Le ultime confessioni di Sylvia Plath
- Autore: Lee Kravetz
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2024
Grazie alla sua produzione lirica, Sylvia Plath è entrata nella storia della letteratura come una delle grandi autrici di poesie. C’è sempre stato un intenso interesse per la breve e tragica vita della scrittrice conclusasi con il suicidio a soli trent’anni.
Le ultime confessioni di Sylvia Plath (Fazi, 2024, traduzione di Stefano Tummolini) dello scrittore Lee Kravetz è un’affascinante ricostruzione, un misto tra fatti veri e immaginifici dell’ultimo decennio dell’autrice, un inno alla poesia e un racconto che si muove in un arco temporale di circa sessant’anni e che ha come protagoniste tre donne vicine alla Plath.
Diviso in nove sezioni, o "stanze", il romanzo è il narrato delle vicende di Estee, una curatrice d’aste ormai al termine del suo incarico lavorativo pluridecennale la quale, nel 2019, è incaricata di autenticare e mettere all’asta taccuini appena scoperti contenenti la bozza di un manoscritto che si rivelerà assai prezioso
Tengo sempre in tasca un paio di guanti di stoffa. Li indosso prima di estrarre dalla cassetta di sicurezza tre quaderni a righe, uno per volta. Separo i quaderni e li appoggio uno accanto all’altro sul tavolo….Sulla parte superiore della copertina del terzo, di colore verde, ci sono due lettere scritte con l’inchiostro nero V e L ……. - Victoria Lucas - sussurro tra me e me
Elton si rigira il cappello tra le mani – Victoria chi?-
- Victoria Lucas è uno pseudonimo-
- Vuol dire che è un nome d’arte dice Elton con tono inespressivo.
- Di Sylvia Plath, suppongo -
Quei manoscritti , quei tre quaderni opera senza dubbio della Plath, risultano essere estremamente prezioso e attraverso essi Lee Kravetz ricostruisce l’intensa e tormentata vita della scrittrice, sia con le vicende di Estee, sia anche con i ricordi di altre due donne che l’avevano ben conosciuta: Boston Rhodes, pseudonimo della poetessa Agatha White, amica di Sylvia ma allo stesso tempo gelosa della bravura della Plath e Ruth Barnhouse, la psichiatra che, nel 1953, curò la giovane talentuosa poetessa in una clinica per malattie mentali nel Massachusetts in seguito a un fallito tentativo di suicidio all’età di vent’anni e la aiutò a percorrere la strada letteraria.
Lee Kravetz, attraverso il narrato di queste tre donne, crea una storia che è una ricostruzione precisa della breve ma intensa esistenza della sfortunata poetessa e, al contempo, scrive anche un romanzo coinvolgente e toccante per le vicende più intime dei personaggi.
Attraverso racconti e ricostruzioni minuziose, quei manoscritti, giunti sulla scrivania di Estee per caso o forse per un destino preordinato, cominciano ad avere un ruolo più che rilevante. La stessa curatrice d’aste non è estranea alla vicenda: è lei la figlia della poetessa Boston Rhodes, la bambina che tanto aveva sofferto perché anche sua mamma, come la Plath, aveva tentato il suicidio.
Ogni personaggio si sente particolarmente legato alla Plath e prova, in merito alla sua fine, a quel drammatico suicidio preceduto dalla pubblicazione de La campana di vetro, sentimenti contrastanti, sia di colpa che d’incapacità di aver strappato la giovane poetessa ad una fine così repentina e drammatica.
Le ultime confessioni di Sylvia Plath di Lee Kravetz è un libro molto ben scritto che spiega con chiarezza quale posto Plath sia arrivata a occupare nel mondo letterario. Il romanzo permette ai lettori di vederla da tre prospettive diverse attraverso i vissuti delle tre coprotagoniste. Ciò consente di comprendere meglio i differenti lati della personalità della poetessa e di conoscerla sia a livello letterario sia umano.
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