hyannis, feudo del clan Kennedy, era un piccolo villaggio di pescatori i cui abitanti “traevano sostentamento principalmente dal mare: pesce, aragoste guizzanti, alghe, molluschi raccolti sulla spiaggia”. Il luogo era da sempre teatro della storica rivalità tra i Gilly, i cui elementi femminili si occupavano dell’estrazione del sale nella desolata fattoria di Salt Creek, e i Turner che ambivano a impossessarsi della salina.

“Era una diatriba tra corpo e anima perché se i Turner erano il cuore pulsante dell’economia del paese, diffondendo denaro in ogni direzione, i Gilly ne erano lo spirito, irraggiungibili, irriconoscibili, al di sopra dell’oscenità mondana dei soldi dei Turner”.

Le donne dei Gilly erano capaci, gettando una manciata di sale nei falò del mese di dicembre di Prospect, di mostrare il futuro ai concittadini, un antico dono che si tramandava di generazione in generazione ma che era anche la loro maledizione, perché le femmine Gilly erano guardate con sospetto e paura.

Joanna (Jo) e Claire Gilly erano diverse come il giorno e la notte. Jo “venuta alla luce durante una tempesta” era gemella di Henry, annegato da piccolo nella salina. Jo amava e lavorava il sale “doveva alla fattoria di Salt Crek la sua stessa vita”, Claire lo odiava perché “fin dal momento di cui aveva memoria, si era divorato tutte le cose più preziose della sua vita: l’attenzione della madre, le giornate della sorella maggiore. Le aveva rubato un fratello e fatto scappare il padre”. Jo era trasandata e introversa, Claire aspirava al meglio della vita, Jo si era innamorata di Whit Turner “avevano entrambi la stessa indole ribelle”, Claire aveva sposato Whit per ripicca quando il suo fidanzato Ethan Stone aveva deciso di pronunciare i voti sacerdotali. “Claire aveva passato la vita a ripercorrere le orme fangose di qualcun altro” ed era stato a causa di un mozzicone di sigaretta gettato nella rimessa del sale dalla ragazza che era scoppiato un furioso incendio che aveva straziato il lato destro del viso di Jo per sempre. Ora che stava per tornare di nuovo dicembre e “la pioggia gelata sarebbe diventata neve”, tutte le verità sarebbero venute a galla anche la più dolorosa e stupefacente.

“Magna est veritas, et praevalebit” (=Grande è la verità, e prevarrà).

Erano state le parole di Jo contenute nella Vulgata “l’antica versione in latino della Bibbia” mentre ripensava a una vecchia lettera che conteneva un antico segreto.

La californiana Tiffany Baker ha dichiarato in una recente intervista che il suo romanzo preferito è Jane Eyre e che ha desiderato scrivere da sempre. Grazie al passaparola dei lettori, Le parole lontane del fuoco di Tiffany Baker (titolo originale: The Gilly Salt Sisters) ha ben presto scalato negli USA la classifica dei libri più venduti ed è stato da poco pubblicato in Italia dalla casa editrice Garzanti. La trama del romanzo pone in rilievo la complessa personalità delle sorelle Gilly, il cui volto della maggiore richiamava quello del dipinto della Madonna denominata Nostra Signora del Sale, che si trovava nella chiesa di Padre Flynn. Una Vergine resa bizzarra dal fatto che non aveva il viso, “al suo posto c’era uno spazio vuoto cesellato nell’intonaco della parete”. Ciò che colpisce il lettore è il comportamento di Claire simile a quello di “un cane inferocito a caccia. Andava dove la conduceva l’istinto e non si fermava mai a pensare alle povere creature che riusciva a scovare”.

“A Prospect era arrivata di nuovo la stagione del fuoco e l’epoca del gelo e dei ghiacci...”.