

Lo psichiatra nel cassetto. Com’è cambiata la malattia mentale
- Autore: Enrico Baraldi
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2014
Non so se vi è mai capitato di avere tra le mani una copia del DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders). A me sì: gli elenchi del telefono di certi capoluoghi di provincia sono molto meno spessi. Tutti potenziali malati di mente, il DSM è un tomo ipertrofico, con dentro raggruppata in bella (?) mostra i disturbi psichici del pianeta Terra, sintomatologia dopo sintomatologia: dai semplici attacchi d’ansia che contieni con una manciata di Xanax alle psicosi dure & pure che non ti basta un vagone di Serenase.
Il DSM V (siamo giunti alla quinta versione, una spanna sotto la saga di “Guerre Stellari”, gli americani il sequel ce l’hanno nel sangue !) rimane comunque un testo per addetti ai lavori (taglio asettico, linguaggio tecnico), astenersi i digiuni del Verbo psichiatrico, soprattutto se tendenzialmente ipocondriaci e/o depressi.
In caso di bisogno, meglio - molto meglio - ricorrere alla tassonomia spicciola de “Lo psichiatra nel cassetto” (Nuovi Equilibri, 2014) redatto dal medico psichiatra Enrico Baraldi, che in primo luogo pensa ai lettori non iniziati alla materia e in secondo la mette anche sull’ironia salva-vita. Attenzione però che la disamina è puntuale come un orologio svizzero, restituita con cadenza affatto ansiogena/sentenziante, al punto che a Freud e Jaspers non si fa specie di affiancare citazioni da Guccini, Liga e Battisti. In altre parole: questo manuale di psichiatria da cassetto indica una a una le declinazioni della psicopatologia mentale - dalle fobie solite e più inconsuete, come quella dei clown, alle dipendenze patologiche vecchie e nuovissime; dai sempre “gettonati” disturbi ossessivo-compulsivi agli attacchi di panico, alla sintomatologia “negativa” e “positiva” dello spettro schizofrenico - ma il suo tratto peculiare non è terroristico e nemmeno ghettizzante.
Uno dei meriti principali di questo libro è infatti quello di sbugiardare una volta per tutte lo stigma legato a una malattia che, nella maggior parte dei casi, si presenta con risvolti meno eclatanti da quelli sbandierati dalla nera dei telegiornali. Concludo con le parole con le quali Baraldi stesso ci introduce al suo lavoro:
“I libri di psichiatria sono tutti voluminosi, difficili da capire e cari, destinati a un pubblico selezionato. La malattia di mente o, almeno, i meccanismi psicologici che la sottendono sono, al contrario, esperienze vicine a tutti. In più, il modo in cui una società tratta il malato mentale è paradigmatico del suo atteggiamento nei confronti dell’altro, del diverso, dello straniero. Questo sono alcuni dei motivi per cui ha un senso un manuale di psichiatria sintetico, comprensibile ed economico.”
L’autore va preso alla lettera, se è vero che se la cava in nemmeno 200 pagine al (modico) prezzo di 15 euro. Il suo libro è tra i più intelligenti e piacevoli che mi sia capitato di leggere sull’argomento, un libro da tenere (nomen omen) nel cassetto e da tirare fuori senza timore alcuno all’occorrenza.

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