Miss Austen
- Autore: Gill Hornby
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: BEAT
- Anno di pubblicazione: 2015
Il romanzo Miss Austen (BEAT 2020, traduzione di Alessandro Zabini) di Gill Hornby è basato sulla corrispondenza privata tra Jane Austen (16 dicembre 1775 Steventon, Hampshire - 17 luglio Winchester 1817) e sua sorella Cassandra (1773-1845).
“Il viaggio in carrozza dalla sua casa di Chawton le aveva scosso dolorosamente le vecchie ossa e il vento gelido che soffiava dal fiume sembrava trapassarle le articolazioni”.
Kintbury, marzo 1840. Cassandra Austen era appena giunta presso il vicariato dove aveva vissuto tutta la vita la sua amica Isabella Fowle. Ora però, essendo rimasta orfana di entrambi i genitori e non essendosi mai sposata, Isabella era costretta a lasciare la dimora. Ecco perché Cassandra, che conosceva bene la condizione di Miss Fowle, per averla vissuta di persona, si era recata a dare conforto alla minuta e scialba Isabella, resa ancora più incolore dal recente lutto. Cassandra sospettava di non essere la benvenuta e in tal caso, avrebbe potuto biasimare soltanto se stessa. Una donna sola non doveva sopravvivere alla propria utilità.
Si trattava semplicemente di maleducazione, Isabella viveva un momento di difficoltà e non l’aveva invitata, quasi come se la padrona di casa intuisse il vero intento di Cassandra nel recarsi a Kintbury, e cioè recuperare le lettere personali che sia lei sia sua sorella Jane avevano inviato in un lontano passato a Isabella. Sicuramente le missive giacevano dimenticate in un cassetto, ma Cassandra riteneva che, in quanto esecutrice letteraria di Jane Austen, quelle lettere dovessero essere recuperate. Guai se fossero cadute nelle mani sbagliate, o meglio avide, di qualcuno che avrebbe cercato di trarre beneficio economico sfruttando la popolarità dell’autrice di Orgoglio e pregiudizio.
Quindi Cassandra era decisa a trattenersi per tutto il tempo necessario e a non partire prima di avere conseguito il proprio obiettivo. Cassandra possedeva uno spirito pragmatico, ma rivedere la canonica di Kintbury era stato per lei emozionante, struggente e coinvolgente. Un vero e proprio colpo al cuore. La canonica, familiare, spesso triste, ma sempre amata, da quasi cinquant’anni era un solido riferimento nella vita di Cassandra. Era una costruzione bianca, a tre piani, con l’accogliente facciata rivolta a est, verso l’antico villaggio, e il giardino che da un lato digradava alla riva del Kennet e dall’altro saliva alla bassa chiesa normanna. La dimora rappresentava una testimonianza di tutto ciò che era prezioso, ossia la famiglia e la vita semplice, buona, onesta. Ma Kintbury raffigura anche e soprattutto Tom Fowle e i giorni felici di un tempo passato, quando una giovanissima Cassandra (Cassy) era stata la promessa sposa di Tom.
Infatti il fidanzamento fra Miss Cassandra Austen, di Steventon, e il giovane reverendo Tom Fowle, di Kintbury, era stato stabilito pubblicamente molto tempo prima che la coppia lo decidesse in privato. Quella tra Tom e Cassy era un’unione talmente perfetta da essere accolta con piacere dai più.
“Dunque era destino che fosse quello il loro futuro, il loro unico possibile lieto fine”.
La brava autrice rivela a tutti i lettori, fedeli ammiratori di una delle scrittrici britanniche più famose e amate al mondo, il profondo rapporto d’affetto che legava Jane alla sorella maggiore Cassandra.
Nelle pagine finali di Miss Rosselli, Gill Hornby precisa che negli ultimi anni della sua esistenza Cassandra Austen esaminò le lettere che lei e la sorella si erano scambiate, e bruciò tutte quelle che giudicò troppo esplicite e confidenziali, ovvero la maggior parte. Quindi le missive pubblicate in questo romanzo sono del tutto immaginarie, ma colpiscono perché sembrano effettivamente reali.
Nonostante Jane fosse venuta a mancare da tanti anni, la ferita non si era mai rimarginata. Il dolore per la perdita di Jane si era attenuato, ma il rimpianto dei giorni persi era rimasto immutabile. Ricordare i tempi sereni trascorsi alla canonica di Steventon (Jane Austen, penultima degli otto figli del pastore anglicano George Austen e di Cassandra Leigh) era come balsamo nelle ferite di Cassandra, soprattutto adesso che “aveva un compito da assolvere”.
Miss Austen
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