Le sorelle Chanel di Judithe Little

Le sorelle Chanel (Tre60 2021, titolo originale The Chanel Sisters, traduzione di Ilaria Katerinov) è il nuovo romanzo della scrittrice statunitense Judithe Little, che ricostruisce la storia delle sorelle Chanel a cinquant’anni dalla morte di Coco Chanel, pseudonimo di Gabrielle Bonheur Chanel (Saumur, 19 agosto 1883 – Parigi, 10 gennaio 1971), una delle più grandi icone della moda.

“Venivamo da una lunga dinastia di venditori ambulanti, di sognatori che percorrevano strade tortuose, certi che qualcosa di meglio fosse proprio lì, dietro la prossima curva”.

È il racconto di Antoinette Chanel a rievocare il passato poco glorioso della sua famiglia, non priva però di quell’orgoglio, di quell’ambizione che se indirizzata nel modo giusto poteva riservare gloria, denaro e onori.
Tutto aveva avuto inizio nel convento di Aubazine dove le sorelle Chanel, Julia-Berthe, Gabrielle e Antoinette erano state condotte dal padre, Henri-Albert, venditore ambulante, dopo che la moglie, Jeanne DeVolle, era morta a soli trentuno anni, di consunzione per il troppo lavoro e il cuore spezzato. Consegnati i figli maschi Alphonse e Lucien a una famiglia di contadini, come forza lavoro gratuita, Henri-Albert, salutando le figlie sull’uscio del convento con la promessa che sarebbe tornato presto, era sparito all’orizzonte con il suo carretto.

Le sorelle Chanel, avevano subito compreso che avrebbero dovuto cavarsela e crescere sole in un mondo ovattato, severo e finora sconosciuto. Al riparo delle severe mura del convento, le sorelle, mentre il padre viveva libero come sempre, curandosi solo di sé, avevano imparato la nobile arte del cucito. Per sempre sarebbero rimasti nell’anima delle sorelle Chanel i dettagli della vita a Aubazine. Il bisogno d’ordine, l’amore per la semplicità e il profumo del pulito, uno spiccato senso del pudore, l’attenzione per la cura artigianale, le cuciture impeccabili. I rosari che le monache portavano legati in vita come catene a un occhio estetico e critico come quello di Gabrielle, la futura Coco, sembravano catene dorate, anzi l’iconica catena Chanel simbolo di classe e originalità. I mosaici nel corridoio del convento, segnato dai passi delle suore e delle giovani fanciulle, ricchi di simboli mistici come stelle e mezzelune, destinati a riapparire per incanto come bijoux de diamants su collane, bracciali e spille. I simboli che si ripetevano sui vetri istoriati, le “C” intrecciate che sarebbero diventate sinonimo di lusso e prestigio. Quello stesso monastero, vecchio, vasto e vuoto, “che ci aveva lasciato lo spazio per immaginare, per lasciare schiudere le possibilità”.

In corso di traduzione in dieci Paesi, il romanzo appassionerà le lettrici curiose di conoscere “il dietro le quinte” della vita di un personaggio leggendario, mente geniale della moda, che cambiò non solo il modo di vestire, ma anche il modo di pensare delle donne. Eliminando l’opulenza Mademoiselle Coco scelse l’essenzialità, e fu un successo planetario. Per tutto il corso della sua vita, Coco Chanel mentì sul suo passato e sulla sua famiglia, non parlò mai dell’orfanotrofio di Aubazine, del Pensionnat di Moulins e del tempo trascorso a Vichy, le storie che l’illusionista Coco raccontava sul suo passato e sulle sorelle non erano sempre vere. Ecco perché l’autrice sceglie il punto di vista di Antoinette, che mostra il lato più intimo e sincero della celebre sorella. Infatti, come scrive Judithe Little nelle note finali del volume:

“Solo una sorella che fosse rimasta lealmente al suo fianco poteva sapere, ad esempio, che le bugie di Coco sulla sua infanzia erano anche un modo per sfuggire al dolore del loro abbandono”.