Letteratura come itinerario nel meraviglioso
- Autore: Angelo Maria Ripellino
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
Siciliano, scrittore, poeta, studioso di lingue e culture slave, Angelo Maria Ripellino ha contribuito alla conoscenza e alla divulgazione della Letteratura Russa in Italia fin dai primi anni del dopoguerra. Insieme all’amata moglie Ela ha tradotto come consulente per Einaudi (conosceva almeno una decine di lingue) il teatro di Cechov, Dostoevskij, il teatro d’avanguardia russo, le opere di Pasternak, Blok, Belyj, Majakovskij. Grande esperto di critica teatrale e cinematografica, musicologo, ha inoltre scoperto autori quali Halas e Hrabal, scrittore a me molto caro (“Una solitudine troppo rumorosa”). Un grande intellettuale la cui visione culturale non era limitata ai soli parametri accademici, ma era una scelta di vita, di amore per la conoscenza che condivideva con i suoi studenti e i suoi lettori. Scriveva inoltre sul Corriere della sera, L’Unità, L’Espresso e, inviato nel 1968 in Cecoslovacchia, fece conoscere attraverso i suoi articoli la Primavera di Praga o, come la definì successivamente, la Praga Magica. Peccato che questo sia un saggio quasi introvabile; il mio è un ricordo prezioso che apparteneva a mio padre.
“Le introduzioni… sono umili tentativi di chiarire a se stessi ciò che si è scritto e di tirare le somme del proprio lavoro e di compendiarne l’andamento passato e i generali criteri”.
è la bellissima frase di apertura di questo suo splendido volume “Letteratura come itinerario nel meraviglioso”. Angelo Maria Ripellino aveva un rapporto unico e particolare, a detta di molti di perfetta integrazione con le casi editrici, ed era riuscito con la sua tenacia a proporre testi e volumi di non facile accesso al lettore. In questo saggio come un esploratore ci accompagna nel suo itinerario letterario, un viaggio a volte comprensibile e altre volte impenetrabile, con la sua profonda partecipazione e una complicità che arrivava, come amava scrivere, da lontano dai tempi giovanili nei quali rimase ferito dalle poesie di Majakovskij.
“In un’epoca ligia alle ottuse formule del realismo sociale, io mi nutrivo della lezione di rèprobi come Rozanov, Belyj e Sklovskij…”
Dalla poesia di Derzavin sulla discordia tra la vita e la morte, a Puskin che la lettura di Shakespeare gli aprì nuovi orizzonti attratto come fu dalle figure di re usurpatori che giungevano al potere con il delitto; dalla prosa di Pasternak e la libertà della parola, oggetto corposo e palpabile, e il suo ardente impegno al Futurismo russo all’amato Majakovskij, fino al teatro di Cechov che individua nelle situazioni e negli stati d’animo di personaggi indolenti, avvizziti da un’esistenza inautentica, l’afflizione e la noia del vivere.
“La lettura di Shakespeare aprì a Puskin nuovi orizzonti, traendolo fuori dall’orbita del repertorio neoclassico… rappresentava uno stimolo ad affrancarsi dalla logomachia e dalle norme delle vecchie tragedie e a delineare liberamente i caratteri, a variare e a interrompere senza timore luoghi, procedimenti stilistici e piani temporali.”
Angelo Maria Ripellino si occupava di una letteratura diversa e distante, fuori contesto dalla cultura italiana di quegli anni, affascinato come era da una scrittura povera di metafore o alcune volte, come scriveva, priva di spessore e ritmo, cercando, come studioso, analogie e concordanze. Ha mostrato come la letteratura russa sia ricca di influenze letterarie di altre letterature e legata essenzialmente ad altre forme artistiche, pittura, architettura, musica, teatro. Un itinerario meraviglioso tra le vite e le opere di autori un tempo lontani da noi, un percorso incantevole qual è la letteratura che affascinerà il lettore tra rimandi e reminiscenze, illusioni e ferite.
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