Per comprendere alcuni dei principi basilari del diritto occorre capire cos’è la Magna Carta e perché è così importante non solo nel Regno Unito dove è stata promulgata ma in tutti i paesi del mondo occidentale.
Iniziamo, però, con qualche definizione, almeno generica, e cerchiamo di capire cos’è la Magna Charta Libertatum: anche se ormai quasi completamente abrogata, può a buon diritto essere ancora considerata come la Carta Fondamentale della monarchia britannica, ovvero quel documento, di natura giuridica, che, per la prima volta, elenca i diritti fondamentali del popolo (o, meglio, di una parte del popolo) inglese. Al di là delle vicissitudini storiche che ne hanno determinato la concessione e delle vicende successive che hanno reso la Magna Carta così importante in tutto il mondo è opportuno, in via preliminare, sottolineare questo dato: si tratta del primo documento in forma scritta che limita i diritti di un sovrano e che, quindi, tutela le libertà fondamentali e i diritti dei (di alcune classi di) sudditi. Proprio per questo viene ancora oggi ritenuta, a buon diritto, da molti studiosi, il documento che ha decretato la nascita del moderno stato di diritto o, addirittura, della forma moderna della democrazia.
Un secondo dato essenziale, da considerare è la lingua di questo documento storico: la Magna Carta è scritta in latino e, allo stesso tempo, nasce e si inserisce perfettamente nel contesto storico e politico dell’Inghilterra medievale, per questo segna idealmente il punto di incontro e uno dei fondamentali anelli di congiunzione tra il mondo greco-romano e il mondo cristiano-barbarico che stanno alla base dell’Occidente moderno (occorrerebbe, in tal caso menzionare anche la cultura araba, sebbene le sue influenze, per quanto imprescindibili, siano di carattere più sotterraneo).
Vediamo, però, come si è giunti a considerare questo testo come uno spartiacque, un evento di natura epocale e soffermiamoci, quindi, sulle circostanze storiche che hanno determinato la nascita di questo documento giuridico, i suoi contenuti fondamentali e l’importanza che ha avuto nelle vicende politiche dei secoli successivi, così da poter meglio comprendere cos’è la Magna Carta e perché è così importante.
Cos’è la Magna Carta: la vicenda storica
Per comprendere come si giunge alla promulgazione della Magna Carta occorre prendere le mosse dalle vicende di Enrico II Plantageneto, sovrano inglese vissuto tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII secolo, il periodo storico che nell’immaginario di molti viene ricordato attraverso la figura leggendaria di Robin Hood e il personaggio di Ivanhoe descritto nel libro omonimo da Walter Scott. Enrico II oltre ad essere re d’Inghilterra era signore dei feudi di buona parte del territorio francese e intendeva rafforzare il suo potere e la sua autorità a discapito dei baroni (i feudatari medievali assimilabili alla moderna aristocrazia) e della Chiesa. Proprio per questo Enrico II nel 1164 emana le costituzioni di Clarendon che ridimensionano pesantemente il potere dei tribunali ecclesiastici sul suolo inglese e, poco dopo, affida al fidato consigliere Thomas Becket l’arcivescovado di Canterbury, la carica più importante della chiesa britannica. Inaspettatamente Becket, da amico e alleato, diviene presto una dolorosa spina nel fianco di Enrico II perché si schiera dalla parte della Chiesa e diventa un convinto difensore della fede. È per questo che Enrico II si decide a ucciderlo nella stessa cattedrale di Canterbury ed è colpito, così, da una dura condanna del papato.
Anche i figli di Enrico II - Riccardo Cuor di Leone e il fratello, Giovanni Senza Terra - che regneranno dopo di lui, perseguiranno delle politiche accentratrici e autoritarie, volte a rafforzare il potere della monarchia contro le richieste avanzate dai signori feudali.
Mentre Riccardo Cuor di Leone tentò, dopo l’azione sacrilega di cui si era macchiato il padre, di ristabilire buoni relazioni con la Chiesa, partecipando alla Terza Crociata, dove trovò la morte nel 1199, Giovanni Senza Terra adottò strategie politiche più miopi. Oltre a scontrarsi duramente con le l’istituzione ecclesiastica, fino ad essere spogliato dei diritti sovrani e a doversi pubblicamente umiliare al cospetto del messo pontificio, per vedersi restituite le sue prerogative sotto forma di concessione papale, scelse di imporre pesanti tassazioni sui signori feudali, per finanziare una guerra in Francia che aveva lo scopo di difendere e riconquistare alcuni dei territori dei Plantageneti. Mentre la spedizione militare dava risultati deludenti vedendo Giovanni perdere, nella battaglia di Bouvines del 1214, combattuta contro il re di Francia e Federico II di Svevia, tutti i possedimenti d’oltremanica della corona britannica, i baroni, sfruttando questo momento di debolezza del monarca, nel maggio 1215, decisero di ribellarsi e rifiutarono la loro fedeltà a Giovanni che fu costretto ad incontrarli a Runnymede, nella attuale contea del Surrey, e a concedere loro una serie di diritti, raccolti in forma scritta nella Magna Charta Libertatum. Il re, in tal modo, confermava i privilegi dei feudatari e del clero, impegnandosi ad avere meno influenza su di loro, sulle loro finanze e sui loro affari.
Poche settimane dopo l’approvazione della Magna Carta, Giovanni Senza Terra si rivolse al papa scongiurandogli di annullare il documento che dichiarava gli fosse stato estorto con le minacce. Il papa lo accontentò, i baroni si ribellarono ancora e scoppiò una vera e propria guerra civile. Mentre Giovanni moriva poco tempo dopo di dissenteria, il suo successore, Enrico III, dopo numerosi tentativi di annullare la Magna Carta, si risolse a promulgarla in maniera definitiva (1225), seppur in una versione lievemente decurtata rispetto a quella originaria, per risparmiarsi ulteriori problemi con i baroni riottosi.
Magna Carta: i contenuti e i principi giuridici fondamentali
Come dimostrano le circostanze storiche descritte sopra la Magna Carta nasce dalla prevaricazione, e dalla successiva rivendicazione, di alcuni diritti, propri di specifiche formazioni sociali. Perciò questo documento sancisce, innanzitutto, delle libertà fondamentali concesse in perpetuo ad alcuni specifici interlocutori:
- la Chiesa inglese e i suoi rappresentati, ovvero arcivescovi, vescovi, abati e priori;
- gli uomini liberi ovvero i signori feudali, i conti e i baroni (che, ovviamente, non comprendevano al loro interno i servi della gleba);
Di quali libertà si parla nella Magna Carta? Le libertà sono, di fatto, i diritti (e i doveri) che questo documento sancisce e garantisce:
- l’impegno della corona a non imporre servizi, dazi e tassazioni troppo onerose per i feudatari (come corrispettivo della loro “libera dipendenza” dal potere regio) e, comunque, di non imporre nuove tasse senza il consenso del consiglio comune del regno che doveva essere convocato con preavviso di quaranta giorni, decideva in base a una votazione e comprendeva gli arcivescovi, gli abati, i conti e i più importanti baroni (in base al principio: no taxation without rapresentation);
- l’impegno della monarchia a non spogliare gli uomini liberi delle terre e delle rendite per saldare i loro debiti;
- le libertà (amministrative e decisionali, potremmo dire con gergo moderno) proprie della città di Londra e di “tutte le altre città, borghi e villaggi”;
- l’unificazione dei pesi e delle misure;
- il diritto, riservato ai mercanti di ogni nazionalità di entrare, uscire, soggiornare e circolare in Inghilterra per vendere e comprare merci secondo le regole del diritto consuetudinario;
Altro punto essenziale da richiamare sono i principi che la Magna Carta espone e sancisce:
- il primo di essi la proporzionalità tra i delitti e le pene in base al quale la monarchia si impegnava a non emettere mandati d’arresto o condanne all’esilio (contro uomini liberi e sempre escludendo gli appartenenti alle classi subalterne) prima di un regolare e tempestivo processo;
- principio dell’habeas corpus integrum in base al quale era garantito ai cittadini liberi un regolare processo prima che fossero imprigionati per i delitti imputati ad essi; un principio così importante che è opportuno richiamare l’articolo 39 del documento nel quale esso è contenuto:
“Nessun uomo libero sarà arrestato, imprigionato, multato, messo fuori legge, esiliato o molestato in alcun modo, né noi useremo la forza nei suoi confronti o demanderemo di farlo ad altre persone, se non per giudizio legale dei suoi pari e per la legge del regno”
- controllo e verifica del potere regio attraverso l’istituzione di una commissione di venticinque baroni che avrebbe avuto il diritto dichiarare guerra al re, con la partecipazione dei sudditi, qualora questi fosse venuto meno ai suoi obblighi;
- integrità e libertà della Chiesa inglese: principio contestato duramente da Papa Innocenzo III con una precisa e puntuale “scomunica” della Magna Carta secondo il principio in base al quale era il papa stesso il signore feudale dell’Inghilterra e dell’Irlanda, le cui terre erano state cedute prima a San Pietro e poi concesse nuovamente come feudo al regno inglese al costo di mille marchi per anno.
Perché la Magna Charta è così importante?
La Carta fu definita Magna per motivi squisitamente contingenti: per la sua lunghezza e per distinguerla da un editto emesso nello stesso periodo, riguardante la caccia.
La grandezza e l’importanza di questo documento sono, quindi, da attribuire soprattutto alle implicazioni e agli eventi successivi a cui esso dette luogo poiché i baroni non erano affatto consapevoli di dare inizio a un nuovo corso del diritto.
Certamente, se considerate dal punto di vista moderno, le concessioni fatte dalla Carta fanno tutt’oggi apparire questo documento come un evento di portata eccezionale: è, infatti, il primo esempio di una costituzione octroyée o ottriata (concessa dall’alto di un potere regio). Come molti statuti emanati in seguito ai moti rivoluzionari dei primi decenni dell’Ottocento, è una raccolta di diritti e di libertà concessi da un sovrano ai sudditi sotto la pressione di eventi esterni che compromettevano la sua esistenza e la stabilità del suo regno.
Questo documento storico fu ritenuto eccezionale, nel corso dei secoli successivi, anche per l’ampiezza del suo respiro, per la profondità dei contenuti e per uno sguardo tutto rivolto al futuro: la Magna Carta, in altri termini contiene, almeno in nuce, le norme fondamentali su cui si basa una società moderna, per questo, appena nata, fu esposta a ripetuti tentativi di abrogazione.
Anche se caratterizzata da un’impostazione feudale, ricca di riferimenti ad elementi anche astrusi, come la caccia, la delimitazione dei terreni e le modalità di riscossione delle tasse e non compatibile con una prospettiva universalista della gestione dei beni pubblici, lo spessore e l’innovatività della Magna Carta risiede soprattutto nella regolamentazione dell’uso arbitrario del potere, nella rapidità delle sentenze, nella garanzia di alcune libertà individuali imprescindibili; elementi e principi che nei secoli successivi sono stati costantemente ribaditi, affermati e specificati, sempre facendo riferimento al documento giuridico che per primo li aveva enucleati.
Proprio per questo la Magna Carta è divenuta nei secoli successivi anche uno dei simboli del contratto sociale e di una tradizione politica, quella del costituzionalismo liberale, che ha definito i valori fondanti del moderno stato di diritto e della convivenza democratica: la sovranità della legge, il principio di legalità, la certezza del diritto, la difesa delle libertà individuali, il principio che non può esserci tassazione senza rappresentanza politica e, più in generale, il diritto alla partecipazione politica e alla rappresentanza, il principio di legittima difesa e di autotutela contro gli eccessi e gli arbitrii di un potere pur legittimo.
Altro elemento di fondamentale importanza che può essere intravisto, almeno a un livello aurorale, nella Magna Carta è l’inconciliabilità del potere per diritto divino – quello del re –, un potere incondizionato e sciolto da ogni legge, con la dignità della persona umana.
Anche se la Magna Carta ribadiva e puntualizzava delle consuetudini di fatto già esistenti tra il re e i nobili, questo documento può essere considerato anche come la prima manifestazione del potere collegiale, ovvero del bilanciamento e del rapporto simbiotico tra monarchia e istituzioni rappresentative, che tanta parte ebbe, in età moderna, nella storia inglese e, poi, nella gran parte delle attuali monarchie costituzionali.
Ad accrescere in modo determinate la valenza simbolica della Magna Carta, come primo esempio di documento garante delle libertà fondamentali di un popolo, furono anche i molteplici riferimenti che ad essa vennero fatti nei secoli successivi: la Magna Carta fu considerata attentamente da Giacomo I, al momento della concessione di nuove libertà e diritti, in seguito alla Glorious Revolution (1688) e i suoi principi ispirarono molte Carte Fondamentali come la Costituzione degli Stati Uniti (1791), la Dichiarazione universale dei diritti umani (1948) e la Convenzione europea sui diritti umani (1950).
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Magna carta: cos’è e perché è importante
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grazie a questo testo sulla magna charta sono riuscita a fare una sintesi per la mia ricerca grazie!
Testo utile e sintetico per quanto riguarda la Magna Carta in se, ma ci sono alcuni errori per quanto riguarda il contesto:
Non è provato che Enrico II sia effettivamente e direttamente responsabile della morte di Thomas Becket (anche se è molto probabile)
Riccardo Cuor di Leone non è morto durante le terza crociata, ma durante un assedio a Chalus in Francia
Non è chiaro se l’articolo asserisce che Giacomo I abbia regnato dopo la “Glorious Revolution”, nel caso lo faccia, è errato perché al tempo della rivoluzione che depose Giacomo II e portò al Trono William and Mary, Giacomo I er morto da circa 63 anni