

La recente partecipazione ad una trasmissione di Radio 2, emittente pubblica, della neo nominata Lucia Borgonzoni, vice ministro dei Beni Culturali, esponente della Lega, al governo con i 5Stelle, che ha dichiarato che negli ultimi tre anni non ha letto neppure un libro, ha suscitato qualche reazione, tra cui quella della scrittrice Michela Murgia, che ha citato Umberto Eco. Anni fa l’illustre semiologo aveva affermato:
Che altro è il leghismo se non la storia di un movimento che non legge?
Per noi lettori forti e fortissimi, la posizione della sottosegretaria appare come una sorta di sacrilegio, soprattutto perché viene da una voce che dovrebbe essere autorevole ed ascoltata. Come si fa, in un Paese che legge poco, il cui sistema scolastico, pur se dignitoso, non riserva alla lettura il posto che sarebbe fondamentale occupasse, a fare una simile affermazione?
Leggere è un patrimonio che allena la mente, che acuisce la sensibilità, che educa alle emozioni, che fa conoscere mondi diversi e lontani, che mette in comunicazione differenti culture, modi di pensare, lingue e abitudini diverse. Noi siamo il paese che della cultura dovrebbe fare il primo obiettivo, della lettura un piacere condiviso. Siamo il Paese che ha espresso il più grande poeta del pianeta, Dante Alighieri, e che oggi se ha ancora un posto nel mondo è per la presenza dei grandi scrittori del passato e della contemporaneità.
Oggi sulla prestigiosa testata New York Review of Books si cita come esempio alto il romanzo di Giorgio Bassani “Il giardino dei Finzi Contini”, nel quale l’autore vedeva l’indifferenza con cui la benestante e influente famiglia ebrea ferrarese aveva sottovalutato la violenta politica antisemita di Hitler e del suo alleato Mussolini.
Una pagina del testo di Bassani ha costituito la prima prova scritta alla recente maturità. La scrittrice Lia Levi, finalista al Premio Strega che sarà attribuito il 5 luglio 2018, nel suo libro racconta la vicenda di suo marito, a stento scampato alla deportazione negli anni quaranta.
Leggere è importante, fondamentale per conoscere il nostro passato, per imparare quanto non abbiamo imparato a scuola, per tenere la mente flessibile ed allenata alla conoscenza degli altri. Qualunque genere di lettura va bene, purché si capisca che è una ricchezza interiore che nessuno può portarci via, che va coltivata, arricchita, condivisa.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "Non leggo da tre anni": per noi lettori le dichiarazioni della Borgonzoni sono inquietanti
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