

Non c’è posto per l’amore, qui
- Autore: Yaroslav Trofimov
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2025
Il prologo del romanzo di Yaroslav Trofimov Non c’è posto per l’amore, qui, pubblicato da La nave di Teseo (2025, traduzione italiana di Stefano Travagli), ci porta nel 1953, quando la protagonista Darya, nel salotto della sua casa di Kyiv mentre tenta di leggere un libro, sente una detonazione nella stradina che porta alla casa dove abita con i figli, la madre Rebecca e suo marito, il colonnello Maslov. Fa in tempo a nascondersi dietro una tenda, ma ha già visto tutto: un killer ha ucciso suo marito, anche se lei negherà di averlo saputo all’assistente di quest’ultimo che l’ha appena chiamata.
Poi il racconto di Trofimov, giornalista e scrittore ucraino, torna indietro nel tempo, nel 1930, regalando ai lettori un lungo affresco della storia dell’Ucraina, della Russia e del mondo ebraico che in quella parte del continente est europeo visse, soffrì la fame, la deportazione, lo sterminio, le purghe e finalmente, dopo decenni di tragedie politiche e sociali, ritornò a una sorta di normalità, quella che solo tre anni fa è stata attaccata dalla Federazione russa con a capo Putin, guerra che ancora non si placa.
Protagonista di questo libro che ha molti tratti del romanzo storico è la diciassettenne Debora Rosenbaum, figlia di ebrei, Gersh e Rebecca, ragazza colta, piena di interessi, decisa ad abbandonare il piccolo centro di Uman per andare a lavorare in città; a Kharkiv avrebbe lavorato in una fabbrica di trattori, convinta dalla martellante propaganda dell’Unione Sovietica che prometteva un’espansione economica e industriale alla Russia uscita dalla Rivoluzione d’Ottobre e dalla Prima Guerra mondiale. Stalin prometteva un radioso futuro socialista nel quale ogni compagno russo avrebbe ottenuto la sua soddisfazione.
Al suo arrivo la ragazza, cresciuta in una sana famiglia ebraica, brava a scuola e vezzeggiata dal benessere dei genitori, si trova catapultata in una realtà a cui non può adattarsi, fatta di lavoro massacrante, promiscuità, sporcizia, finché grazie all’amica Olena riesce a trovare un’occupazione meno massacrante: dipingerà slogan sui grandi cartelli che inneggiano alla Rivoluzione del compagno Stalin. Con la vicenda nella quale spende la sua vita, Debora segue gli avvenimenti storici nei quali sarà coinvolta: la fame a cui fu sottoposta l’Ucraina, con le morti per carestia di milioni di contadini, l’odio per gli ebrei, l’avvento di Hitler.
Debora ha conosciuto intanto un giovane pilota ebreo, Samuel, di cui si innamora e che sposa. Lui sarà accusato di tradimento e trasferito in un campo in Siberia, condannato a dieci anni di lavori forzati; farà in tempo a vedere il piccolo Pasha, suo figlio, prima di salire sul treno. Debora cresce il bambino insieme a sua madre tra molte difficoltà, fino a che, ormai la guerra fattasi vicina, accetterà di sposare il brutto e sgraziato Maslov, militare sovietico che si è affezionato al piccolo Pasha e aspira a fare della bella e profumata Debora sua moglie. L’inferno della Seconda Guerra mondiale, la fuga a Stalingrado, i tradimenti, le torture, gli abbandoni, la persecuzione antisemita, lo spionaggio e la paura caratterizzeranno gli anni più difficili. Debora ha avuto una seconda figlia da Dimitri Maslov che, pur di averla tutta per sé, le cambia nome: sarà Darya Maslova, cittadina russa e non ebrea, non si sa mai. Darya-Debora sarà costretta a compiere brutte azioni, a tradire e a uccidere pur di sopravvivere a un mondo crudele e violento, in cui genitori e figli non si riconoscono e l’amore viene messo a durissima prova, e da cui nessuno esce innocente.
Non c’è posto per l’amore, qui è un romanzo che sa raccontare la durezza della storia che ha vissuto l’Ucraina, di cui noi, in Occidente, sappiamo davvero poco; ora che la guerra ha portato purtroppo lo stato ucraino alla ribalta della storia, ora che i nomi di Kharkiv, Odessa, Derbent e Kyiv ci appaiono più familiari, capiamo meglio cosa è stata l’oppressione sovietica, cosa hanno comportato le deportazioni, le uccisioni di massa da parte del regime sovietico, gli orrori del gelo e della fame durante l’invasione nazista. Un grande romanzo, quello di Yaroslav Trofimov, che in un’intervista recente ha dichiarato che “la memoria è ricerca di giustizia”: affermazione che dalla letteratura può essere facilmente trasferita alla politica, quella tempestosa dei nostri giorni, alla ricerca di una pace giusta che al momento sembra irraggiungibile.

Non c'è posto per l'amore, qui
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