Odissea in rima
- Autore: Ugo Vicic
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2018
Ulisse, ovvero Odisseo, è un eroe greco universalmente conosciuto. Omaggiato in poemi, libri, poesie, commenti critici, il suo viaggio ha sempre avuto connotazioni drammatiche; sta ad indicare ritardi, impedimenti, pericoli mortali con lo sfavore di dei contrari, Poseidone in testa, dai Romani chiamato Nettuno.
Come trasformare il mito, senza snaturarlo naturalmente, in un canto rimato scherzoso, in cui le difficoltà sono agguati tesi dalla sorte, non per soccombere ma per essere superati con una risata? Gioconda come quella di un bambino, e/o quella di un artista che maneggia la scrittura e le parole con la bravura di un giocoliere.
Tanto riesce a Ugo Vicic, autore del testo per bambini e adulti Odissea in rima" (Piemme, pp. 48, 2018) impreziosito dalle belle illustrazioni di Agostino Traini.
Allora, siamo o non siamo padroni del destino? E fino a che punto lo siamo? Non siamo soli, siamo guidati da energie invisibili, gli dei propizi.
Qui nel libro di Vicic, la dea Atena che notoriamente protegge Odisseo per poter ritornare a Itaca, è rappresentata… da un delfino. Questi cetacei intelligentissimi nostri amici in molte circostanze hanno salvato i naufraghi. Meritano di essere riconosciuti.
Un giorno in mezzo al mare un bel delfino che coi pesci giocava a nascondino vide una zattera andare alla deriva con sopra un uomo solo che dormiva. “Si chiama Ulisse, anche Odisseo detto, e da un ciclope venne maledetto. È un guerriero maestro di inganni, per questo vaga ormai da molti anni”.
L’autore, in modo criptico, ossia non dogmatico ma con il pensiero simbolico, sta raccontando all’animo infantile, ancora tanto fragile e bisognoso di protezione, che la natura sopravvive, e noi con lei, in modo solidale. Non sopravvive il più forte, come ha sostenuto Darwin, ma chi trova l’aiuto nel proprio ambiente e dal cielo.
Tale è la legge scoperta dallo scienziato botanico Mancuso e ben spiegata nel suo libro La nazione delle piante.
Scienza e fantasia si danno la mano.
“La solidarietà è... un gioco”, scrive Vicic. Un gioco a nascondino. Il gioco corale in cui nessuno viene escluso.
Odisseo tornerà alla sua isola tanto vagheggiata, anche se l’unico superstite della grande avventura. È uno che ha tenuto duro! Mai mollare, mai cedere la propria dignità! Nella sua reggia egli, sebbene non più giovane, saprà tendere l’arco pesantissimo che solo lui poteva maneggiare; ritroverà l’amata fedele Penelope, punirà senza sconto l’ingordigia dei dignitari, i Proci infedeli. Moriranno tutti.
Nei giochi è lecito mettere a morte, in quanto tutto è simbolico.
Ma attenzione: se il simbolo non viene compreso, può divenire realtà, nei suoi lati oscuri e malefici.
Per esempio i dittatori come il gigante Polifemo, come i Proci, si incontrano sovente nella storia... e anche i freddi vendicatori implacabili come Odisseo.
Nei miti, nei sogni la morte rende giustizia, non è un incubo di distruzione eterna ma l’esclusione dal bene, esclusione di chi del bene non sa nulla e si autoesclude, secondo la legge fondamentale dell’universo, per un’era, un periodo purgativo.
I classici sono tali proprio perché descrivono i moti dell’anima invariabili, comuni a tutta l’umanità; essi possono essere superati e corretti dallo Spirito supremo che ugualmente alberga in tutti noi.
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