Massimo Junior D’Auria nasce il 6 novembre del 1989 a Napoli. Si diploma al liceo scientifico e poi si iscrive alla facoltà di Lettere. Nonostante la giovanissima età ha già pubblicato racconti in raccolte importanti. Cito le tre dei vizi capitali “La superbia” “L’ira” e “L’invidia” lanciate da Perrone editore. L’anno scorso esce il suo primo libro “La vita degli altri” per Arduino Sacco editore, dodici racconti che esplorano le emozioni, i sentimenti, le frustrazioni di personaggi slegati fra loro, ma accomunati da un’esistenza che converge quasi sempre verso la rassegnazione, l’impossibilità di cambiare le cose. Torna nelle librerie quest’anno con una nuova raccolta di racconti “Nero n. 9” pubblicata dalla Sogno edizioni, in cui il 9 non è solo un numero e il nero si tinge di rosso sangue. I protagonisti sono avvolti in una spirale senza uscita, perché quando alla mente umana viene lasciata totale libertà di esprimersi può arrivare oltre ogni limite. massimojuniordauria.wordpress.com è il suo sito.
Massimo, intanto ti do il benvenuto a quella che non sarà la solita intervista chilometrica, ma solo 4 chiacchiere contate.
- Prima chiacchiera: Sei giovanissimo e hai già all’attivo due libri escludendo i racconti nelle varie raccolte. Ti va di parlare ai lettori di SoloLibri del tuo percorso letterario, a partire dal momento in cui magari la letteratura era solo un gioco fino ad oggi che immagino sia molto di più?
Ho sempre avuto passione per la scrittura, anche se prima di tutto – ci tengo a precisarlo – sono un lettore. Sin da piccolo scrivevo dei racconti che molte volte erano la trasposizione su carta di ciò che vedevo in televisione o dei fumetti che leggevo. Più volte, ad intervalli, alcune volte anche di anni, ho iniziato a scrivere qualcosa, accantonandola poi per un motivo o per un’altra. Finché nel 2007-2008 ho ripreso a scrivere dei racconti, continuando a leggere di tutto e di più; a settembre 2008 è nata “La vita degli altri”, chiamata originariamente “Sagome”, che ho mandato in giro per vari editori, non sapendo bene cosa aspettarmi. Alla fine è arrivata la pubblicazione per Arduino Sacco Editore. Poi durante l’estate è nata anche la raccolta Nero N.9, uscita da poco meno di un mese. Scrivere mi piace molto e scrivo unicamente quando ne ho voglia, non ho tabelle di marcia o percorsi prestabiliti. Posso scrivere ventimila caratteri in un giorno e magari stare fermo uno o due mesi interi, sono molto scostante in questo senso. Da gioco infantile oggi la letteratura è diventata qualcosa di piacevole ed interessante, altrimenti non l’avrei intrapresa anche come percorso universitario.
- Seconda chiacchiera: Finora ti sei espresso esclusivamente sotto forma di racconto, almeno è quello che dicono le tue pubblicazioni. Questo perché lo preferisci al romanzo, oppure è solo un passaggio, una ricerca di tempi e maturazione, una tappa che poi comunque al romanzo ti porterà?
Preferisco il racconto, penso di riuscire ad esprimermi molto meglio sotto questa forma, e penso che il racconto sia stato per troppo tempo sottovalutato, come forma minore, per me non è così. E amo anche leggere racconti, proprio in questo periodo ho sul comodino una raccolta di Bradbury. Tuttavia le idee per un romanzo, anche più di uno, ci sono, dovrò trasporle nella maniera più adatta su carta, quindi non so se effettivamente vedranno mai la luce. Penso che il romanzo possa far conoscere maggiormente un autore, molti storcono il naso quando sentono parlare di una raccolta di racconti, quindi penso che purtroppo un autore che voglia una maggiore diffusione della sua opera debba puntare soprattutto sui romanzi. Tuttavia penso, almeno al momento, che resterò sempre maggiormente attaccato alla forma racconto, sicuramente Nero N.9 non sarà l’ultima raccolta di racconti scritta.
Terza chiacchiera: I personaggi del tuo libro vivono vite rassegnate, come se non esistesse la possibilità di essere felici, o come se non fossero loro abbastanza testardi da volere fino in fondo cambiare le cose. Questa è la tua idea della vita, oppure è solo un libro?
I personaggi di “Nero n.9” rappresentano situazioni limite, purtroppo la loro vita, le loro emozioni sono a tal punto corrotte dal male subito che probabilmente non potranno mai vivere appieno una vita felice. C’è una molla che scatta dopo alcune situazioni vissute che ti fa vedere tutto in un modo diverso, ti fa dimenticare cosa sia la felicità, e questa molla scatta in tutti i personaggi della raccolta o quasi. Purtroppo per loro non c’è una via d’uscita, molte volte si tratterebbe solo di un contentino e come se sapessero già che loro situazione potrebbe migliorare solo lievemente, senza far sbirciare loro, nemmeno per un attimo, la strada per la felicità. Devo dire di non essere una persona molto ottimista, ma non mi sento neppure così pessimista come potrebbe apparire ad una prima lettura, anche perché qualcuno potrebbe esserne preoccupato – anche io stesso – data la mia giovane età.
- Quarta chiacchiera: Cos’è capace di fare la mente umana se lasciata libera di agire? Non ti chiedo di svelare ai lettori i racconti della tua ultima raccolta, però qualcosa ce lo puoi dire, no?!
Beh, penso che le potenzialità negative del genere umano siano davanti agli occhi di tutti, ogni giorno, ripetutamente, veniamo martellati da notizie di cronaca nera, il più delle volte spettacolarizzati in modo da catturare attenzione ed audience. La mente umana, una volta perse le inibizioni, non è nulla di diverso da una qualsiasi mente bestiale, anzi a volte è persino peggio, alcuni assassini seriali o meno raggiungono una tale ferocia, che chiunque potrebbe arrivare a dubitare che siano ancora completamente umani. In questa raccolta vengono raccontati proprio i sentimenti più cupi, più bestiali che possono avvincere gli essere umani, senza censure, senza alcun addolcimento. La maggior parte dei racconti è scevra dall’elemento fantastico e potrebbe, a parer mio, essere benissimo il racconto di un retroscena di uno dei tanti articoli di cronaca nera.
Questa era l’ultima chiacchiera: non mi resta che salutarti e ringraziarti per aver accettato il mio invito, facendoti molti in bocca al lupo per il tuo futuro. Se vuoi lasciare un messaggio al mondo intero, qui puoi farlo.
Grazie a te per l’attenzione e per l’ospitalità nella tua rubrica!
Vi invito a dare un’occhiata al mio blog! Vi invito anche leggere qualche autore emergente – naturalmente non parlo nella fattispecie di me stesso – molte volte si possono fare davvero delle belle scoperte. Insomma non storcete il naso e dateci un’occasione.
Un saluto a te, Matteo, e a chiunque legga queste quattro chiacchiere.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Massimo Junior D’Auria
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