Macerie di Massimo Ansaldo

Cosa lega in modo sottile un avvocato, un commissario di polizia, una portiera verace, una donna che teme l’amore e una giudice per le indagini preliminari, oltre alla casualità di essere nati nella stessa meravigliosa costa Ligure? La passione per il poeta maledetto per eccellenza, Arthur Rimbaud.

“Voglio essere poeta e lavoro a rendermi Veggente… Si tratta di arrivare all’ignoto mediante la sregolatezza di tutti i sensi.”

Questa la frase forse più significativa del poeta francese a rendere proprio l’idea.
I versi di Rimbaud scritti in alcuni foglietti ritrovati in luoghi diversi, nonché vaganti nelle coscienze dei personaggi e nel passato di questi che man mano ritorna, legano alcuni eventi sui quali si condensa il lavoro d’indagine per un omicidio compiuto in un camposanto a La Spezia.
L’avvocato Giovanni Malpensa vive in una palazzina custodita dalla brontolona Rina e nella quale vive anche Giulia, sua amica dai tempi dell’università. I tre collaborano professionalmente senza trascurare le sfaccettature quotidiane e umane dell’amicizia nei piccoli piaceri della vita legati al cibo e al buon bere.

Guido Coretti è il commissario che indaga sul caso, amico anche lui sin dai tempi dell’università di Giovanni e Giulia. Il G.i.p. Quaglia è una donna che per tutta la storia, o quasi, non fa che essere intercalata nella propria toga, ligia e scrupolosa applicatrice della Legge.

Eppure ognuno di loro nasconde qualcosa di profondamente contraddittorio rispetto all’immagine costretti a dare di sé, rispetto alla figura che indossano nella vita professionale. Non è un caso che tutti, in un modo o nell’altro, siano stati affascinati dalla personalità del poeta maledetto: ancora, attraverso la quale, l’anima sognante e libera dei giovani che erano stati può trovare scampo.

Una storia noir dai risvolti psicologici, intrigante e divertente al tempo stesso. L’avvocato Malpensa conquista la simpatia del lettore con la propria visione della vita, una visione fuori dalle righe, quasi incompatibile con la professione svolta, eppure così autentica.
Poi l’amore, visto come ritorno, come folle squilibrio, come silenzioso sentimento non corrisposto ma che sempre riesce a cambiare i destini degli uomini.

Ricco di spunti ironici - e oserei dire filosofici e quanto mai condivisibili – Macerie di Massimo Ansaldo pubblicato da Leucotea Edizioni non è solo una storia noir, ma anche una riflessione morbida e poetica sul senso della vita “per arrivare all’ignoto mediante la sregolatezza di tutti i sensi”, personalmente aggiungerei: necessaria per sopravvivere.