Miss Jerusalem
- Autore: Sarit Yishai-Levi
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sonzogno
- Anno di pubblicazione: 2015
L’autrice israeliana Sarit Yishai-Levi scrive un romanzo nel quale rivive con immediatezza, crudo realismo, profonda ironia, consapevolezza delle grandi difficoltà nelle quali gli ebrei hanno vissuto dagli anni Trenta, sotto la dominazione degli “inglisi”, la storia di una famiglia di origine spagnola, gli Hermosa, che a Gerusalemme hanno fondato un piccolo negozio che nel corso degli anni diverrà un apprezzato luogo di raffinatezze alimentari,
Attraverso quattro generazioni ci viene raccontata una sorta di epopea familiare, nella quale emergono soprattutto le figure femminili, a partire da Luna, che dà il titolo al libro, che l’autrice fa narrare in prima persona alla figlia di lei, Gabriela.
Ma la ragazza, la cui mamma Luna è severa e distante, mentre in casa si respira una atmosfera pesante dati i continui litigi fra i genitori, si rifugia spesso dalla nonna Rosa, che le rivela segreti di famiglia che turbano la ragazzina... C’è una sorta di maledizione che accomuna il destino delle donne Hermosa, e la stessa Rosa, una trovatella sposata giovanissima al bel Rafael Hermosa, al quale ha dato tre figlie femmine, ma dal quale non è mai stata amata, rivela alla nipote che a suo marito era stato imposto dalla madre Merkada il matrimonio con la povera Rosa per sfuggire ad un sortilegio a cui il giovane e ricco Rafael era stato colpito in seguito all’incontro con una donna dagli occhi azzurri, bellissima, ma che non rispettava i canoni delle famiglie giudeo spagnole.
Matrimoni infelici, rapporti obbligati, gli zii emigrati a New York, uno zio che si aggrega ad una fazione violenta, una guerra che porta fame e distruzione, la violenza terrorista: ecco il clima nel quale vivono le famiglie di cui gli Hermosa di Gerusalemme appaiono un prototipo.
Luna, bellissima ed elegante, sventata e frivola, interessata ad abiti, rossetti, scarpe, è la preferita di suo padre, ha pessimi rapporti con sua madre Rosa, e difficilissimi con la figlia Gabriela: invidiata e corteggiata, avrà un destino di grande infelicità e sofferenza; legatissima alle sorelle Rachelika e Beki, meno belle ma più sagge, affiderà a loro i suoi figli.
La trama del libro passa attraverso gli anni e la storia difficile di un popolo che cercava la propria terra ma si trova dapprima sotto la dominazione inglese, coprifuoco ed attentati quotidiani a scuoterne la vita, poi in conflitto perenne con gli arabi, che è storia giunta purtroppo fino a noi.
Il racconto della vita giornaliera dei diversi personaggi, però, ci restituisce uno spaccato di vita intima, dove i modelli culturali di riferimento sono quelli di una famiglia patriarcale dove si parla e si mangia giudeo-spagnolo, dove le donne, le madri soprattutto, sono potentissime: Merkada distrugge la vita affettiva di suo figlio Gabriel, Rosa è trattata come un oggetto da suo marito che invece adora la figlia primogenita Luna, alla quale tutto permette, rendendola viziata ed odiosamente arrogante. Rachelika e Beki devono sopperire alle mancanze della sorella, il cui destino sarà segnato, e si prenderanno cura della nipote, la narratrice Gabriela, che tenterà di sfuggire al destino che perseguita le donne Hermosa fuggendo a Londra. Siamo ormai negli anni ’60 e la capitale inglese è il mito della gioventù di tutto il mondo; Gabriela è sul punto di perdersi, fra droghe e alcol, in compagnia di capelloni sballati, quando giunge a riportarla a casa la buona Rachelika, che le restituirà dignità e le svelerà la vera storia di sua madre e della loro grande e sfortunata famiglia. Il cerchio si chiude, perché un ragazzo innamorato di Gabriela l’attende con “paciencia”, la parola spagnola che il padre della ragazza gli suggerisce per conquistarne l’amore, finalmente quello vero e liberamente scelto.
Il libro è lunghissimo, commovente, divertente, insolito, coinvolgente, capace di indagare nell’intimo dei cuori dei singoli protagonisti senza mai tralasciare il contesto storico e le traversie che stravolgono da troppo tempo quella “terra promessa” che è diventata da oltre settanta anni il crocevia della violenza. Miss Jerusalem si mette lo smalto rosso sotto le bombe, va al bar per l’aperitivo, al cinema, quasi a ribadire che la vita normale è un diritto più forte della violenza degli uomini. Raramente nella letteratura di ambiente ebraico avevo visto tanta ricchezza nel raccontare la vita intima, la sessualità, i pregiudizi familiari, i vincoli all’interno di microcosmi così ben caratterizzati.
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