Lo zen e il tiro con l’arco di Eugen Herrigel

Il tiro con l’arco in Giappone non è un sport ma un rito; arco e freccia non costituiscono gli strumenti per giungere a un’abilità sportiva, bensì mezzi dell’arciere per una lotta con se stesso.
Con questo prologo Eugen Herrigel introduce il lettore alla conoscenza dello Zen, filosofia di vita, ragione morale ed etica che si sviluppa a partire dal buddismo Dhyana in Cina e in Giappone, nel suo volume Lo zen e il tiro con l’arco, uno dei più celebri testi del catalogo Adelphi pubblicato nell’ottobre del 1987 con la traduzione di Gabriella Bemporad.

Herrigel, docente di filosofia, da quando era uno studente si interessa alla letteratura mistica ma la sola teoria non è sufficiente per capire come si giunge alla "via": come si diventa realmente un mistico? Il caso vuole che un giorno gli venga proposto di insegnare filosofia a Tohoku, dove cercherà di realizzare il suo sogno: comprendere l’arte dello Zen. Scelse di arrivarci con l’arte del tiro con l’arco, ma non senza ostacoli che lo scoraggeranno a tal punto da abbandonare la pratica per riprenderla subito dopo con più fermezza e decisione.
Prima di tutto dovrà convincere i maestri che inizialmente vogliono dissuaderlo perché gli occidentali rifiutano ogni forma di dottrina, dovrà vincere l’impazienza di imparare e ci vorrà infatti un intero anno per imparare la respirazione, afferrare l’arco, incoccare la freccia, sollevare l’arco, tenderlo e restare nella massima tensione e infine tirare. E ciononostante il colpo non partiva correttamente perché Herrigel restava troppo nel pensare all’esecuzione e non sapeva attendere.
E come se non fosse già abbastanza il senso dell’insuccesso, il Maestro gli disse che fin a quel momento ciò che aveva imparato era solo la preparazione al tiro. Dovrà dunque "imparare la giusta attesa", dovrà imparare il distacco dall’io, perché soltanto così è possibile fare partire il colpo e comprendere il significato intrinseco del motto "un colpo - una vita".

Herrigel conclude con una comparazione tra l’arte del tiro con l’arco e l’arte della spada, sottolineando come la costante esercitazione conduca alla perfezione, che consiste nell’assenza di pensiero dell’ io, quando tutto è "vuoto", anzi tutto è puramente "azione".
Eugen Herrigel con Lo zen e il tiro con l’arco ci regala in poche pagine le nozioni necessarie per intraprendere un percorso iniziatico verso la conoscenza del sé e la liberazione dell’io e spiega come lo zen sia, diversamente dalle dottrine religiose e filosofiche, "la coscienza quotidiana" riprendendo le parole di Matsu.