

Lucy Gray, testo del poeta romantico William Wordsworth pubblicato nella sua celebre raccolta delle Ballate Liriche, risale al 1799. Racconta la storia di una giovane ragazza, di nome Lucy Gray, il cui destino è segnato da una tragica scomparsa, avvolta nel mistero. Questo evento trae ispirazione da un fatto di cronaca reale, come racconta lo stesso Wordsworth:
“Scritto a Goslar, in Germania, nel 1799. Si basa su una circostanza raccontatami da mia sorella, di una bambina che, non lontano da Halifax nello Yorkshire, rimase disorientata durante una tempesta di neve. I suoi passi furono rintracciati dai genitori fino al centro della chiusa di un canale e non fu possibile rintracciare nessun’altra traccia di lei, né in avanti né indietro. Il corpo, tuttavia, fu trovato nel canale.” (fonte)
Eppure, gli appassionati del genere fantasy e distopico avranno già sentito questo nome: Lucy Gray è anche la protagonista del libro di Suzanne Collins della saga Hunger Games intitolato Ballata dell’usignolo e del serpente, pubblicato in italiano da Mondadori nel 2020 (trad. S. Brogli).
Vediamo insieme testo e traduzione della poesia di William Wordsworth e i collegamenti, analogie e differenze del personaggio citato nella poesia e nel libro di Suzanne Collins.
Testo originale della poesia “Lucy Gray” di William Wordsworth
Oft I had heard of Lucy Gray:And, when I crossed the wild,I chanced to see at break of dayThe solitary child.No mate, no comrade Lucy knew;She dwelt on a wide moor,The sweetest thing that ever grewBeside a human door!You yet may spy the fawn at play,The hare upon the green;But the sweet face of Lucy GrayWill never more be seen."To-night will be a stormy night—You to the town must go;And take a lantern, Child, to lightYour mother through the snow.""That, Father! will I gladly do:’Tis scarcely afternoon—The minster-clock has just struck two,And yonder is the moon!"At this the Father raised his hook,And snapped a faggot-band;He plied his work;—and Lucy tookThe lantern in her hand.Not blither is the mountain roe:With many a wanton strokeHer feet disperse the powdery snow,That rises up like smoke.The storm came on before its time:She wandered up and down;And many a hill did Lucy climb:But never reached the town.The wretched parents all that nightWent shouting far and wide;But there was neither sound nor sightTo serve them for a guide.At day-break on a hill they stoodThat overlooked the moor;And thence they saw the bridge of wood,A furlong from their door.They wept—and, turning homeward, cried,"In heaven we all shall meet;"When in the snow the mother spiedThe print of Lucy’s feet.Then downwards from the steep hill’s edgeThey tracked the footmarks small;And through the broken hawthorn hedge,And by the long stone-wall;And then an open field they crossed:The marks were still the same;They tracked them on, nor ever lost;And to the bridge they came.They followed from the snowy bankThose footmarks, one by one,Into the middle of the plank;And further there were none!Yet some maintain that to this dayShe is a living child;That you may see sweet Lucy GrayUpon the lonesome wild.O’er rough and smooth she trips along,And never looks behind;And sings a solitary songThat whistles in the wind.
Traduzione italiana della poesia “Lucy Gray” di William Wordsworth
Di Lucy Gray spesso avevo sentito parlare,e quando la deserta landa attraversaiallo spuntar del giorno, la bambina solitariami accadde d’incontrare.Né compagni né amici Lucy aveva;là dove nessun altro osava lei vivevaed era la creatura più soave mai cresciutasulla costa del monte dal vento battutaAncora scorgi il cerbiatto giocare,la lepre nel verde del prato,ma il dolce viso di Lucy Gray,quello no, non lo puoi più guardare.“Questa notte sarà notte di tormenta,ma andare in città, bambina, si deve.Prendi una lanterna per far lucea tua madre che ti segua nella neve.”“Certo, padre! Lo farò con piacere:il pomeriggio ancor non scolora,l’orologio del paese batte le due appena orae la luna a stento si può intravedere.”Al che il padre volse il falcettoe di frasche raccolse un fastello;al lavoro del giorno attese,e Lucy in mano la lanterna prese.Spensierata come cerbiatta di monte,un nuovo sentiero si aprì nel gelo:coi piedi spargeva la neve sottileche nell’aria s’alzava quale velo.La tormenta giunse anzitempo,e lei sperduta su e giù si aggirò;più di un colle Lucy scalò,ma la città non raggiunse mai.Gli infelici genitori tutta notteandarono in lungo e in largo gridando,ma non v’era segno né suonoche potesse la rotta indicare.All’alba giunsero su una collinache sovrastava tutto il paesaggio,e da lì videro il ponte di legnoche attraversava un profondo burrone.In lacrime gridarono, tornando verso casa:“In cielo tutti ci rivedremo”,quando la madre nella neve scorseimpressa di Lucy l’orma dei piedi.Quindi giù, lungo l’erta collina,ricalcarono i piccoli passi, entrola siepe spezzata del biancospino,e accanto al lungo muro di pietra;e poi attraverso un campo aperto:le tracce eran sempre le stesse.Di seguirle non smisero, né mai le persero,fino a che al ponte non giunsero.Dall’innevata china rincorseroquelle orme, una dietro l’altra,sino al centro del passaggio.Ma oltre non ve n’erano più!Eppure, certi sostengon tuttorache viva sia la piccina,che in quella triste, deserta landala dolce Lucy Gray si veda ancora.Tra piane ed erba alta cammina,e indietro mai guarda.Una canzone solitaria cantache unicamente al vento parla.
(Traduzione di Simona Brogli all’interno del libro Ballata dell’usignolo e del serpente, Mondadori, 2020)
“Lucy Gray” di William Wordsworth: analisi metrica e tematica della poesia


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William Wordsworth coniuga forma e contenuto al fine di creare un’atmosfera sospesa tra reale e soprannaturale, quasi fuori dal tempo: la struttura della poesia, il ritmo, le scelte lessicali e le immagini simboliche contribuiscono a costruire il pathos e il senso di mistero che la caratterizzano.
La poesia è scritta in quartine, sedici strofe di quattro versi ciascuna, con versi di lunghezza variabile, ma per lo più endecasillabi e settenari.
Lo schema delle rime segue il modello ABAB, ovvero rime alternate, uno schema tipico delle ballate tradizionali inglesi, dove il primo e il terzo verso non rimano tra loro, mentre rimano il secondo e il quarto. Questo schema conferisce alla poesia un ritmo musicale e cadenzato, che ricorda le canzoni popolari e le antiche ballate; inoltre, l’andamento regolare delle rime, unto alla ripetizione di immagini naturali, creano una cadenza ipnotica e malinconica.
La semplicità della struttura metrica e del linguaggio è funzionale alla narrazione e facilita l’immersione del lettore nel racconto. Wordsworth stesso, infatti, nella prefazione delle Ballate Liriche, afferma che:
“l’obiettivo principale, quindi, che mi ero prefissato con queste poesie era di scegliere incidenti e situazioni della vita comune, e di raccontarle o descriverle, per quanto possibile, usando una selezione di linguaggio realmente usato dagli uomini.”
A livello tematico, la natura ricopre un ruolo centrale nella poesia: la neve, la luna, la brughiera e il ponte sono simboli che definiscono l’atmosfera di mistero. La brughiera è un paesaggio selvaggio e sconfinato, simbolo di solitudine e isolamento, mentre la neve rappresenta la purezza, ma anche il pericolo.
Il ponte è uno degli elementi simbolici più potenti della poesia poiché il luogo della “sospensione” tra due mondi: la realtà terrena e il regno dell’aldilà. La sparizione delle orme al centro del ponte richiama il simbolo della soglia o del confine, suggerendo il passaggio da un mondo visibile a uno invisibile. La scomparsa improvvisa delle impronte innevate sul ponte rappresenta la perdita del contatto con la realtà concreta. Potrebbe trattarsi di un passaggio alla morte o all’elemento sovrannaturale tant’è che, non a caso, all’interno della Ballata dell’usignolo e del serpente la storia di Lucy Gray viene definita
“una storia di fantasmi.”
L’elemento del vento e il canto solitario di Lucy nel finale ricollegano il personaggio alla natura. La sua canzone è udita dal vento, quasi come se la sua anima fosse diventata un tutt’uno con gli elementi naturali. Questo simbolismo è tipico della poetica di Wordsworth, in cui la natura diventa un luogo di eternità e memoria.
L’ultima strofa, infine, introduce l’idea che Lucy sia ancora viva, anche se non nel senso tradizionale: la presenza di Lucy nella natura rievoca il concetto di fusione tra uomo e ambiente, tipico del pensiero romantico, generando un’ambiguità tra la vita e la morte, un luogo sospeso, fuori dallo spazio e dal tempo.
“Lucy Gray” di William Wordsworth: il significato della poesia
La storia è semplice ma profondamente simbolica: una bambina, Lucy, si perde durante una tempesta di neve e non viene mai ritrovata, sebbene le sue orme siano visibili fino a metà di un ponte. La narrazione culmina con l’affermazione che alcuni credono che Lucy viva ancora, visibile come una presenza eterea, sospesa in un’altra realtà.
L’interpretazione letterale è immediata: a livello narrativo, la poesia racconta la tragica storia di una bambina, Lucy Gray, viene mandata dal padre in città a portare una lanterna per guidare la madre attraverso la neve. Tuttavia, una tempesta inaspettata la sorprende, la fa smarrire e la conduce alla morte. I genitori, disperati, trovano le sue impronte nella neve e le seguono fino a un ponte di legno, ma le orme si interrompono misteriosamente a metà del ponte.
Questa trama, basata su un evento reale, è in sé una tipica ballata popolare: la sparizione di Lucy senza lasciare tracce si allinea con le tipiche narrazioni popolari, in cui il finale è volutamente ambiguo e lascia spazio al mistero.
A livello simbolico, “Lucy Gray” può essere letta come una riflessione sul rapporto tra uomo e natura, uno dei temi centrali della poetica romantica di Wordsworth. La figura di Lucy diventa un simbolo di legame armonico con la natura, un legame che però viene spezzato dalla forza cieca e incontrollabile degli elementi naturali (la tempesta). La natura, spesso idealizzata come madre benevola, qui diventa una forza ambivalente e inesorabile, capace di condurre Lucy alla morte.
L’ultima strofa introduce l’elemento più misterioso: la leggenda secondo cui Lucy sarebbe ancora viva.
“Eppure, certi sostengon tuttora / che viva sia la piccina, / che in quella triste, deserta landa / la dolce Lucy Gray si veda ancora.”
Questa frase rimanda alla tradizione delle apparizioni spettrali tipiche del folklore inglese, dove i bambini scomparsi, le fate e gli spiriti della natura popolano i boschi. Lucy diventa così una sorta di fantasma, un’entità sovrannaturale che vaga nella natura e di cui si può ancora udire la canzone solitaria nel vento.
“Lucy Gray”, dalla poesia di William Wordsworth al libro di Suzanne Collins: analogie e differenze


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Ci troviamo nel mondo post-apocalittico di Panem, una zona che in passato apparteneva al Nord America. Qui, tra le pagine della Ballata dell’usignolo e del serpente di Suzanne Collins, scorgiamo un nome familiare: Wordsworth. Finzione poetica o eredità letteraria?
Facciamo un passo indietro: il libro è il prequel della celebre trilogia di Hunger Games, ambientata in un futuro distopico in cui la società è divisa in dodici distretti che ogni anno, per il divertimento della capitale, Capitol City, si sfidano negli Hunger Games, i “giochi della fame”, in cui dei ventiquattro tributi (due per ogni distretto) deve rimanerne solo uno.
La Ballata dell’usignolo e del serpente racconta l’origine dei Giochi, la giovinezza del presidente di Capitol City, ovvero Coriolanus Snow, e, soprattutto, l’edizione dei decimi Hunger Games, in cui partecipa una ragazza di nome Lucy Gray Baird, della famiglia dei Covey, un gruppo di artisti. Il suo, però, è un nome tutt’altro che casuale; a pagina 371 leggiamo:
“«Tutti noi Covey dobbiamo il nostro nome a una ballata, e questa appartiene alla bella signora che sta proprio qui!» Tese una mano verso Lucy Gray, che fece una riverenza accolta da qualche applauso sparso. «È una ballata davvero molto vecchia, scritta da un uomo che si chiamava Wordsworth.»”
Il riferimento è esplicito: Suzanne Collins cita direttamente la poesia “Lucy Gray” di William Wordsworth, ricollegando la Lucy Gray del libro a quella della ballata. Anche la dimensione simbolica è affine: Lucy Gray Baird, con la sua aura di mistero e con il suo legame con la natura, sembra un riflesso moderno o di specchio distopico della Lucy Gray della ballata romantica.
Non è un caso che vi siano numerose somiglianze tra le due giovani ragazze: oltre al nome stesso, hanno un legame diretto con la natura, in una sorta di fusione con il mondo naturale; inoltre, sono entrambe creature libere e solitarie. Ma ciò che più le accomuna è il mistero irrisolto della loro scomparsa:
- Nella ballata di Wordsworth, Lucy Gray scompare nel nulla: i genitori trovano le sue impronte nella neve, ma queste si interrompono misteriosamente a metà del ponte. Non si sa cosa sia successo, ma alcuni credono che Lucy viva ancora e che possa essere vista come un’apparizione nella brughiera;
- Allo stesso modo, Lucy Gray Baird scompare misteriosamente nel finale della Ballata dell’usignolo e del serpente. Il suo destino rimane incerto: non viene esplicitamente dichiarato se sia sopravvissuta o meno, e questo aumenta l’aura di leggenda attorno al suo personaggio.

Recensione del libro
Hunger Games. Ballata dell’usignolo e del serpente
di Suzanne Collins
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Lucy Gray”, la poesia di William Wordsworth che ha ispirato Suzanne Collins
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