
Non rivedrò più il mondo
- Autore: Ahmet Altan
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Solferino Libri
- Anno di pubblicazione: 2018
A causa dell’arresto di uno degli scrittori e giornalisti turchi più conosciuti, nel 2016, molti autori denunciarono, tramite una lunga campagna mediatica, la violazione dei diritti umani del governo di Recep Tayyip Erdoğan. La storia di Ahmet Altan in Italia, grazie anche ai svariati interventi di Roberto Saviano e di altri personaggi pubblici, era stata più volte raccontata, ma mai dalla bocca e dalla penna del suo vero protagonista. Così, due anni dopo l’infondata accusa di aver mandato messaggi subliminali alla vigilia del tentato colpo di stato del 15 luglio 2016, uscì Non rivedrò più il mondo (Solferino, 2018, traduzione di Alberto Cristofori), libro che descrive, in prima persona, la difficile condizione fisica ed emotiva vissuta durante il suo periodo di detenzione terminato il 14 aprile 2021.
Di quando in quando gli aerei passano sul cortile. Li vedo dal punto in cui sono disteso di notte. Vanno nei paesi liberi. Quando li vedo, mi ricordo dell’odore unico delle cabine d’aeroplano, dei miei viaggi, di essere atterrato in una città straniera e di quell’eccitazione che fa tremare dentro.
Il libro, oltre a dare il contesto e a spiegare brevemente cosa portò all’arresto di Ahmet e di Mehmet Altan, dedica la maggior parte delle pagine a raccontare la condizione psicologica di uno scrittore incarcerato per reati d’opinione. I processi che lo portarono dietro le sbarre sono solo nominati e quasi mai sviscerati nel profondo; ciò che prende più spazio sono i rapporti personali creati nella cella, le persone che incontra e le loro storie.
Il giornalista turco, pure per un senso di rivalsa, cerca di non dare troppo peso alla sensazione di impotenza nei confronti delle ingiustizie che viveva, ma prova a rendere più significativi i piccoli gesti quotidiani, i lontani sguardi spaventati, le abitudini culinarie e gli argomenti di discussione più frequenti in carcere. Tra i capitoli più interessanti c’è sicuramente quello riguardante il suo rapporto con la letteratura, quando, dopo mesi di astinenza, gli venne consegnato un romanzo di Tolstoj. In quel capitolo, immerso da pagine malinconiche e sofferenti, Altan tenta di spiegare qual è, almeno per lui, la sostanziale differenza tra la narrativa del XIX e quella del XX secolo.
Nonostante i vari stralci di vita quotidiana, il libro è pieno di momenti strazianti che, con gran classe, puntano a descrivere gli infiniti disagi scaturiti dalla condanna. L’autore cerca di far entrare il lettore all’interno della sua testa, cerca di fargli comprendere quali possono essere i problemi e le ferite insanabili. Il sentimento di nostalgia di casa, degli affetti che non vedi e di quelli che non puoi più vedere, si mischiano all’impossibilità di reagire a quello che ti succede, come se tutti quelli nella sua stessa condizione non potessero essere padroni del proprio corpo, ma solo della propria mente.
È impossibile descrivere il tipo di nostalgia che si prova in carcere. È talmente profonda, nuda, che nessuna parola può essere altrettanto nuda e primigenia. È una sensazione impossibile da esprimere a parole. La si può descrivere solo con ruggiti e gemiti di un cane a cui abbiano sparato.
Non rivedrò più il mondo di Ahmet Altan è un testo ricco di emozioni fortissime. In poche pagine viene raccontato un punto di vista molto importante, che aiuta a capire il ruolo degli scrittori e degli oppositori in luoghi dove le opinioni possono essere considerate dei reati. Questo è un libro che deve essere letto non solo per conoscere la storia del suo autore, ma per mettere a fuoco le ingiustizie che investono uomini e donne come noi e per non lasciare che queste memorie si perdano nel nulla.

Non rivedrò più il mondo
Amazon.it: 13,29 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Non rivedrò più il mondo
Lascia il tuo commento