Nessuno su questa terra
- Autore: Víctor del Árbol
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2024
Fra gli autori spagnoli contemporanei più affermati, Víctor del Árbol è andato consolidando nel tempo il proprio successo anche in Italia.
Dopo Il mio sole è nero (Mondadori, 2013), per Elliot sono stati pubblicati Il figlio del padre (2022) e Nessuno su questa terra (2024): un romanzo, quest’ultimo, le cui forti tinte noir – o poliziesche, ma le definizioni non sono importanti – superano i vincoli di genere e trovano in alcune tematiche ricorrenti, come nella potente “voce” che li caratterizza, la sua singolarità e originalità.
Trent’anni dopo essersene andato, Julián Leal torna nel suo villaggio, una località costiera della Galizia dimenticata da Dio e dagli uomini, in una sorta di pellegrinaggio all’antica croce sulla scogliera – dove ritrova, incisi con un coltello, oltre al suo, gli altri nomi della banda: Fouliña e sua sorella Susana, Carmen, Gregorio –, poi vicino alle rovine della sua casa, distrutta dall’incendio del 1975, e alle due lapidi, sole e abbandonate, dei suoi genitori. Forse sta cercando qualcosa cui aggrapparsi, ma i compaesani e gli amici d’infanzia si chiedono che cosa voglia: perché riesumare il passato, forse in cerca di vendetta, dopo tutto questo tempo?
Eppure sanno bene che nessuno su questa terra è innocente, nessuno dimentica e nessuno perdona.
Non sanno che sei mesi prima gli è stato diagnosticato il cancro a un rene, che nonostante sia un poliziotto decorato è stato sospeso dal servizio di ispettore di polizia e sta per essere processato per aver picchiato, fin quasi a ucciderlo, un cittadino esemplare, senza precedenti penali.
Nessuno comprende le ragioni di questo gesto, tutti si chiedono i motivi ma, chiuso in un ostinato silenzio, Julián non vuole dare spiegazioni, nemmeno alla collega e amica Virginia e all’avvocato che lei stessa gli ha procurato.
Il suo viaggio in Galizia lascia una scia di morte: tornato a Barcellona, una serie di brutali omicidi, le cui vittime sono persone legate a Julián e al passato della sua famiglia, inducono a sospettare di lui.
In modo molto originale, però, il prologo esprime i pensieri, in prima persona, di un sicario che si inserirà più volte nella narrazione: egli non solo ammette le proprie colpe e le conseguenze del suo incontro con Leal, ma permette al lettore di capire fin dall’inizio che Julián è una vittima perseguitata da chi vuole eliminarlo.
Scopriremo in lui un uomo incapace di venire a patti con i potenti, con i prevaricatori convinti di essere al di sopra delle leggi: dotato dell’integrità morale di chi non ha nulla da perdere, e quindi non ha paura di affrontare il nemico, intende scoprire la verità, per quanto scomoda possa essere.
La trama si sviluppa su diversi piani temporali – dal febbraio 2005, indietro, trent’anni prima, nel novembre del 1975 – che si alternano con ritmo incalzante, chiarendo molti aspetti della personalità dei personaggi, il loro passato e il grado di coinvolgimento in un complotto dove corruzione, sete di potere, vendetta, traffici malavitosi e pedofilia rappresentano la perversità e le tante miserie di cui l’uomo è capace.
Storie terribili, come le esperienze di violenza vissute in Messico dalla giovane giornalista Clara Fité; l’esistenza di Gregorio, con la mente chiusa alla vita dopo caduta che ha fatto di lui un bambino di dodici anni richiuso nel corpo di un gigante, che si guadagna qualche moneta o un panino vendendo statuine fatte con le conchiglie; gli abusi subiti dal piccolo Cincillà, che Leal vuole salvare a tutti costi perché in lui rivede sè stesso, le sue fragilità e una famiglia che non ha saputo o voluto proteggerlo…
Il passato ritorna sempre e le ferite, nonostante il trascorrere del tempo, a volte non si rimarginano, ma non è mai troppo tardi per cercare una qualche forma giustizia.
Sorretta da una scrittura che cattura e che trascina e da un impianto psicologico credibile, la narrazione scorre passando dall’introspezione alla descrizione della brutalità più feroce.
Leggendo, spinti dal bisogno di sapere, ci troviamo immersi in una quantità intollerabile di dolore, di male allo stato puro.
Ma questo non impedirà di arrivare alla fine e trovare:
“Qualcosa che ci dica che non tutto è perduto, che somigli a un lieto fine, che possa confortarci dopo tanta sofferenza”.
Nessuno su questa terra
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