

Oltre Apollo
- Autore: Barry Malzberg
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2012
Scordatevi gli Ulisse degli spazi siderali. E scordatevi pure le fanterie dello spazio, i cowboy scafandrati della fantascienza classica. Scordatevi perfino le eroiche resistenze armate di Guerre Stellari. In Oltre Apollo (Mimesis, 2012) non ci sono eroi e non c’è niente di tutto questo: cambia la musica e cambiano i suonatori. Per dirla con altre parole, manca l’epos (zero assoluto) e gli astronauti sono quanto di più lontano dall’agiografia si possa immaginare. A parte il fatto che sono solo due: Harry Evans e il suo capitano. Il primo rientra solo da una fallimentare missione su Venere, le versioni fornite sulla morte del capitano sono sconcertanti. In palese contraddizione fra loro: che Evans sia diventato pazzo? Oppure parla-scrive sotto il controllo telepatico di perfidi venusiani? Certo è che il romanzo-diario che redige si avvicina più al diario di uno schizofrenico che a quello di un impavido sopravvissuto. Tra le righe si rivelano falsi sé, sdoppiamento della personalità (prima e terza persona narrativa all’interno di uno stesso capitolo), dispercezioni, reiterate quanto incongrue fantasie sessuali, ipotesi di complotto peggio che in un romanzo di Philip Dick (quali sono i segreti sullo spazio che il governo americano non vuole rivelare? Come mai dopo essere sbarcati sulla Luna questa smania di conquistare altri pianeti?), disturbo della personalità…
Siamo da tutt’altra parte, insomma, dall’american deal - casa-moglie-famiglia - che ci si aspetterebbe da un esploratore cosmico. E questo è il punto: Barry Malzberg destruttura - stereotipo dopo stereotipo - il mito dell’eroe senza macchia e senza paura, introducendo a una vera e propria “sindrome dell’astronauta”, per dirla con l’azzeccata definizione di Riccardo Gramantieri (che cura l’edizione Mimesis del romanzo), riflesso di un Sistema malato a sua volta.
“Preso a modello della modernità in pieni anni Sessanta, l’eroe dello spazio ben presto si rivela inadatto ai propri compiti. Inefficiente (spesso non raggiunge la meta) e inefficace (non riesce a riportare quanto accadutogli in missione), il viaggiatore interplanetario della fantascienza precipita nell’arco di poco tempo dalle stelle della conquista di una nuova patria, alle stalle del simulatore. Quando va bene: per Malzberg la stanza dell’istituto psichiatrico è proprio subito dietro l’angolo”. (pag. 7)
In ultima analisi: Oltre Apollo trasferisce su coordinate anti-epiche il sogno americano della conquista spaziale, trasformando il diario di bordo della missione (fallita) su Venere in un incubo freudiano. Una gazzarra libero-associativa dai risvolti drammatici quanto farseschi. La fantascienza sociale nella sua forma migliore.

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