Lo scafandro e la farfalla
- Autore: Jean Dominique Bauby
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Ponte alle Grazie
Noi, molto spesso, diamo tutto per scontato. Il nostro corpo deve funzionare al meglio, essere in forma e piacere sia a noi che agli altri. Una macchina perfetta, insomma, che si direbbe non abbia quasi mai bisogno di “riparazioni” particolari. Poi, un giorno, succede qualcosa.
Così, l’8 dicembre 1995, Jean - Dominique Bauby, giornalista affermato, inizia un percorso totalmente differente nel momento in cui, a soli quarantatrè anni, è colpito da ictus e cade in coma profondo. Al risveglio è un uomo molto diverso poiché, causa il danneggiamento dei centri nervosi, è colpito dalla “locked in syndrome” , patologia che impedisce qualsiasi movimento e blocca addirittura la respirazione. Così viene tracheotomizzato e accudito perché gli è impossibile anche il minimo movimento. Gli resta solo l’uso dell’occhio sinistro col quale comunicherà col mondo.
Con il solo battito delle ciglia Jean Dominique detta alla sua segretaria quella che è diventata la testimonianza di un uomo che si sente prigioniero del suo corpo, come fosse rinchiuso in un pesante scafandro. Nonostante ciò, egli è vivo, così come lo sono i suoi pensieri, liberi come farfalle e vede il mondo in modo realistico, a volte disincantato ma non disperato. Nulla a lui è possibile e allora vola con la fantasia. Non può più assaporare nulla così sogna…
“Ho fatto ricorso alla memoria viva dei gusti e degli odori. Una volta esisteva l’arte di cucinare con gli avanzi. Io coltivo quella di cuocere a fuoco lento i ricordi”
Il pensiero va al padre, ai figli, alle tante persone che conosce e con cui ha voglia di comunicare.
“Tanto quanto di respirare, ho bisogno di commuovermi, di amare, di ammirare”
”Ricevo lettere di grande valore. Le aprono, le spiegano, le mettono sotto i miei occhi. Un giorno vorrei incollarle una ad una per farne un nastro lungo un chilometro che ondeggerà nel vento come un gonfalone a gloria dell’amicizia. Così allontanerò gli avvoltoi.”
L’uomo morirà a quarantacinque anni, poco dopo la pubblicazione del suo libro nel quale non si parla di morte, bensì dell’illusione di uscire da quella triste condizione. Il libro, pubblicato nel 1997 e poi divenuto anche un film, è come una poesia fatta di pensieri e parole oltremodo vivi anche se solo dietro a un battito di ciglia.
Lo scafandro e la farfalla
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