Oggi siamo vivi
- Autore: Emmanuelle Pirotte
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Nord
- Anno di pubblicazione: 2017
“Oggi siamo vivi” (Nord, 2017, titolo originale Today we live, traduzione di Roberto Boi) è il romanzo d’esordio dell’autrice e sceneggiatrice cinematografica belga Emmanuelle Pirotte, in corso di traduzione in dieci Paesi.
“Ebrea. Cosa significava quella parola? Non aveva mai capito bene in cosa consistesse, il fatto di essere ebreo. Era pericoloso. Punto e basta”.
Dicembre 1944. In Belgio, nelle Ardenne, era in atto quella che è passata alla storia con il nome di “Offensiva delle Ardenne” cioè l’ultima grande offensiva strategica tedesca sul fronte occidentale durante la II Guerra Mondiale. Renée, una bambina ebrea di circa sei o sette anni “selvatica e fiera” con due occhi neri intelligenti, viveva con una famiglia cattolica timorosa che la vera identità della bambina venisse scoperta. I tedeschi ormai erano alle porte del villaggio, alcuni abitanti si stavano preparando a fuggire, anche a piedi, portandosi dietro le proprie cose, i più fortunati scappavano su carretti e carrozzelle. In mezzo a quella confusione dettata dalla paura e dallo sconcerto, Renée era stata condotta da Jacques, il padre della famiglia che la ospitava “su per la scalinata della canonica”. Il parroco dopo un iniziale tentennamento, aveva accettato di tenere con sé la bimba. Il sacerdote aveva condotto Renée in cucina con l’intenzione di offrire alla profuga una fetta di pane immersa in un miscuglio di latte, uova e zucchero, poi cotta nel burro. Il “pain perdu”, una vera delizia per il palato. Ma mentre il parroco aveva iniziato a sbattere le uova per creare il miscuglio, in piazza si era fermata una Kubelwagen, dalla quale erano scesi alcuni soldati tedeschi, anzi le famigerate SS, armi in pugno, che avevano fatto uscire gli occupanti da una casa mettendoli allineati a ridosso della facciata, le mani sulla testa. Atterrito da ciò che aveva visto il parroco aveva preso per mano Renée uscendo dalla canonica dalla porta della cucina. Superato l’orto e giunti in aperta campagna, il cielo coperto e gonfio di neve sopra di loro, ecco che l’uomo e la bambina avevano visto arrivare una jeep a tutta velocità. Renée era salva. Il sacerdote aveva consegnato la piccola ai soldati americani. Ma se davvero erano soldati americani, perché entrambi parlavano tedesco? Aveva riflettuto Renée seduta sul sedile posteriore della jeep, sballottata e sola in compagnia del suo orsacchiotto, la sua valigia rimasta in mezzo alla strada.
“Tedesco. Non c’erano dubbi. Renée sapeva riconoscere all’istante la lingua di quelli che non avrebbe mai dovuto incrociare nel suo cammino”.
Emmanuelle Pirotte, rivelazione dell’anno secondo Le Figaro, compone un romanzo coinvolgente ed emozionante, dal quale si stanno girando le riprese cinematografiche. Un soldato tedesco e una piccola donna con “due occhi neri come si vedevano solo tra gli zingari” combattono una dura lotta per la sopravvivenza mentre intorno a loro infuria quella battaglia che si concluse alla fine del gennaio del ’45 con la vittoria degli Alleati e il fallimento dell’offensiva tedesca. Un legame di solidarietà e di affetto quello tra Mathias e Renée, accomunati da “un’energia selvaggia”, fondamentale per attraversare la guerra e restare vivi.
“What difference does it make? Today, we live”.
“Che differenza fa? Oggi siamo vivi”.
Oggi siamo vivi
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