Sin dagli anni Cinquanta, soprattutto negli Stati Uniti, si usava realizzare dei video musicali per promuovere e pubblicizzare le canzoni più in voga. La moda del video clip si diffonde a macchia d’olio negli anni Ottanta con la successiva nascita di canali dedicati.
I video musicali non sono però tutti uguali. I più semplici mostrano l’artista che esegue il suo brano, quelli più articolati invece sono dei veri e propri film spesso affidati a registi di successo e che a volte non mostrano l’esecutore della canzone in oggetto.
Il videoclip di “9 primavere” di Ermal Meta, uscito il 19 ottobre a una settimana dalla diffusione del singolo sui canali radiofonici, si colloca in un certo senso nella categoria del mini film.
Girato prevalentemente in interni a Catania dal giovane regista catanese Giovanni Tomasello e interpretato da due attori siciliani, il video è una trasposizione per immagini dello struggente testo composto ed eseguito da Ermal Meta.
Musica, parole e sequenze si sposano alla perfezione. Il copione del video è semplice ed efficace al tempo stesso. Nei quattro minuti di durata la storia di un amore durato nove primavere si estrinseca attraverso il quotidiano utilizzando una raffinata analessi.
L’abitazione e i suoi luoghi diventano il centro della storia dando allo spettatore l’impressione di calore e svuotamento con le sequenze ravvicinate di stanze vuote e al contrario vive e vissute.
Il paradosso del video è che va visto a occhi chiusi così come al buio andrebbe ascoltata la canzone. Quest’affermazione paradossale spiega come ogni scena riesca a rendere i versi del testo quasi come una raffigurazione mentale dell’ascoltatore quella finzione nel pensiero abilmente descritta da Leopardi nell’Infinito, sublime esempio di poesia visiva.
Ermal Meta in “9 primavere” è riuscito a catturare l’essenza della storia d’amore con un testo semplice che spiega visivamente e realisticamente la vita a due. Non parole struggenti o uso di iperbole, "spegni quella luce", "due spaghetti due" rendono a pieno un quotidiano che può essere routine ma che descrive la felicità delle piccole cose.
Il regista ha saputo trasporre in immagini un testo di per sé perfetto. L’artista Meta non è presente fisicamente nel video, ma chi guarda in realtà riesce a vedere oltre realizzando la sua presenza in ogni singolo frame perché ogni verso, ogni scena è quanto Ermal racconta e rivela.
Leggi anche Ermal Meta: versi in musica. Richiami a Dante e Leopardi nei testi
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lingua e linguaggi, dalla canzone al videoclip: “9 primavere” di Ermal Meta
Lascia il tuo commento