Occhi nella notte di Yamada Eimi

Yamada Eimi, affermata scrittrice giapponese nata a Tokyo nel 1959, ha in attivo una trentina di pubblicazioni tra romanzi e racconti. Occhi nella notte (Bedtime eyes, il titolo originale) è un romanzo breve con il quale l’autrice ha vinto il Premio Bungei raggiungendo le 500.000 copie vendute.
Non sorprende il fatto che alla sua uscita nel 1985 il romanzo abbia scandalizzato la società nipponica, allora maggiormente ancorata a convenzioni tradizionali e nazionalistiche. Infatti, non fu soltanto il contenuto altamente erotico a fare scalpore, quanto la spregiudicata attrazione sessuale esternata dalla protagonista giapponese nei confronti di un giovane nero americano.

Kim è una ragazza giapponese che vive alla giornata frequentando locali notturni e con una spogliarellista come amica, Maria, con la quale divide tutto anche gli uomini.
Kim racconta in prima persona della sua relazione con Spoon (soprannome dato all’uomo dal cucchiaio che lo stesso tiene nelle tasche dei pantaloni…) un disertore americano di colore. Kim e Spoon si incontrano per caso una notte in una sala giochi, come due sconosciuti che però hanno in comune la reciproca urgenza di conoscersi, innanzitutto carnalmente, urgenza passata come comunicazione sottile tra i due già da un semplice sguardo.

È così che inizia la loro storia. Una storia fatta di incontri, scontri, violenze, tenerezze, sesso e sentimento, in una breve ma intensa convivenza. È evidente la necessità da parte della fragile Kim di essere accolta e guidata dall’uomo, così come prima lo era da Maria, così come è altrettanto evidente la completa spontaneità, talvolta violenta, di Spoon, che ama la ragazza come ama se stesso, in piena condivisione di ogni debolezza o forza d’animo. Dal sesso non prescinde il sentimento che lega i due in modo profondo, nonostante l’incombente precarietà della loro relazione.

Occhi nella notte è una storia sulla quale poco si può scrivere in quanto arriva al lettore in una serie di immagini che possiedono il dono dei sensi: odore, sapore, sensibilità tattile, temperamento. In una parola: sensualità.
Il linguaggio dell’autrice è schietto e diretto, quasi compulsivo, intensamente sensuale e il racconto si apre agli occhi del lettore - forse come in rari casi nella letteratura di genere - senza timore di giudizio, perché ciò che è autentico non lascia spazio all’ipocrisia di sorta e trova rassicurante rifugio nell’animo di chi ne constata la spontaneità nella condivisione più intima. Questo è l’amore tra Kim e Spoon: vero, intenso, forte, animale, spregiudicato e forse proprio per questo naturale e autentico.