Oltre il muro di Berlino. Con i Depeche Mode in Germania dell’Est alla ricerca della scena post-punk e new wave
- Autore: Sascha Lange e Dennis Burmeister
- Genere: Musica
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2019
Tradotto dal tedesco, die neuen bands suona alla lettera come “le nuove band”. All’inizio degli anni Ottanta di nuove band ce n’erano in ogni dove: nel mondo occidentale il fenomeno andava sotto il nome di new wave e con una certa bocca buona poteva comprendere elettronica, post-punk, metal, dark, hip hop e quant’altro scavallasse in divergenza l’impronta rock dura e pura del decennio precedente. I gruppi inglesi la facevano da padrone, agevolando con la musica l’attecchire di pensiero debole, simil-ribellismi, mode e modi di essere (soprattutto). Va da sé che ai giovani tedeschi della Berlino Est non era dato troppo da scegliere e anche la fruizione musicale era resa difficoltosa dal dover essere anticapitalista.
Aldiqua del Muro, insomma, toccava mordere il freno, accontentarsi degli eco, persino dei surrogati di eco, che giungevano dalle radio occidentali piratate e/o dalle copie piratate dei dischi delle star. Per dirla in altro modo: la musica occidentale nuoceva gravemente alla salute (mentale) del cittadino modello. Così era nella Ost-Berlin, così in Polonia, Ungheria, Bulgaria, Cecoslovacchia e nei diversi bacini di fede comunista. Finché è durata.
Le emittenti radiofoniche locali mandavano in onda per lo più Schlager, brani di rockband della DDR (…) e solo raramente quelle di star internazionali, tra cui gli svedesi ABBA (…) Considerato che le trasmissioni di settore non erano ancora state scoperte, dagli altoparlanti delle radio sgorgavano solo banali melodie di Big Band alternate a marce militari ed estenuante musica classica, una variopinta accozzaglia dei più disparati stili e periodi musicali.
Inoltre, dato che a canzoni si far rivoluzioni, oltre che poesia:
Ogni corrente di provenienza occidentale non passava inosservata agli occhi della Stasi, in particolare per l’abbigliamento stravagante che li faceva risaltare sulle masse.
Chissà se perché sedotti dai richiami del nuovo sound o perché convinti che il tempo stia per dire la sua sul comunismo, gli ardimentosi neofiti delle sottoculture giovanili se ne fregano, azzardano, si fanno se non altro una cultura musicale intercettando come possono le stazioni radio dell’altra parte. Gli inglesi Depeche Mode diventano un mito da emulare (acconciature, look, modus vivendi), anche e persino nella città del Muro. Comunque la si pensi è storia anche questa e andava raccontata.
Oltre il muro di Berlino. Con i Depeche Mode in Germania dell’Est alla ricerca della scena post-punk e new wave (Goodfellas, 2019) è più di un libro musicale. È un libro interessante sotto diversi aspetti – l’argomento inedito, la caratura sociale dei sotto-testi – ed è l’edizione italiana del volume tedesco “Behind the wall" di Sascha Lange e Dennis Burmeister, riveduta e corretta.
Per prepararsi al trentennale della caduta del Muro di Berlino (1989-2019), forse non c’è lettura migliore di questa: seguendo il filo rosso della scena musicale dell’epoca, affronta l’argomento da focus trasversali (radio, riviste, band, tv di una Berlino in bilico tra Oriente e Occidente), è pieno di foto, ed è anche (soprattutto?) un reportage sulla vita quotidiana nella DDR dei fenomeni underground. L’indagine oggettiva su una generazione investita dall’onda lunga del post-punk, capace di ritrovarsi in nuove identità, sfidando, se non altro, l’occhio lungo del Sistema.
Ultima cosa, non meno importante: il volume contiene in allegato una compilation di musica new wave e post-punk made in DDR (Rosengarten. Die Vision, Die Art, The local Moon, Ornament & Verbrechen, ecc). Settanta minuti di brani inediti come valore aggiunto a un’operazione amarcord a ciglia asciutte e puntualissima. Edita in veste e contenuti accurati, la meritevole Goodfellas.
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