Non chiedere perché
- Autore: Franco Di Mare
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2011
In fondo chi dice che la paternità o, più in generale, la genitorialità, debba essere un percorso ricercato, voluto a fondo, di baldanzosa e ininterrotta esultanza? Chi dice che, invece, non possa irrompere nella vita di ciascuno in modo sconvolgente e inaspettato? E’ quello che accade a Marco De Luca, il giovane cronista, protagonista di “Non chiedere perché” (Rizzoli, 2011), giunto in una Sarajevo spettrale, in cui è in corso uno degli orrori più cruenti dei nostri tempi: l’assedio alla città, in cui per secoli, le tre grandi religioni hanno convissuto in modo pacifico. Marco si ritroverà a dover raccontare l’atrocità di una guerra che non risparmia neanche i bambini, che li costringe a crescere in fretta, a imbracciare un fucile prima del tempo o a non piangere più perché tanto nessuno andrà da loro; una guerra in cui si violentano le donne in ex capannoni industriali, fino a quando non restano incinte. Tutto ciò nell’indifferenza di buona parte dell’Europa:
”Nell’indifferenza generale, l’Onu aveva denunciato l’esistenza degli stupri etnici. La notizia era finita in prima pagina, ma in basso, schiacciata dalla notizia del primo esodo estivo”
scrive Di Mare che, come il protagonista di “Non chiedere perché”, ha raccontato senza risparmiarsi il conflitto in Bosnia, da inviato di guerra.
Sarà proprio durante la realizzazione di un servizio in un orfanotrofio appena bombardato che Marco conoscerà le gioie della genitorialità e non per soddisfare quel bisogno di vedere una parte di sé sopravvivere che, inconsciamente, spinge chiunque voglia diventare genitore, ma per rispondere ad “una preghiera inascoltata, una supplica lasciata cadere nel vuoto”. La supplica è quella di Malina, una delle bambine ospiti dell’orfanotrofio, presa in braccio per essere ripresa e che, improvvisamente, gli getta un braccio al collo. Un amore a prima vista, ma che si sconterà con la burocrazia di un paese in preda al caos che fa delle politiche sociali e delle adozioni l’ultimo dei suoi problemi e in cui le famiglie preferiscono affidare i propri bambini a coppie che vivono lontano, dove vi è la pace, ormai sogno lontano evitando che crescano in un paese in cui membri della stessa famiglia si sono trovati a combattere l’uno contro l’altro.
Eppure per Malina c’è un lieto fine grazie all’influenza dell’intellettuale Edin, alla fama di Marco, da tutti rispettato per la sua capacità di raccontare la grigia realtà, e alla fermezza di una nobildonna, Maria Teresa Giovannelli, che permetteranno al giornalista di imbarcarsi per Roma per cominciare una nuova Vita accanto alla sua Malina.
Sapere che dietro la storia della piccola bambina bruna dell’orfanotrofio Ljubica Ivezic si nasconde una storia vera, di cui protagonista è stato lo stesso Di Mare, apre uno squarcio nell’orrore della guerra, qualsiasi guerra in cui, nonostante tutto, possono prodursi piccoli grandi miracoli le cui ragioni sono inspiegabili. Un dubbio attanaglia Marco:
”Perché proprio lei?”
In fondo la sua è una strana paternità, in cui ci si è scelti liberamente, ma risposta non c’è, non bisogna chiedere “perché” dinanzi alle ragioni del cuore e Franco Di Mare si dimostra un abile narratore, in grado di smettere i panni del cronista di guerra che, negli anni ’90, descriveva le atrocità dei conflitti che imperversavano in tutto il Mondo per raccontare una storia personale, senza dimenticare quello che fu e ponendosi continui dubbi circa la sua professione di giornalista in cui diritto/dovere di cronaca si intreccia con la sensibilità personale e i problemi deontologici che si celano dietro la bellissima e difficilissima vita di ogni cronista.
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