Los Angeles stories
- Autore: Ry Cooder
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2012
Ry Cooder non è uno scrittore, almeno non come occupazione principale. Si tratta invece di un grande chitarrista, ideatore del progetto "Buena Vista Social Club". Il suo ultimo CD è da poco uscito in tutti i negozi. Personalmente, pur riconoscendo la sua grandezza, non annovero la sua musica fra quella che preferisco ascoltare, ma sono stata attratta da questo suo libro. Sono sempre incuriosita dalle prove letterarie dei musicisti, poiché credo che musica e parola abbiano infiniti punti in comune e si diano la mano, e che difficilmente un bravo musicista potrà scrivere un pessimo libro, quantomeno dal punto di vista stilistico. Le note di copertina, che suggeriscono una raccolta di racconti a metà strada fra il "noir" e il musicale, hanno abbattuto i miei ultimi dubbi.
Pubblicato da Elliot, nel 2012, Los Angeles Stories contiene otto racconti, otto stralci di vite trascurabili, invisibili, maledette, ai margini della società, otto situazioni legate fra di loro da un filo appena appena percettibile. Atmosfere cupe, svogliate, esistenze svuotate di ogni vaga speranza, quasi indifferenti, abbandonate al fatalismo, mentre intorno a loro si stringono delitti, omicidi, situazioni scottanti e al di fuori della legge.
Un’ambientazione che strizza l’occhio più di una volta ad autori come Tennessee Williams o John Osborne: uomini e donne che si trascinano ai lati della vita, prede dell’ineluttabile che forse è tale solo nelle loro menti scoraggiate. Le trame dei racconti sono lente, complesse, non concluse, lasciano il lettore disarmato come il protagonista, che sembra guardare la situazione dall’esterno senza reagire, come se fosse consapevole che la sua lotta sarebbe una battaglia contro i mulini a vento. Ogni storia è narrata in prima persona, ma sembra quasi un ricordo lontano che uno sconosciuto racconti dopo anni e anni a un interlocutore occasionale, come un episodio sbiadito per il quale non si ha più partecipazione, trasformato dal passare del tempo in un semplice aneddoto.
I protagonisti dei racconti vengono a contatto quasi casualmente con omicidi o presunti suicidi che riguardano persone da loro ben conosciute, restandone più o meno coinvolti proprio malgrado. Il procacciatore d’affari per l’Annuario di Los Angeles amico del cantante d’opera, il sarto di fiducia del famoso musicista, il cantante pregno di antipatia per l’insopportabile critico cinematografico, il musicista che protegge la minorenne non tanto angelica, tutti sono coinvolti in storie poco chiare, che si svolgono accanto a loro ma finiscono per lambirli come le onde di un mare agitato, deformando la loro immagine pubblica e lasciandoli con le mani legate e incapaci di autodifesa.
Ambientazione e trame sono senza dubbio affascinanti e di per sé coinvolgenti, anche se la complessità dell’intreccio rende questi racconti non facilissimi da seguire se non con una certa concentrazione. Lo stile di scrittura è quasi cinematografico, dà l’illusione di seguire certi film americani nei quali jazz e gangster si mescolano e si armonizzano. Per contro, pochi sono i personaggi veramente caratterizzati: uno di essi è l’enigmatico e pavido Woody di "Sorridi". La voce narrante, come già detto quasi un osservatore esterno, si identifica con il lettore, lasciando trapelare ben poco delle proprie caratteristiche. Non graditi a tutti i lettori i finali sfumati, perfino inconsistenti. Nel complesso, comunque, una buona prova e una lettura di buon livello.
Los Angeles stories
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